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Stasera in tv: “Io, loro e Lara” su Rete 4

Rete 4 stasera propone “Io, loro e Lara”, commedia del 2010 diretta da Carlo Verdone e interpretata da Carlo Verdone, Laura Chiatti e Marco Giallini.

15 Giugno 2021 06:41

Cast e personaggi

Carlo Verdone: Padre Carlo Mascolo
Laura Chiatti: Lara
Angela Finocchiaro: dott.ssa Elisa Draghi
Anna Bonaiuto: Beatrice Mascolo, la sorella
Marco Giallini: Luigi Mascolo, il fratello
Sergio Fiorentini: Alberto Mascolo
Giorgia Cardaci: Francesca
Tamara Di Giulio: Eva
Agnese Claisse: Aida
Olga Balan: Olga
Marco Guadagno: padre Giulio
Roberto Sbaratto: padre Savastano

La trama


Padre Carlo Mascolo (Carlo Verdone) è un missionario che vive in un villaggio nel cuore dell’Africa dove, parole sue, fa “il medico, il preside, l’agricoltore, il meccanico e lo sceriffo a tempo pieno”. Da qualche tempo avverte i sintomi di una crisi spirituale che lo angoscia sempre di più. Dunque decide di tornare a Roma per parlarne ai suoi superiore. Il suo padre spirituale lo tranquillizza, a volte è necessaria una pausa di ri flessione. Lo esorta a trascorrere un po’ di tempo in famiglia per ritrovare se stesso attraverso il calore dei propri cari. Intanto da un’altra parte della città, in un minuscolo appartamentino di periferia, una misteriosa ragazza fa dei colloqui con un assistente sociale. Sembra che la ragazza, Lara, abbia avuto dei seri problemi in passato che adesso sta cercando di risolvere. Ma nonostante l’aria da educanda che ostenta con l’assistente sociale, Lara conduce una doppia vita. Di notte, di fronte ad una webcam si trasforma in una sensualissima modella in latex e tacchi a spillo. Nel frattempo, Carlo si presenta a casa di suo padre Alberto, nel grande appartamento dove è cresciuto insieme ai due fratelli Luigi e Bea. Qui cominciano le prime sorprese. Suo padre ha un aspetto decisamente ringiovanito e arzillo. Infatti Alberto ha dato una sterzata alla sua vita di vedovo in pensione e ha appena sposato Olga, la prosperosa badante ucraina. Carlo trasecola. Ora Alberto e Olga frequentano lezioni di danza latino americana, in casa non vi è più traccia della presenza della madre, il passato sembra spazzato via per sempre. Carlo corre dalla sorella e dal fratello per chiedere spiegazioni di questa trasformazione. Li trova imbestialiti e decisi a sferrare guerra all’ucraina usurpatrice. Senza mezzi termini Bea e Luigi gli espongono le loro ragioni: quella donna sta sifonando tutti i risparmi del padre dal suo conto in banca e finirà per prendersi anche l’appartamento. Per accelerare i tempi, Olga ha un piano diabolico: sfiancare il padre con le lezioni di ballo, sottrargli le medicine per il cuore e farlo fuori in tempi brevissimi. Carlo tenta debolmente di ridimensionare la situazione e calmare i fratelli. Ma quelli insistono: bisogna sferrare un attacco durissimo prima che sia troppo tardi altrimenti Carlo si troverà a dover celebrare il funerale di Alberto. Se, rientrando in famiglia, Carlo sperava di trovare conforto, parole che potessero aiutarlo a superare la sua crisi spirituale, si trova invece costretto a fronteggiare rancori, dirimere questioni di denaro, placare furori razzisti. E non c’è nessuno assolutamente interessato ad ascoltarlo. Una notte squilla il telefono, è un vicino di casa del padre che li avvisa di venire subito. E’ successa una disgrazia. Ma le cose non sono andate come i fratelli avevano pronosticato. Il destino a volte gioca brutti scherzi. Infatti, da questo momento, i destini della famiglia Mascolo cominciano ad intrecciarsi con quello di Lara, il personaggio enigmatico e sorprendente che nessuno si aspettava di dover fronteggiare. Sarà lei a portare il vero scompiglio nella vita dei tre fratelli e in quella di Carlo in particolare.

