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Salvo: recensione in anteprima del film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Salvo è un esordio italiano coraggioso e per certi versi inedito nel panorama italiano. I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza non hanno paura di giocare col mezzo e di dimostrare la loro bravura. Peccato per qualche difetto che inficia il ritmo e la coerenza dell’opera. In concorso alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2013: ecco la recensione di Cineblog.

pubblicato 17 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:44

Palermo. Il killer Salvo uccide Renato Pizzuto, un mafioso rivale. L’uomo si imbatte in Rita, sorella cieca dell’uomo, che riacquista miracolosamente la vista. Stupefatto da quel che è successo, Salvo decide di non ucciderla: così la rapisce e la tiene segregata in una casa di campagna. Tra i due inizia a nascere una certa complicità…

L’attesissima opera prima italiana della Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2013 è un debutto molto interessante e soprattutto coraggioso. Salvo è un film inedito nel panorama del nostro cinema, e pur se non privo di qualche buon difetto dimostra come l’intraprendenza, unita all’esplorazione del mezzo cinematografico, sia una delle soluzioni più valide per uscire dall’impasse in cui siamo bloccati.

Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sono giovani e bravi, e con il meritato sostegno di alcuni enti e premi (il Solinas e il Torino FilmLab) hanno realizzato un’opera affascinante. Con Salvo la coppia di registi racconta una storia tutta italiana, mescolando però diversi codici e certe scelte stilistiche che provengono dal cinema di genere.

Salvo inizia subito con una bella sparatoria ed un inseguimento. Si tratta del momento in cui il killer (interpretato da un carismatico Saleh Bakri) si trova a confrontarsi col rivale Pizzuto, e già capiamo che Grassadonia e Piazza vogliono fare sul serio dal punto di vista dello stile e dell’azione. Poi però imboccano un’altra strada: quando Salvo si trova a casa di Rita (Sara Serraiocco), la sorella cieca di Renato, sembra di stare dentro ad un horror.


Grazie ad un’ottima creazione della tensione, all’uso del long-take, e grazie anche al sapiente utilizzo del buio in fotografia (di Daniele Ciprì), i due registi sembra che si siano in questo caso addirittura rifatti allo slasher. Chi lo sa se abbiamo azzeccato le scelte e le fonti di ispirazione: fatto sta che ci troviamo di fronte ad un esordio che non ha paura di giocare col mezzo e di fare una bella figura dal punto di vista tecnico.

Il film infatti si avvale sì di un sonoro potentissimo e sbalorditivo, e se è vero che soprattutto nella prima parte ha pochissimi dialoghi (dopotutto il protagonista stesso parla poco), diventa quasi un’esperienza sensoriale e a tratti claustrofobica. Da segnalare, per quanto riguarda sempre il lavoro sul sonoro e sulla musica, un intelligente uso narrativo di Arriverà dei Modà.

Infine, nell’ultima parte, Salvo si trasforma in un western, nel quale il nostro “eroe” deve combattere contro il nemico in uno scenario dominato dalla terra spazzata dal vento. Peccato quindi dover segnalare qualche difetto che inficia il risultato finale: in primis qualche tempo morto di troppo, e poi qualche momento che francamente si poteva lasciare da parte.

Come i momenti che vedono in scena Luigi Lo Cascio e Giuditta Perriera, la coppia che “ospita” in casa il protagonista. Aggiungono poco o nulla al film, e rischiano di spezzarne sia la coerenza che il ritmo. Però va anche bene così…

Voto di Gabriele: 7

Salvo (Italia / Francia 2013, drammatico 103′) di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza; con Sara Serraiocco, Saleh Bakri, Luigi Lo Cascio, Giuditta Perriera, Mario Pupella, Redouane Behache, Jacopo Menicagli, Dylan Tauro.

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