Home Festival di Cannes All Is Lost – Tutto è perduto: recensione in anteprima del film di J.C. Chandor con Robert Redford

All Is Lost – Tutto è perduto: recensione in anteprima del film di J.C. Chandor con Robert Redford

Dopo Margin Call, il suo film d’esordio, J.C. Chandor firma All Is Lost, fuori concorso al Festival di Cannes 2013. Robert Redford è l’unico attore protagonista del film, ed interpreta un uomo che deve sopravvivere nell’oceano per otto giorni. Una prova encomiabile per una pellicola riuscitissima, che conferma la bravura del regista. Ecco la recensione.

pubblicato 22 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:19

La trama è scritta in una riga: un uomo disperso in mare deve combattere contro le forze del mare per restare in vita. Fine. J.C. Chandor ama le sfide, evidentemente. Con la sua opera prima, Margin Call, provava a raccontare l’inizio della crisi finanziaria seguendo la giornata cruciale di alcune persone che lavoravano in una importante banca di New York: era un’opera prima. Oggi Chandor decide di fare un film con un soggettino come quello che vi abbiamo raccontato prima…

Ovvero, quando un regista non ha paura di nulla ed osa. Ce lo dobbiamo tenere stretto se va avanti così, Chandor, perché il suo cinema già con solo due film ci fa capire che fa sul serio. All Is Lost fa parte di quei film per il quale magari hai a priori qualche dubbio. Entri in sala titubante, conosci la sinossi e ti dici che sarà dura uscirne convinto: poi inizia il film, ti bastano pochi minuti e non hai più problemi.

All Is Lost si apre con la voce off di Robert Redford che legge una lettera d’addio indirizzata a qualcuno. È abbastanza chiaro che si tratta di una lettera scritta nell’eventualità che non sopravviva. Ci spostiamo indietro nel tempo, otto giorni prima. Quando incontriamo per la prima volta il protagonista, di cui non conosciamo il nome, sta dormendo dentro il suo yatch, quando viene svegliato da un rumore e da un’infiltrazione d’acqua.

L’uomo tenta di liberare la barca, poi si organizza per coprire lo squarcio e ad asciugare l’interno. Ma l’oceano è infinitamente forte, e i suoi sforzi non bastano. Viene presto il momento di tirare fuori il gommone di salvataggio. La prima notte passata lì sopra mette davvero i brividi, e il protagonista dovrà vedersela con tempeste fortissime, la solitudine e i vani tentativi di chiamare le navi in lontananza per farsi notare.


Con uno script di 30 pagine scritto di suo pugno, J.C. Chandor regala una piccola ed intensa lezione di regia tutta al servizio dello spettacolo e delle emozioni. Basta vedere la già citata prima notte sul gommone: un concentrato di tensione e a tratti paura vera. La robusta tecnica di Chandor gli consente di resistere per tutto il tempo, senza che lo spettatore possa mai avere un calo di attenzione.

Poche sbavature, solo un’ultima scena finale un po’ pomposa (anche a causa dello score di Alex Ebert che si fa davvero intrusivo): per il resto stiamo parlando di un lavoro davvero ammirevole. Spicca la perfezione del sonoro, che soprattutto nelle notti di tempesta è elemento fondamentale per la costruzione della tensione. Visto sul grande schermo, All Is Lost fa davvero impressione da questo punto di vista.

Quel che colpisce quindi di Chandor è sì il coraggio di affrontare una sfida del genere, ed è ovviamente pure il risultato finale a lasciare il segno: ma è anche lo scarto segnato rispetto all’opera d’esordio. Che era a tutti gli effetti un racconto corale, con tanti personaggi ed una questione di base molto pratica; All Is Lost è invece a tutti gli effetti un one man show. Il grande spettacolo di Robert Redford, un attore che non avevamo visto così in forma da un po’ di tempo.

Redford non solo tiene testa ai 100 e passa minuti di pellicola trascinandola perfettamente con un’interpretazione sentita, una prova fisica potente, ma riesce a farci pensare davvero che potrebbe avere addirittura una nomination agli Oscar con un ruolo praticamente muto. Non ci sono altri attori nel film, né in flashback né in postille finali. Non c’é nessuno con cui possa confrontarsi. La lettura della lettera ad inizio film e un paio di fuck urlati per disperazione sono le uniche cose che dice. Ma a certi attori bastano la professionalità e il carisma.

Voto di Gabriele: 8

All Is Lost (USA 2013, drammatico 104′), di J.C. Chandor; con Robert Redford.

Festival di Cannes