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2 automnes 3 hivers: recensione del film in concorso a Torino 2013

Torino Film Festival 2013: amicizia e amore in 2 automnes 3 hivers, il nuovo film di Sébastien Betbeder. Molto francese, vero, ma anche affettuoso e toccante. Uno spaccato di vita raccontato con fresca energia. In concorso.

pubblicato 25 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:57

Nouvelle Vague, l’amata Nouvelle Vague. Col quale il cinema francese di oggi non può fare a meno di tornare ogni due per tre a confrontarsi, soprattutto nel caso di registi giovani. Il modello di riferimento di una stagione d’oro del cinema francese è anche il primo metro di paragone di 2 automnes 3 hivers, il nuovo film di Sébastien Betbeder.

Per qualcuno il suo ultimo lavoro è forse un filo “troppo francese”, e un po’ hanno ragione. Betbeder nel suo stile e nei suoi rimandi ci sguazza un po’ troppo e la tira volutamente per le lunghe, ma sa anche tirare le fila del discorso per bene, confezionando un prodotto che parla d’amore e di amicizia in modo affettuoso, delicato e a tratti profondamente toccante.

A trentatré anni Arman decide che è giunto il momento di cambiare vita: il primo passo è andare a correre. Così il sabato va al parco con le migliori intenzioni, e alla prima curva si scontra con Amélie: molto prima del previsto, la sua vita cambia davvero. Al destino della coppia è legato quello di Benjamin, il migliore amico di Arman, che ha un infarto in seguito a una caduta: mentre i mesi passano le vite dei tre si incrociano, tra ricordi, incidenti e storie d’amore.

Dicevamo che il modello di riferimento del film è il cinema della Nouvelle Vague. Betbeder usa moltissimi degli artifici dei film di quella “nuova ondata” che rivoluzionò il linguaggio e il mezzo cinematografico. Però oggi non c’è più nulla di nuovo nella struttura a capitoli, nella continua voce over, nello sguardo in macchina, nel dialogo di un personaggio che rompe la quarta parete rivolgendosi direttamente al pubblico, lo sappiamo.


Ma usando tutti questi mezzi stilistici, l’autore dichiara che “tra il pubblico e i personaggi si crea un rapporto intimo e speciale, accade qualcosa di magico e unico quando chi sta sullo schermo ti guarda e ti parla direttamente”. Effettivamente, se all’inizio si pensa che 2 automnes 3 hivers non reggerà per niente per tutta la sua durata, alla fine arriva a destinazione proprio in questo modo, instaurando un rapporto speciale tra spettatore e personaggi e ripagando emotivamente.

Il film si divide in tre macro-sezioni, composte da brevi capitoletti. La prima parte riguarda l’autunno 2009, e subito ci vengono introdotti i tre protagonisti e le situazioni in cui si sono conosciuti a vicenda. Ad esempio il momento in cui Amélie diventa la compagna di Arman avviene a causa di un inquietante incontro con due rapitori, mentre scopriamo che Benjamin ha rischiato grosso poco dopo a causa di un ictus.

La seconda parte racconta cosa accade nell’inverno a cavallo tra 2010 e 2011. Qui la storia d’amore tra Amélie e Arman inizia pian piano a scricchiolare, in quella che è una vera parabola discendente della loro relazione. Infine si arriva all’epilogo, che prova a tirare le fila del discorso e dei sentimenti di questi trentenni fragili, insicuri e pieni di paura.

“La paura è illogica”, dichiara Amélie. 2 automnes 3 hivers riesce a raccontare anche la paura, con una fresca energia quasi degna del cinema della Donzelli. Racconta in fin dei conti uno spaccato generazionale francese che potrebbe corrispondere a quello narrato dagli autori del Mumblecore in America. Forse il paragone è azzardato, ma sicuramente Betbeder ha visto molto cinema oltre a quello della Nouvelle Vague, e sa farlo suo e “usarlo” con personalità.

Voto di Gabriele: 7

2 Autumns 3 Winters (Francia 2013, drammatico 93′) di Sébastien Betbeder; con Vincent Macaigne, Maud Wyler, Bastien Bouillon, Thomas Blanchard, Audrey Bastien, Olivier Chantreau, Jean-Quentin Châtelain, Pauline Etienne. Qui il trailer.

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