Home Recensioni La donna che canta – La recensione in anteprima

La donna che canta – La recensione in anteprima

La donna che canta (Incendies) Regia di Denis Villeneuve, con Lubna Azabal, Mélissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Remy Girard, Abdelghafour Elaaziz, Allen AltmanL’apertura del testamento della madre riserva inaspettate notizie per i due gemelli Jeanne e Simon. La prima scoperta riguarda il passato della loro madre, che non è sempre stata la tranquilla impiegata di un

pubblicato 21 Gennaio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 15:51

La donna che canta (Incendies) Regia di Denis Villeneuve, con Lubna Azabal, Mélissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Remy Girard, Abdelghafour Elaaziz, Allen Altman

L’apertura del testamento della madre riserva inaspettate notizie per i due gemelli Jeanne e Simon. La prima scoperta riguarda il passato della loro madre, che non è sempre stata la tranquilla impiegata di un notaio che loro hanno conosciuto, viene così alla luce anche un misterioso fratello e un padre che non sarebbe morto ma che vive nei territori palestinesi. Due buste devono essere consegnate ai rispettivamente ai due uomini, solo allora sarà possibile aprire una terza lettera e completare i desideri della madre defunta. In principio solo Jeanne accetta di partire dal Canada per il medio oriente e iniziare la ricerca del padre, ma presto le sue scoperte renderanno necessaria anche la presenza di Simon.

Il quarto film di Denis Villeneuve è un atipico esempio di come un film possa descrivere uno scenario di estrema attualità come quello della Palestina, raccontando una storia palesemente di fiction, con uno sviluppo a incastri che potrebbe fare storcere il naso a chi da un film di questo genere richiede una completa adesione alla realtà fattuale.

Villeneuve invece ma le storie complesse, dove la narrazione si intreccia con la matematica (si pensi a Polytechnique) e per farlo porta sullo schermo un pezzo di teatro che racconta l’incredibile vita di una donna palestinese. Impossibile raccontare lo sviluppo della vicenda senza suggerirne i passaggi chiave e anticiparne i colpi di scena, palesemente esagerati e iperbolici ma che riescono a rendere universale il dolore di una terra attraverso lo strazio di una madre, ma allo stesso tempo esprimendo tutto l’amore che si può avere nei confronti della stessa terra come solo una madre può provare.

Il titolo originale del film, Incendies, esprime in modo metaforico il fuoco che arde nel cuore della sua protagonista (in absentia, la madre morta). La traduzione italiana per una volta ha senso poiché “La donna che canta” è stato in passato un appellativo con cui veniva chiamata la madre dei due gemelli.

Il film procede con ritmo serrato fino al disvelamento degli intenti celati nelle buste del testamento. Riusciranno i gemelli a trovare il fratello e il padre persi nei villaggi sabbiosi della Palestina Libano? Villeneuve lo descrive in modo intricato ma affascinante, lo spettatore si appassiona per la ricerca ma viene proiettato nel presente e nel passato di una nazione martoriata da decenni di guerra. Villeneuve costruisce così un film di grande ambizione che riesce a coniugare la tragedia e il romanzo d’appendice.

Vincitore del Mouse d’Argento a Venezia 2010 e del Miglior film canadese al Festival di Toronto.

La donna che canta uscirà nei cinema venerdì 21 gennaio 2011. Qui potete vedere il trailer.

Voto Carlo 7,5
Voto Gabriele 8