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Niente velo per Jasira – La recensione

Niente velo per Jasira (Towelhead) di Alan Ball con Summer Bishil, Aaron Eckhart, Toni Collette, Peter Macdissi, Maria Bello, Carrie Preston, Chase Ellison, Eugene Jones III, Matt Letscher, Lynn CollinsJasira ha tredici anni e come molti ragazzi americani è figlia di due genitori separati. Pur di non affrontare i problemi della sua crescita, la madre

20 Luglio 2009 13:38

Niente velo per Jasira Niente velo per Jasira (Towelhead) di Alan Ball con Summer Bishil, Aaron Eckhart, Toni Collette, Peter Macdissi, Maria Bello, Carrie Preston, Chase Ellison, Eugene Jones III, Matt Letscher, Lynn Collins

Jasira ha tredici anni e come molti ragazzi americani è figlia di due genitori separati. Pur di non affrontare i problemi della sua crescita, la madre decide di spedirla a casa del padre, un uomo di origini libanesi con un forte legame per le sue origini, nonostante abiti da anni in Texas. Jasira ha disperatamente bisogno di attenzioni e di amore, ma come spesso accade lo scambia per il sesso.

Il titolo originale del film, Towelhead, rimanda al termine dispregiativo di slang con cui vengono definiti negli Stati Uniti i mussulmani. La definizione di “Testa di turbante”, riferito ai copricapo indossati dagli islamici, rivela però le fobie che gli americani hanno nei confronti di coloro che provengono dal Medioriente. Generalizzazioni razziste secondo cui basta l’origine della propria famiglia per decretare lo status di terrorista di una persona. Di questi falsi miti fa le spese la giovane Jasira (Summeri Bishil, al cinema in Italia con un ruolo simile in Crossing Over).

I problemi di Jasira però non ruotano solo attorno alla propria origine etnica, ma alla sua educazione sentimentale, plagiata da un ambiente familiare sterile dove la madre, pur di non affrontare l’idea che il suo compagno abbia rasato il pelo pubico della figlia, preferisce mandarla dal padre, tradizionalista e maschilista, perché le insegni come si deve comportare una ragazza della sua età. Jasira in realtà si sente sola, desidera affetto e la scoperta del suo corpo che sta diventando quello di una donna le permette di trovare delle scorciatoie verso i suoi desideri. Nasce così un viaggio iniziatico in cui tutto quello che accade a Jasira ruota attorno alla sua sfera sessuale, dai rapporti con i compagni di scuola alle attenzioni del veterano e vicino di casa al cui figlio Jasira fa da baby-sitter. Lo scontro tra la mentalità rigida del padre e quello degli adolescenti della società americana è durissimo e Jasira si trova nel mezzo del fuoco incrociato, scegliendo di esporsi a tutti i colpi che partono da entrambe le parti.

Niente velo per Jasira sceglie come periodo storico di fondo quello della prima guerra nel Golfo, ma si sviluppa come un confuso, e presuntuoso, tentativo di creare una versione mediorientale di American Beauty. Il riferimento al film Premio Oscar non è casuale, visto che il regista Alan Ball è stato lo sceneggiatore del film di Sam Mendes, e anche autore di serie televisive come Six-Feet Under. Il risultato invece rimane dalle parti dei pruriginosi teen movie d’autore (o presunti tali, come Thirteen di Catherine Hardwicke ) dove si parla tanto di sesso cercando di creare lo scandalo, ma cercando di mantenere il tono sempre nei limiti della decenza (per evitare restringimenti da parte della censura). Non aiuta nemmeno la presenza di attori noti del mondo del cinema indipendente, da Aaron Eckhart (Thank You for Smoking) a Tony Colette (Little miss Sunshine).

Non ci sono scusanti. Nonostante il film sia stato apprezzato agli Indipendent Movie Award, soprattutto per la parte di Summer Bishil, il film di Alan Ball si perde nella mediocrità ipocrita di un prodotto che usa tematiche sociali per cercare di nobilitare un film che non ha alcun numero per decollare. La regia è piatta senza alcun guizzo, la fotografia virata verso i colori dell’oro (forse per dare un tono orientale) appare troppo patinata per il messaggio che il film vorrebbe veicolare, la sceneggiatura si perde sui primi bollori sessuali della giovane protagonista senza alcun progresso narrativo coerente (ovvero Jasira fa delle scelte ma non si spiega mai perché arriva a farle). Rimane quindi poco da salvare, nonostante (forse) le migliori intenzioni del progetto.

Voto Carlo 4

Premio Oscar