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Torino 2011: Midnight in Paris di Woody Allen – la recensione in anteprima

La Mezzanotte a Parigi vista da Woody Allen: Owen Wilson è il protagonista, dal 2 dicembre nelle sale italiane.

pubblicato 28 Novembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 06:09

Una giovane coppia di americani, Gil e Inez, si trova a Parigi al seguito dei genitori della ragazza, John e Helen. Mentre per John si tratta di un viaggio d’affari, per Gil, uno sceneggiatore stanco del mondo di Hollywood, la vacanza è invece un’occasione per trovare l’ispirazione per il suo primo romanzo. La fidanzata cerca però di scoraggiarlo, ritenendo che la carriera di sceneggiatore sia molto più remunerativa. Ma il fascino della capitale francese, che aveva già ammaliato Gil quando da ragazzo vi aveva trascorso un periodo, non tarda a farsi sentire nuovamente: conquistato dalla notte parigina, lo sceneggiatore si troverà a vivere negli anni Venti, incontrando i suoi più amati scrittori e artisti dell’epoca.

Che autore è, oggi, Woody Allen? A dare un’occhiata ai suoi film dell’ultimo decennio viene da domandarselo (ancora). Pare un regista in costante ricerca d’ispirazione. Un’ispirazione che non sempre è arrivata. L’altalenante incontro con Londra (la presunta “trilogia” inglese Match Point, Scoop, Sogni e delitti), il discusso incontro con Barcellona (Vicky Cristina Barcelona). Poi il ritorno a New York con Basta che funzioni, uno dei suoi risultati più alti degli ultimi anni (ma lo script era degli anni 70). Poi torna a Londra, con Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, e si va ancora giù in questa giostra impazzita in cui neanche il regista sembra essere convinto di ciò che vuole.

Arriva così un nuovo territorio da esplorare, ovvero Parigi. Con tutta la sua storia, la sua magia, la sua atmosfera. Terra di cinema, di arte, di letteratura: c’è forse un posto migliore per ritrovare quindi l’ispirazione? Allen fa un po’ quello che aveva fatto con La rosa purpurea del Cairo (uno dei suoi più bei capolavori): invece di giocare con il cinematografo, gioca con la letteratura e l’arte. L’intuizione di partenza: ogni giorno a mezzanotte Gil prende un taxi che lo trasporta direttamente nella sua epoca preferita, ovvero nella Parigi degli anni 20.

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Qui incontra i suoi idoli di sempre, da Francis Scott Fitzgerald a Hemingway (impagabili i suoi discorsi serissimi!). Fa anche leggere il suo romanzo a Gertrude Stein, mentre Picasso tenta di fare il ritratto ad una certa Adriana. Gil inizia a frequentare tutte le sere questa ragazza, mentre i rapporti con Inez iniziano ad incrinarsi. Dopotutto forse Gil e Inez sono sempre stati incompatibili: lei vuole sposarsi e andare a vivere a Malibu, mentre lui vorrebbe vivere ovviamente a Parigi. E poi i genitori di lei sono ultra-repubblicani e patriottici…

Allen rischia grosso a creare una trama che gira attorno praticamente solo agli incontri del suo protagonista con figure illustri. Ma, con una grazia che il regista non ritrovava davvero da anni ed una capacità di gestire il materiale da vero maestro, scrive e gira un film delizioso, divertente e coltissimo, con attimi di puro genio. I surrealisti, che ovviamente dicono che il fatto che Gil abbia viaggiato nel tempo è normale!, vedrebbero la sua storia come soggetto perfetto per un loro progetto: Man Ray per una fotografia, Buñuel per un film. Gil tra l’altro suggerisce praticamente al regista il soggetto per il suo futuro L’angelo sterminatore, lasciandolo pensieroso sul fatto che dei borghesi non riescano ad uscire dalla casa in cui sono “intrappolati”…!

A fare da collante alla serie di incontri, vero perno della sceneggiatura, c’è ovviamente Parigi. Ma non si tratta di uno spot come Vicky Cristina Barcelona: Allen apre il film con una serie di inquadrature della città, con il Louvre, la Torre Eiffel, il Moulin Rouge, le strade i tetti i fiumi i cafè le macchine la gente… Fattò ciò, si dedica al film, e ad una storia d’amore, quella tra Gil e Adriana, che descrive con vera delicatezza, facendoci entrare nel cuore i due personaggi. Il tutto mentre lo spettatore continua a ridere di gusto per le “solite” battute geniali del’autore e per alcuni gustosi cammei (Brody è impagabile come Dalì).

Bravo Owen Wilson nel ruolo del protagonista, ed è sicuramente ben accompagnato da attori in stato di grazia, ad incominciare da una magnifica Marion Cotillard. La loro “ultima” scena assieme fa capire pienamente il senso ultimo del film, e ci ricorda quindi davvero che autore sa essere Allen. Perché Midnight in Paris è sicuramente un’opera sognante e nostalgica, che guarda con amore ad un’epoca che fu. Ma sa anche che quell’epoca non tornerà mai più, che la vita è qui e ora, nel presente, e che ogni presente avrà la sua “epoca d’oro” di riferimento (Gauguin vorrebbe vivere… nel Rinascimento!). Allen, dopo aver girato quindi un film nostalgico, torna coi piedi per terra e ammazza con un colpo d’ala tutta la nostalgia accumulata: tanto la pioggia, che rende la città unica al mondo secondo Gil, a Parigi c’è anche oggi…

Voto Gabriele: 8.5
Voto Simona: 8.5

Midnight in Paris (Usa 2011 – Commedia – 100′) regia di Woody Allen con Owen Wilson, Marion Cotillard, Adrien Brody, Rachel McAdams, Kathy Bates, Michael Sheen, Carla Bruni, Alison Pill, Léa Seydoux, Tom Hiddleston. Dal 2 dicembre al cinema, ecco il trailer italiano.

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