Il nostro commento

Nelle precedenti pellicole avevamo trovato un Carlo Verdone alle prese con una empasse creativa che lo ha prima portato a tentare di coniugare la sua fase cinico/riflessiva con il cinema d’intrattenimento, vedi Il mio miglior nemico, in seguito a tentare di accontentare il grande pubblico che richiedeva a gran voce un nuovo film a episodi, andando così incontro ad un debacle con Grande, grosso e verdone. Poi è finalmente arrivato Io, loro e Lara, il film che attendevamo e in cui Verdone si avvicina finalmente ad un equilibrio ritrovato pescando suggestioni e atmosfere dal suo passato e traendole da un paio di pellicole in particolare, Io e mia sorella e Stasera a casa di Alice che avevano questa punta di amarezza di fondo, smussata dai tipici e spassosi tic “verdoniani”. Verdone nel ritrarre un sacerdote in crisi di fede non cade in tentazione attingendo nella galleria di caricature di religiosi che hanno contrassegnato la sua carriera telvisiva e cinematografica, ma bensì imbastisce una caratterizzazione nuova di zecca, al passo con i tempi e in sintonia sia con il Verdone uomo che attore, un esilarante mix di insicurezza e autoironia che regala al suo “Padre Carlo” un’umanità coinvolgente.

Note di produzione

L’idea di “Io, Loro e Lara” si concretizza nel settembre 2008 dopo aver passato quasi due mesi a costruire un soggetto, poi messo nel cassetto, sulla storia di una grande famiglia. Era questo un film molto complesso ed ambizioso e il motivo dell’abbandono risiedeva nei tempi molto lunghi che richiedeva la stesura della sceneggiatura. In poche parole non avremmo consegnato in tempo il copione alla Warner per metà Gennaio 2009. Ma spesso da una crisi nasce, quasi per miracolo, un’altra intuizione folgorante. Quando Pasquale Plastino mi chiese di riflettere sulla figura di un “prete moderno” e Francesca Marciano aggiunse “missionario” ed io replicai “in crisi con la fede”, rimanemmo per molti minuti in silenzio ad elaborare velocemente in che modo un prete potesse entrare in un racconto di commedia. Volevo evitare assolutamente gli stereotipi visti e stravisti nelle precedenti commedie italiane degli ultimi quarant’anni. E, pur nella comicità di un racconto brillante, mi appassionava molto l’idea di interpretare un ruolo molto delicato, assolutamente agli antipodi dalle figure clericali, presenti come “macchiette perfette”, in Un Sacco Bello, Acqua e Sapone e Viaggi di Nozze. No, qui si trattava di entrare perfettamente nella psiche di un sacerdote dei giorni d’oggi, rendendolo “vero” con le sue fragilità, i suoi momentanei tormenti, la sua disciplina interiore e il suo grande buon senso. Di aiuto mi sono stati alcuni miei amici sacerdoti, ben distanti da una vecchia impostazione clericale. Amici con i quali parlo di tutto, mi confido, polemizzo e condivido interessi culturali. E non ultimo l’aver constatato che mentre le chiese del centro storico sono poco frequentate, quelle di alcune periferie, seguite da preti giovani e molto preparati, sono affollate e piene di ragazzi. E il successo di queste parrocchie decentrate risiede proprio in un approccio molto diretto, in colloqui senza tabù, nella personalità non solo autorevole, ma semplice e abbordabile di giovani preti che hanno saputo stendere un formidabile filo comunicativo con i fedeli. [Carlo Verdone]

La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono di Fabio Liberatori, compositore romano assiduo collaboratore di Carlo Verdone per il quale ha musicato quasi l’intera filmografia da Borotalco (1982) al recentissimo Posti in piedi in paradiso (2012) passando per Acqua e sapone (1983), I due carabinieri (1984), Viaggi di nozze (1995), C’era un cinese in coma (2000) e Grande, grosso e Verdone (2008).
  • La colonna sonora include anche i seguenti brani: “World Citizen (I Won’t Disappointed)” di David Sylvian e Ryuichi Sakamoto, “All That You Give” di Cinematic Orchestra e “Dinah & the Beautiful Blue” di Thomas Feiner and Anywhen.

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