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La Doppia Ora – Recensione in anteprima

La doppia ora (id. – thriller – Italia 2009) Regia di Giuseppe Capotondi, con Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Antonia Truppo, Gaetano Bruno, Fausto Russo Alesi, Michele Di Mauro, Lorenzo Gioielli, Lidia Vitale, Giampiero Iudica, Roberto Accornero, Lucia Poli, Giorgio Colangeli.Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera in un hotel. Guido è un ex poliziotto

di simona
pubblicato 7 Ottobre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 10:57

La doppia ora (id. – thriller – Italia 2009) Regia di Giuseppe Capotondi, con Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Antonia Truppo, Gaetano Bruno, Fausto Russo Alesi, Michele Di Mauro, Lorenzo Gioielli, Lidia Vitale, Giampiero Iudica, Roberto Accornero, Lucia Poli, Giorgio Colangeli.

Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera in un hotel. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa fuori città. Si incontrano in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, ad aprirsi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi… quando Guido muore. Improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire. Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di cui non riesce a trovare il senso. E di cui alcuni addirittura la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi non risolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Tutto inizia a cambiare, ogni certezza si sgretola e nessuno è più lo stesso. Nemmeno Sonia. Chi è veramente? E soprattutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere, al di là di ogni plausibile logica, o è solo la sua mente che vacilla? E cosa farà quando le verrà offerta una seconda occasione? Le risposte arrivano solo alla fine, in un continuo capovolgimento di eventi.

A Venezia, l’opera prima di Giuseppe Capotondi è stata accolta molto positivamente tanto dal pubblico quanto dalla critica, rastrellando molte soddisfazioni e qualche premio (Coppa Volpi alla protagonista Ksenia Rappoport; Premio Pasinetti dei Giornalisti SNGCI a Filippo Timi per la migliore interpretazione maschile; Miglior Film Italiano a Venezia, secondo la giuria di Arca Cinema Giovani). La Doppia Ora è una pellicola riuscita, originale (alleluja!) e molto interessante, che gioca con diversi stili cinematografici e riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore fino alla fine pur mantenendo un ritmo pacato e senza puntare tutto su un montaggio troppo sincopato ed artificioso.


La Doppia ora

Quante volte ci sarà capitato di leggere sul quadrante di un orologio un’ora doppia, ripetuta. C’è chi la giudica una coincidenza inquietante e chi, invece, esprime un desiderio. Nel nostro caso la doppia ora segna l’incontro di Sonia e Guido, due solitudini che sembrano specchiarsi l’una nell’altra. Un incontro che segnerà in maniera inaspettata la vita di entrambi, sullo sfondo di una Torino periferica, poco convenzionale e poco riconoscibile, dove tutto – non solo l’ora – sembra essere doppio.

L’ottima sceneggiatura firmata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo è sostanzialmente incentrata su una storia d’amore, di perdono e di fiducia reciproca, che ci viene presentata nella cornice di un film noir con qualche pennellata horror e contorno di suspance, falsi indizi e colpi di scena. Ce ne sono due particolarmente importanti, entrambi capaci di rimescolare completamente le carte in tavola e di dare un nuovo significato ed una nuova chiave di lettura a tutto quello che si è appena visto succedere sullo schermo. Capotondi, cineasta 41enne con alle spalle esperienze nel mondo della pubblicità e dei videoclip musicali, pesca a piene mani dagli stilemi e dai clichè dei film di genere (con rumori amplificati che fanno fare bei salti sulle poltrone ed atmosfere prese a prestito dai film horror più classici, sfruttando l’atavica paura del buio insita in ognuno) ma riesce comunque ad inventarsi un percorso personale, a suo modo d’autore, acerbo – forse – ma sufficiente a farci credere che valga la pena di tenerlo d’occhio in futuro.

Della trama non possiamo svelare nulla di più di quanto non sia già stato detto fino qui. Una sola parola di troppo rischierebbe di scivolare nello spoiler e rovinare il gusto della sorpresa. Bravissima Ksenia Rappoport, alle prese con il personaggio per niente facile di Sonia, pieno di chiaroscuri, duro e fragile ad un tempo, ambigua e piena di paure, con un passato doloroso da dimenticare, spesso diversa da come appare. Ottimo, come sempre, Filippo Timi che – lo abbiamo già detto in più di un’occasione – è oltre ogni dubbio uno dei migliori interpreti maschili del panorama italiano, intenso ed incisivo. Il suo Guido, pur essendo un po’ penalizzato dal restare fuori scena per una buona parte del film, esprime tutta la malinconia di un uomo ferito che ha paura di aprirsi nuovamente all’amore, che preferisce limitarsi ad incontri occasionali basati solo sul sesso, ma che alla fine decide di mettersi in gioco, anche a rischio di restare bruciato. Bello l’utilizzo di una vecchia canzone dei Cure nella colonna sonora, che ritorna in modo ossessivo e sembra perseguitare la protagonista.

Se ancora non lo avete visto, qui vi aspetta l’enigmatico trailer, mentre qui c’è il resoconto della conferenza stampa Veneziana.

Nei cinema da questo venerdì 9 ottobre.

Voto Simona: 8
Voto Gabriele: 6
Voto Carla: 6,5

Festival di Venezia