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Novembre al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Finalmente nelle nostre sale due dei migliori film passati a Cannes durante l’ultima, scoppiettante rassegna, ossia Il passato e Venere in pelliccia. E tra FLOP «rispetto alle premesse» e FLOP tout court, ecco le nostre preferenze per il mese che si accinge oramai a lasciarci

pubblicato 30 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:49

Gabriele

  • TOP: Il passato di Asghar Farhadi – dopo il successo di critica pazzesco raggiunto con Una separazione, è quasi un miracolo che Farhadi abbia sfornato un film del genere. Che non raggiunge quelle vette, ma resta straordinario nella costruzione dei personaggi, dell’atmosfera e dei dettagli. Un diesel che carbura angoscia, ansia e dolore.
  • FLOP: The Canyons di Paul Schrader – francamente non il peggio che si vede in giro. Però deludente rispetto a premesse, regista, sceneggiatore e cast “folle”. Va bene il ragionamento sul cinema e la sua morte, va bene tutto, però non posso non chiedermi: tutto qui? Un film più interessante nei suoi risvolti produttivi e nelle intenzioni che nel risultato.

Pietro

  • TOP: Thor: The Dark World di Alan Taylor – dopo un esordio poco convincente mortificato nella sua dimensione “terrestre”, il cambio di regia giova alla seconda incursione su grande schermo del Dio del tuono. In questo sequel gli effetti visivi risultano coinvolgenti, l’ambientazione di ampio respiro e meno patinata dell’originale, c’è più spazio per i personaggi di contorno e lo humour risulta ben calibrato come avevamo visto in The Avengers e purtroppo come non è accaduto nel deludente Iron Man 3 afflitto da una deriva clownesca e fracassona.
  • Machete Kills di Robert Rodriguez – Rodriguez per questo sequel preme l’acceleratore e punta su una dissacrante ironia all’insegna della citazione confezionando di fatto un folle ed efferato action “cartoonizzato” all’estremo e come fece a suo tempo il collega Sam Raimi con Evil Dead 2, anche Rodriguez gioca con lo spettatore, lo sfida con compiaciuta e irresistibile teatralità e non ha alcun timore di ammiccare sempre più ad un pubblico di cultori.
  • FLOP: Questo mese nessun flop eclatante registrato tra i film visionati.

Federico

  • TOP: Il passato di Asghar Farhadi – la difficile conferma dopo il trionfo di Una Separazione, per il grande Asghar Farhadi, con un film fatto di menzogne, silenzi, isterismi, che tanto dice ma troppo volutamente tace, intrecciando amore e odio, disprezzo e vergogna. Sentimenti magistralmente cucinati in un film che potrebbe diventare la principale portata tra i titoli ‘stranieri’ ai prossimi Oscar.
  • FLOP: Thor: the Dark World di Alan Taylor – la mia ‘vera’ delusione del mese di novembre. Troppo demenziale nel suo trascinarsi, troppo ‘finto’ nel vivere quasi interamente ad Asgard, con annesso eccessivo uso di CG, troppo poco Tom Hiddleston, attore straordinario il cui personaggio poteva e avrebbe dovuto avere maggiore spazio. Nel complesso un divertente minestrone che non regge al paragone con il primo capitolo ne’ con il terzo Iron Man visto pochi mesi fa. Un passo indietro per la Marvel. Capita di rado, ma capita.

Andrea

  • TOP: Venere in pelliccia di Roman Polanski – quasi un capriccio questo esempio di cinema-teatro che Polanski ha adattato dall’opera omonima di David Ives. Un film malizioso, pungente e divinamente girato che rischia tuttavia di diventare uno dei suoi film più riusciti da vent’anni a questa parte, nonché, probabilmente, una delle perle di questa stagione. Cinema claustrofobico affidato a pochi attori e un solo luogo, il teatro, dove un semplice provino per una pièce sadomaso diventa la favilla che innesca una battaglia fra sessi condotta a colpi di parole, seduzione e sottomissione. La direzione degli attori è da manuale del cinema, così come lo sono gli interpreti. Lei, Emmanuelle Seigneur, splendidamente sboccata e sensuale; lui , Mathieu Amalric, perfino amabile durante quel progressivo soccombere alla Dea. Cinema non per tutti, anche se tutti in realtà dovrebbero amare questo cinema.
  • FLOP: Fuga di cervelli di Paolo Ruffini – tristissimo remake di una commedia spagnola inedita per l’Italia. Ruffini deve aver pensato che stavolta, rispetto al fenomeno “Benvenuti al Sud”, in pochi si sarebbero accorti del “copia e incolla” operato. Peccato però che stavolta il film preso a modello sia solo un esempio di comicità (europea) greve e inutile, quella comicità insomma che in Italia non stanca di attirare le mosche accorse anche stavolta (neanche troppo inspiegabilmente) a vederlo. Ennesimo colpo all’ormai irrimediabilmente grezzo gusto dei giovanissimi, quella fascia il cui inesorabile arretramento culturale oggi pare non allarmare più nessuno. Specie quei produttori che pianificano prodotti simili a tavolino quasi fosse un attentato. Al cervello ovviamente.

Antonio

  • TOP: Jiro e l’arte del Sushi di David Gelb – so già che i due film che mi avrebbero messo in difficoltà per il TOP di questo mese sono già stati “scelti”. Non che la cosa costituisca impedimento, ma dato che Il passato e Venere in pelliccia già figurano in maniera oltremodo meritata tra le preferenze dei miei colleghi, preferisco dar spazio a quell’incantevole documentario uscito qualche giorno fa nelle nostre sale e passato inevitabilmente in sordina. Siete ancora in tempo per recuperarlo ed innamorarvi, se non del sushi, quantomeno dell’arte di prepararlo. Ma c’è molto di più in Jiro Dreams of Sushi. Gelb si limita ad integrare quel tocco di eleganza e sontuosità che, magari per ignoranza o per cattiva abitudine, non ti aspetteresti da un documentario. Il genere, per l’ennesima volta, si prende la propria rivincita. Qui la nostra recensione.
  • FLOP: Fuga di cervelli di Paolo Ruffini – un collage di gag ed uscite dal tenore non troppo dissimile rispetto a quello di Colorado Café non basta a reggere. Fuga di cervelli, semplicemente, non è credibile. E no, non rileva che qualche battuta faccia ridere: anche perché lo schema è già saturo e troppe sono le barriere all’ingresso.