Home Curiosità Stasera in tv: Eyes Wide Shut – alcune curiosità sull’ultimo film di Stanley Kubrick

Stasera in tv: Eyes Wide Shut – alcune curiosità sull’ultimo film di Stanley Kubrick

Stasera, 27 marzo, andrà in onda su Rete 4, alle 23.45, l’ultimo capolavoro donatoci dal maestro Stanley Kubrick, ossia Eyes Wide Shut. Nel cast figurano, caso insolito per il regista in questione, attori di prim’ordine già all’epoca in cui furono scritturati. In particolare ci riferiamo a Tom Cruise, Nicole Kidman e Sydney Pollack. Di seguito,

27 Marzo 2011 14:50

Stasera, 27 marzo, andrà in onda su Rete 4, alle 23.45, l’ultimo capolavoro donatoci dal maestro Stanley Kubrick, ossia Eyes Wide Shut. Nel cast figurano, caso insolito per il regista in questione, attori di prim’ordine già all’epoca in cui furono scritturati. In particolare ci riferiamo a Tom Cruise, Nicole Kidman e Sydney Pollack. Di seguito, in maniera quanto più schematica possibile, vi riportiamo alcune curiosità più o meno note. Di certo trattasi di dettagli piuttosto interessanti.

– Kubrick volle fortemente Cruise e la Kidman, dato che, a suo dire, solo due attori sposati anche nella vita reale potevano affrontare l’ardua sfida di interpretare quei ruoli. Per chi non lo sapesse, infatti, Eyes Wide Shut è tratto da un romanzo di Arthur Schnitzler, dal titolo Traumnovelle (Doppio Sogno qui da noi). La storia è incentrata su di una strana crisi di coppia attraversata da due coniugi della Vienna dell’800, riadattata in una New York di fine ‘900.

– Come abbiamo appena accennato, il film è ambientato a New York, ma in realtà è stato interamente girato nei pressi di Londra. Kubrick si fece infatti costruire un intero set per girare il film, riproducendo quanto più fedelmente possibile un quartiere della Grande Mela. D’altra parte il film, secondo la fine logica del maestro, non poteva che essere ambientato in quell’isola “felice” che è Manhattan: così come Vienna era da considerarsi il “centro del mondo” alla fine del diciannovesimo secolo, New York lo era certamente (e forse lo è ancora) alla fine del ventesimo.

– Emilio D’Alessandro, autista di Kubrick, appare in una scena del film nei panni di un edicolante.

– Buona parte dei quadri che compaiono nel film sono stati dipinti dalla celebre moglie di Kubrick, ossia Christiane. Alcuni arrivarono addirittura a paventare che il film fosse per certi versi autobiografico anche perché il lussuoso appartamento dei due protagonisti è tappezzato di questi quadri. Secondo Michel Ciment e di Tom Cruise, tra l’altro, la piantina dell’appartamento dei coniugi Hadford rispecchia quella dell’appartamento in cui Stanley e Christiane vissero fino agli anni ’60.

– Pochi sanno che, in un primo momento, Kubrick scelse Eva Herzigova per recitare la parte di Mandy, ossia la prostituta che va in overdose nella casa di Sydney Pollack. Come era solito fare il buon Stan, quest’ultimo le inviò via fax il copione e quanto c’era da sapere sulla parte che la bella Eva avrebbe dovuto interpretare. In una di queste scene, come noto, Mandy sarebbe apparsa completamente nuda. La Herzigova chiese a Kubrick se fosse stato possibile coprirsi un po’ in quella specifica scena, ma dopo il rifiuto del regista la modella declinò. La parte alla fine andò all’attrice emergente Julienne Davis.

– Com’è tristemente noto, Stanley Kubrick morì il 7 Marzo del 1999. Il film fu proiettato negli studi Warner il primo Marzo, ossia una settimana prima della sua morte. La dipartita del regista ha dato adito a tutta una serie di supposizioni più o meno fondate. A dispetto di quanto sostiene l’intera troupe del film, molti pensano che Eyes Wide Shut, per quanto kubrickiano a 360 gradi, non sia in ogni sua minima parte come lo avrebbe voluto Kubrick – non nella misura in cui lo sono stati suoi precedenti film, per intenderci. Nei credits, per esempio, appare come ultimo brano della colonna sonora Wien, du Stadt meiner Träume (Vienna, città dei miei sogni). In realtà nel film non c’è traccia di questo brano, al che la sua posizione nei credits ha lasciato supporre che avesse dovuto essere utilizzato nelle fasi finali del film, quelle in cui Bill ed Alice discutono sul loro futuro nel centro commerciale – dove invece il brano di sottofondo è Jingle Bells.

– A quanto appena esposto nell’ultimo punto, citiamo un altro aspetto senza dubbio più noto. L’allusione è alle “correzioni” digitali operate successivamente per accordi contrattuali con la Warner. Lo storico collaboratore di Kubrick, Jan Harlan, chiese al regista come avrebbe avuto intenzione di far passare la famosa scena dell’orgia. Pur nient’affatto preoccupato, Kubrick, a quanto pare, ebbe modo di dire che l’unica alternativa che avrebbe preso in considerazione sarebbe stata quella di aggiungere persone digitalmente. In realtà così avvenne, ma il dubbio rimane. In ogni caso la versione “non corretta” è rimasta comunque accessibile.

Insomma, tanto e tanto altro si potrebbe dire di quest’ultimo tassello della filmografia di uno dei registi più visionari della storia. Probabilmente non basterebbe un libro, sicuramente non basta un articolo. Tanti, troppi rimangono i “misteri” (se così vogliamo definirli) che attanagliano questo film. E non poteva essere altrimenti, visto e considerato che rappresenta l’ultima opera di Kubrick. Christiane, sua moglie, afferma addirittura che per suo marito questo fu il suo miglior film.

Quale che sia la verità, poco importa. L’ambiguità che permea Eyes Wide Shut costituisce in realtà il vero punto di forza della pellicola, oltre che, in fin dei conti, assecondare il profilo che da sempre il geniale autore si è portato dietro. Difficile trovare un regista che ha diviso così tanto la critica, non soltanto a livello di giudizi, ma ancora di più a livello interpretativo. Per alcuni un moralista, per altri un lascivo fomentatore di sesso e violenza sfrenati. Bacchettone e corruttore di coscienze insomma, identità racchiuse in un solo personaggio (sic).

Basti citare il caso di Arancia Meccanica, di cui lo stesso Kubrick dovette chiedere il ritiro dai cinema britannici perché veementemente minacciato da troppe associazioni più o meno credibili. Ma il fatto stesso che in quel caso la Warner Bros. decise di assecondare la richiesta di Kubrick, perdendo fior di quattrini, la dice lunga sulla portata del personaggio in questione. Fermiamoci qui allora, non prima di invitare caldamente alla visione di Eyes Wide Shut, pellicola che, in fin dei conti, chiude splendidamente una carriera sfolgorante – anche se Kubrick soleva affermare che avrebbe voluto girare molti più film di quelli che ha girato. Una summa del suo pensiero, tra l’altro, componente che per un regista come lui risulta essenziale. Quanti altri sono riusciti a servirsi di questo mezzo così efficacemente per mettere in mostra un sistema di pensiero così complesso?