Home Festa del Cinema di Roma Roma 2013 – trionfo Hunger Games Day: resoconto di una giornata particolare

Roma 2013 – trionfo Hunger Games Day: resoconto di una giornata particolare

Ci sono cose che voi umani potete solo immaginare, tanto da provare a raccontarvele. Perché ciò che si è visto oggi a Roma per il red carpet di Hunger Games – La ragazza di fuoco è già Storia

pubblicato 14 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:19

Il delirio puro. La follia. L’esagerazione. In 8 edizioni fino ad oggi andate ‘in onda’ il Festival Internazionale del Film di Roma non aveva mai vissuto una giornata come quella di oggi, ribattezzata sin dalla mattinata ‘Hunger Games Day‘. Perché in arrivo nella Capitale c’era non solo il regista de La Ragazza di Fuoco, Francis Lawrence, ma anche i suoi tre protagonisti, ovvero Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth.

Biglietti andati a ruba nel giro di 24 ore, proiezioni aggiuntive (qui la nostra recensione) ma soprattutto un red carpet attesissimo. Anzi dovremmo forse dire IL red carpet, che ha clamorosamente paralizzato l’intero Auditorium Parco della Musica tirato su da Renzo Piano. Sin dalle 8 del mattino erano in centinaia i fan assiepati all’esterno della struttura. Molti di questi avevano dormito con i sacchi a pelo al freddo e al gelo. Con il passare delle ore quelle centinaia di ‘anime’ si sono moltiplicate. Per 10, per 20, per 100. Tipo Gremlins. Ma senza acqua. La Cavea dell’Auditorium, utilizzata d’estate per i concerti all’aperto e in grado di contenere circa 8/10.000 persone, alle 16 del pomeriggio era gremita. Sulle scale, sui cornicioni, ovunque c’erano fan. Ai bordi del tappeto rosso, transennato e tenuto d’occhio da decine di guardie, almeno altri 3/4.000 esagitati. Spesso accompagnati dai genitori. Con cartelloni, iPad, libri, zaini. Chiuso l’ingresso, sbarrato, per non far affluire altri curiosi. Che premevano, ovviamente, per sfondare ed entrare.

Due bimbe sono state portate in infermeria perché schiacciate dalla folla, mentre persino la polizia è dovuta intervenire per sedare gli animi. La polizia sul tappeto rosso. Quel che si è visto tra le 17 e le 19, momento in cui il cast di Hunger Games si preparava ad abbandonare il red carpet dopo una mezz’ora abbondante di sorrisi, autografi, foto ed interviste, non si era forse mai visto in nessuna anteprima ospitata in Italia. Gli stessi attori della pellicola sono apparsi increduli, impressionati, senza parole. Pochi giorni fa a Londra per l’anteprima mondiale, Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth sono stati accolti trionfalmente da Roma e dall’Italia, ovvero un Paese che solo 20 mesi fa aveva inspiegabilmente snobbato il primo capitolo della saga, con poco più di 3 milioni di euro d’incasso. Briciole rispetto agli oltre 400 milioni di dollari raggranellati in America, per poi riscoprirlo con l’homevideo e tramutare questo sequel in un fenomeno mediatico-sociale. Tanto da puntare al tetto dei 15/20 milioni di euro, che potrebbe a sorpresa ma con merito cadere.

Nemmeno quando vennero Kristen Stewart e Robert Pattinson il pubblico del Festival reagì in questo modo. Neanche ai tempi di Zac Efron e Vanessa Hudgens, nella Capitale per High School Musical 3, ci furono scene di cotanta follia. Persino Taylor Lautner non ebbe tale successo. Chi scrive è rimasto semplicemente basito, stupito, sconvolto. Ho ‘ammirato’ lo spettacolo da non troppo vicino, per osservare i particolari, i volti di chi da 24 ore era in attesa dei suoi miti. Le smorfie degli esausti ed impauriti addetti al contenimento; i sorrisi delle mamme e dei papà complici dei propri figli minorenni; le bocche spalancate dei giornalisti, stranieri compresi, ovviamente increduli dallo spettacolo che stava andando in scena. Tutto questo in un tripudio di urla indescrivibili, assillanti e continue, con decibel da guiness dei primati, decine di telecamere e cameraman aggrappati ovunque, paparazzi impazziti, flashmob, adolescenti in lacrime, immancabili litigi, momenti di tensione tra gli organizzatori, un maxischermo inspiegabilmente assente (e sottolinerei l’inspiegabilmente), orchestre improvvisate, striscioni come se stessimo allo stadio e un Marco Muller dal ghigno ovviamente soddisfatto. Perché il ‘colpo’ Hunger Games 2 ha probabilmente ‘confermato’ per almeno un altro anno il Festival Internazionale del Film di Roma. Oggi davvero tornato Festa. Festa per il pubblico, mai così numeroso in passato in quasi 10 anni di vita, per grandi, piccini ed adolescenti, ma anche per quei divi hollywoodiani che dopo essersi fatti attendere per tutto il giorno (40 minuti di ritardo in conferenza stampa e altri 40 sul tappeto rosso) sono stati così ripagati. Con amore misto a pura venerazione. Che a Londra, così come a New York, Toronto, Madrid o Tokyo, difficilmente potrà mai essere tanto esplosiva.

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