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Cineblog consiglia: Signori si nasce

Signori si nasce (1960) di Mario Mattoli. Con Totò, Delia Scala, Peppino De Filippo, Carlo Croccolo, Liana Orfei, Luigi Pavese.Oggi 26 dicembre su Rai 3 alle ore 15:15Signori si nasce… ed io lo nacqui, modestamente! E’ il barone Zazà degli Ulivi (Totò) a parlare, discendente da nobile famiglia ma dedito alla bella vita e quindi

di mario
26 Dicembre 2008 09:00

signori si nasce Signori si nasce (1960) di Mario Mattoli. Con Totò, Delia Scala, Peppino De Filippo, Carlo Croccolo, Liana Orfei, Luigi Pavese.

Oggi 26 dicembre su Rai 3 alle ore 15:15

Signori si nasce… ed io lo nacqui, modestamente! E’ il barone Zazà degli Ulivi (Totò) a parlare, discendente da nobile famiglia ma dedito alla bella vita e quindi senza il becco di un quattrino. Questo piccolo particolare non gli impedisce di continuare a sperperare, sfruttando le famigerate cambiali. Finché un creditore minaccia di esporre la sua morosità al regio tribunale. E Zazà si vede costretto a rivolgersi al fratello Pio (Peppino De Filippo).

Pio, uomo molto religioso, che ha fatto fruttare i soldi ereditati in una sartoria ecclesiastica, non vede di buon occhio il fratello, per la sua vita senza regole, e quindi gli rifiuta il prestito necessario ad appianare i debiti. Il genio Zazà, però, non si da certo per vinto così facilmente, ed inscena una farsa per ingannare il credulone Pio, facendosi aiutare dal suo fido maggiordomo (il grande Carlo “bellezza mia” Croccolo) e da una ballerina di belle speranze (Delia Scala) ma con un manesco fidanzato.

Ovviamente il tutto va in malora, creando caos e coinvolgendo persino Pio in menzogne che potrebbero costargli la carriera. Per lo spettatore, tutto ciò si traduce in un’ora e mezza di risate, scatenate soprattutto, com’è ovvio, dagli irresistibili duetti tra Totò e Peppino, carnefice e vittima come nella migliore tradizione.

Il film, come quasi sempre quando si parla delle opere di Totò, non è perfetto, ed anzi qui più che altrove soffre di evidenti buchi di sceneggiatura, specie nella parte finale buttata con un po’ troppa faciloneria sulla caciara fine a se stessa. Però la presenza principesca dell’attore napoletano vale da sola la visione, tra prese in giro affettuose (la cadenza tipica della parlata della borghesia bene) e battute in quantità che non risparmiano nulla e nessuno, nemmeno la morte (vedere il video a fine post a tal proposito).

Rivedere i film di Totò dona sempre un piacere particolare, ma in periodi come questo, dove il Natale è forse sottotono per problemi di varia natura, rappresenta un vero toccasana. Risate, tante risate, con grande intelligenza. E senza bisogno di dover spendere soldi per film che poi si dimostrano tutt’altro che intelligenti e divertenti (vedi l’ultimo Aldo, Giovanni e Giacomo).

Voto: 7