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Bel Ami – Storia di un Seduttore: Recensione in Anteprima

Cineblog recensisce in anteprima Bel Ami – Storia di un Seduttore, con Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci

pubblicato 12 Aprile 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 02:21

La Parigi di fine ‘800 pare sia stata davvero un bel posto. Oltre ad essere decisamente ricca, era talmente avanzata da portare in dote vizi e virtù che, con un’innegabile fedeltà, troviamo anche nei decenni a venire, fino ai giorni nostri. Ma questa è anche la cornice della torbida vicenda al centro di Bel Ami – Storia di un Seduttore, esordio alla regia per il duo composto da Declan Donnellan e Nick Ormerod. Fattesi le ossa in ambito teatrale, ai due tocca portare sul grande schermo un romanzo piuttosto controverso come quello di Guy de Maupassant.

Il protagonista, Georges Duroy (Robert Pattinson), anche detto Bel Ami, è un giovane reduce di guerra, che cerca di restare a galla in una Parigi dove sfarzo e ostentazione sono all’ordine del giorno. Ma senza addentrarci in un’inopportuna analisi sociologica della capitale francese del tempo, anche il più distratto capirebbe che a tanta, sfrenata agiatezza non possono che corrispondere vizi altrettanto pronunciati.

Il romanzo di de Maupassant, prima ancora che la pellicola, è quanto mai attuale e veritiero. Malato di sifilide al tempo in cui lo scrisse, questa vicinanza alla morte, probabilmente, spinse l’autore a non perder tempo nel filtrare una realtà che già da sola tendeva a superare la fantasia, e che comunque andava raccontata così per com’era. Una storia forte, ancora di più per l’epoca, ma che probabilmente ha ceduto parte della propria veemenza al passaggio dalle pagine alla pellicola.


Bel Ami, il film, è come una storia raccontata senza che il narratore aggiunga quel pizzico di pathos che la rende se non credibile, certamente interessante. Non stentiamo a credere che il lavoro di Donnellan e Ormerod sia stato condotto fedelmente all’opera da cui ha tratto ispirazione; vuoi per rispetto, vuoi perché in quelle pagine pare esserci già tutto. Ma il cinema è pur sempre un universo a sé stante, ed abbisogna di misure che quantomeno arginino quelle differenze che spesso limitano certi adattamenti.

Da registi teatrali quali sono, il duo dimostra di avere un certo occhio nel disporre ciò che si trova dinanzi alla telecamera. Un gusto innegabile, debitore (a dire soprattutto della costumista) anche delle tele di Boldini, la cui influenza può in qualche modo essere colta anche da chi, come noi, bazzica poco presso certi lidi. Ma è sul piano dei contenuti che qualcosa evidentemente cede.

Se la scelta di Robert Pattinson quale protagonista è condivisibile per via della presa che tale presenza potrebbe avere sulle generazioni più giovani, un po’ meno azzeccata si rivela sotto altri aspetti. E’ un Pattinson più maturo, è vero, ma ancora troppo forzato, a tratti eccessivamente costruito. Il suo stile resta ancora oltremodo ancorato alla recitazione, aspetto che lo penalizza in più frangenti e che per certi versi lo rende in troppe occasioni poco credibile.

In particolare, il fu Edward Cullen resta quasi schiacciato dalle prove di ottime attrici come Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci. Quest’ultima, in particolare, rappresenta a nostro parere una piacevole sorpresa, non tanto perché in passato non abbia in qualche modo dimostrato di saper reggere certi ruoli, bensì per via dell’eleganza e della dolcezza di cui è permeata la sua interpretazione. Senza dubbio è sul suo personaggio che è stato operato il miglior lavoro; più naturale, più sciolta e certamente più addentro nella parte rispetto a tutti gli altri. D’altro canto il suo è un ruolo tutt’altro che marginale.

Ma come abbiamo accennato poco sopra, non tanto sulla forma quanto sul contenuto abbiamo da ridire. Se da un lato è perfettamente ammissibile che la narrazione si conceda una buona mezz’ora per ingranare, più difficile risulta tralasciare il mancato approfondimento di tematiche capitali. Bel Ami altro non è che un arrivista, un arrampicatore sociale dei nostri giorni, che si serve del proprio aspetto per compensare ciò che gli manca in termini di abilità.

Man mano che riesce a farsi spazio in quel mondo infracidito da continui sotterfugi e nauseanti macchinazioni, anche lui si adegua, formato da istituzioni che lo rendono il più spietato tra gli spietati. Una farsa in cui danzano personaggi equivoci, i quali conducono subdole macchinazioni al fine di ottenere gratificazioni spesso riprovevoli. Anche in relazione a tale componente spicca la bravura della Ricci, capace di comprendere ed interpretare una Clotilde che, in fondo, è la più umana di tutti in quel teatrino d’avanspettacolo, dove la depravazione è certamente una virtù, seppur comodamente fraintesa. In un simile contesto, insomma, il sesso non è che mero strumento, non finalizzato al puro piacere.


Ecco, qui la verve della pellicola tende a scemare, laddove la trama esigerebbe una speculazione più approfondita. Si sarebbe potuto far leva, per esempio, su certe inclinazioni connaturate all’uomo, come il tradimento, la smania di potere fine a sé stesso e tutto ciò che ne consegue. La tremenda violenza che è capace di infliggere agli altri e a sé stesso quando la propria vista è colma di odio.

Invece certe situazioni appaiono più misurate di quanto dovrebbero essere, limitate dalla semplice proposta dei fatti così per come sono. Vero è che a tal fine sarebbe necessitato uno slancio autoriale di cui forse ancora i due registi non si sentivano abbastanza sicuri, ma le tematiche toccate dalla storia sono talmente affascinanti e ripugnanti al tempo stesso, che non si può nascondere l’amaro in bocca.

Sotto altre coordinate, Bel Ami resta comunque in grado di appagare coloro che per esempio subiscono una certa fascinazione dagli scenari in costume. Il retaggio dei due seduti in cabina di regia ha dato buoni frutti in questo senso, anche in virtù di quanto dicevamo in apertura in merito ad un certo occhio per la scena. Un buon esordio, dunque, ma l’idea è quella di aver avuto tra le mani un’ottima carta (il romanzo di de Maupassant) e non averla giocata al meglio delle sue possibilità.

Voto di Antonio: 6

Bel Ami – Storia di un Seduttore (Drammatico, Gran Bretagna, 2012). Di Declan Donnellan e Nick Ormerod, con Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas, Christina Ricci, Colm Meaney, Philip Glenister, Holly Grainger, Natalia Tena e James Lance. Qui trovate il trailer italiano. Nelle nostre sale da domani, venerdì 13 Aprile.