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Cannes 2013: i film, i possibili vincitori e le sorprese del Festival ad un giorno dall’inizio

Festival di Cannes 2013: ai nastri di partenza. Inizia la rassegna cinematografica più celebre al mondo, con un programma ricco, pieno di nomi noti ma anche di possibili sorprese. Cineblog la seguirà per voi: ecco le nostre aspettative su questa edizione.

pubblicato 14 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:48

Parliamoci chiaro: sulla carta il programma del 66. Festival di Cannes è straordinario, in qualche modo pure esagerato. E questo al di là delle mancanze, ridotte alla fin fine ad un pugno di titoli dopo le aggiunte “in corsa” di Folman e Jarmusch, e al di là dell’apertura non in prima mondiale con Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann (messo lì soprattutto per omaggiare il regista, che aprì Cannes nel 2001 con Moulin Rouge, e per avere un primo red carpet da sogno).

La sensazione è che Thierry Frémaux sia andato parecchio sul sicuro, cosa che si è riflessa anche nella composizione della Giuria stellare capitanata da Spielberg. Va da sé che in molti continuano ad attaccarlo per non avere il coraggio di inserire in concorso opere prime, compresi i Cahiers, che gli hanno dedicato un piccatissimo articolo sull’ultimo numero.

Lui si difende dicendo che, se sono i maestri e i soliti noti a fare i film migliori, allora deve prenderli per forza. Sarà. Fatto sta che gli unici “rischi” del concorso sembrano Heli di Amat Escalante, storia ambientata in Messico tra violenza e cartelli della droga, Borgman di Alex Van Warmerdam, follia thriller con un forestiero ed un sobborgo residenziale, e Michael Kohlhaas di Arnaud Despallieres, nel quale Mads Mikkelsen veste i panni di un mercante di cavalli del 16° secolo.

E dentro alle scelte più rischiose del concorso ci buttiamo dentro pure Shield of Straw di Takashi Miike, che a volte perde il controllo e se ne va per strade tutte sue (mentre in altre è controllatissimo, vedi il “classico” 13 Assassini, in concorso a Venezia 2010), e Un chateau en Italie della Bruni-Tedeschi, unica donna in concorso e curiosa incognita. Certo, senza aver visto i film nulla è sicuro, e qualche delusione tra i soliti noti potrebbe essere dietro l’angolo, com’è normale che sia ad un festival.

Ma siamo pronti ad essere investiti dall’intensità tesissima di The Past di Farhadi, dalla violenza al neon di Solo Dio perdona di Refn, dai rapporti dolce-amari tra padre e figlio di Nebraska di Payne e Like Father, Like Son di Kore-eda. E siamo pronti per le tre ore di La vie d’Adele di Kechiche con Léa Seydoux (già in odore di premio), alla bellezza (in tutti i sensi) di Jeune et Jolie di Ozon, alla malinconica follia di Inside Llewyn Davis dei Coen e Only Lovers Left Alive di Jarmusch, all’irriverenza di Venus in Fur di Polanski, al ritratto della Manhattan anni 20 di The Immigrant di Gray e alla possibile sorpresa di A Touch of Sin di Jia.

L’Italia è in fremito per La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo nei panni di uno scrittore/giornalista nella Roma cafonal di oggi: tutto ciò che abbiamo visto finora promette bene, ed incrociamo le dita. Piatto ricco mi ci ficco: ma, come ha già sottolineato di recente qualcuno, non vale la pena giudicare un festival solo dall’offerta del concorso, soprattutto se ha una quantità di nomi già affermati come in questo caso.

E quindi, ad affiancare i vari Chandor, Canet e To (fuori concorso), occhi puntati e attentissimi sull’Un Certain Regard, all’altezza del concorso grazie ai nuovi lavori di Sofia Coppola (in apertura con l’attesissimo Bling Ring), Claire Denis, Valeria Golino (decisamente riuscito il suo Miele: le auguriamo in bocca al lupo), James Franco, Hiner Saleem, Lav Diaz e Fruitvale Station di Ryan Coogler, il vincitore dell’ultimo Sundance.

Sempre dal Sundance arrivano l’acclamato Ain’t Them Bodies Saints di David Lowery, Magic Magic di Sebastián Silva e il remake horror We Are What We Are di Jim Mickle. Il primo è nel programma della Semaine de la Critique, dove si trova anche il terzo film italiano di Cannes 2013: Salvo, promettente opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.

Gli altri due fanno parte invece del bellissimo programma della Quinzaine des Réalisateurs: che ha in saccoccia La Danza de la realidad di Alejandro Jodorowsky (il suo primo film dal 1990!) e uno dei titoli più attesi dell’intero programma del festival, The Congress di Ari Folman. Ma attenzione soprattutto a The Selfish Giant di Clio Barnard, di cui si dice un gran bene e che Fremaux avrebbe voluto in concorso.

Difficile fare poi dei pronostici sui vincitori del concorso ufficiale: troppi i nomi, troppi i film promettenti, troppi i papabili palmares. La selezione orientale sembra piuttosto robusta, al contrario dell’anno scorso: Miike a parte, Hirokazu Kore-eda e Jia sembrano tra i più “forti” del concorso. Ovviamente la parte dei leoni la fanno sia gli americani che i francesi (assieme i loro titoli formano metà competizione). Difficile pensare che se ne vadano a mani vuote Farhadi, i Coen o Payne: ma i festival (e le giurie) ci hanno insegnato che tutto è possibile.

La partita è poi apertissima anche per gli attori. Tra le attrici c’è da scommettere su Bérénice Bejo, Marine Vacth, Marion Cotillard e Tilda Swinton, anche se la lotta sembra essere soprattutto tra l’inquietante Kristin Scott Thomas e la sensuale Seydoux. Tra gli attori si può iniziare a puntare qualcosa su Oscar Isaac, Benicio Del Toro, Souleymane Démé o Bruce Dern, anche se oggi la lotta pare essere tra Michael Douglas e Toni Servillo.

Cosa attendersi da questo festival, in definitiva? Di certo i più cercheranno i prossimi film “da Oscar”, sia nel concorso (vedi The Tree of Life e Amour) sia nelle altre sezioni (vedi Re della Terra Selvaggia). Altri cercheranno la gemma nascosta (di solito nelle sezioni indipendenti), la conferma definitiva di un autore emergente (vedi il Larrain di No), o la sorpresa assoluta. Quella che ti stupisce entrando in sala a caso, e che ti cambia il festival.

Il sottoscritto parte piuttosto convinto che troverà un po’ di tutto questo. Con un programma del genere, ricco di percorsi e titoli da tenere d’occhio, non può essere altrimenti. Anche se non mancheranno come al solito polemiche e, soprattutto, fischi: a Cannes succede ad una proiezione stampa su due.

Seguiteci quindi ogni giorno, fino alla diretta della cerimonia con la consegna dei premi, per leggere le nostre recensioni in anteprima e il nostro diario giornaliero dalla Croisette.

I nostri speciali di Cannes 2013

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