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Hercules – La leggenda ha inizio: recensione in anteprima

Hercules – La leggenda ha inizio: o del cinema da 70 milioni di dollari che non si sa come siano stati usati. Digitale poverissimo, plot che è un furto continuo, professionalità assente (ma le tinte queer invece…). Renny Harlin colpisce ancora!

pubblicato 28 Gennaio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 04:44

C’era una volta Renny Harlin, registone tutto d’un pezzo proveniente dalla Finlandia che ha iniziato a lavorare in America quasi sin dagli esordi. A cavallo tra gli anni 80 e 90, quando veniva chiamato al timone di franchise come Nightmare (suo il 4) e Die Hard (suo il 2), sembrava essere indirizzato ad una carriera da onesto shooter.

Shooter lo è rimasto, ovviamente, ma con risultati che sono diventati man mano davvero improponibili. Da Blu Profondo a Driven, passando per Nella mente del serial killer e 12 Rounds, Harlin ha girato alcune tra le più grandi sòle del cinema americano recente. Tutta roba che andrebbe subito catalogata come straight-to-dvd, e che invece trova uno spazio inspiegabile in sala.

Non fa alcuna eccezione questo Hercules – La leggenda ha inizio, produzione Millennium piuttosto costosa. Si parla di ben 70 milioni di dollari: come siano stati usati tutti questi soldi è un po’ un mistero. Per carità, ci sono i vestiti, le scenografie, e poi regista, maestranze e tutto il resto. Ma se il risultato è quello che si vede sul grande schermo, non si riesce davvero a capire dove sia finito tutto ‘sto budget.

Ad essere molto generosi, per quello che è il prodotto finale, Hercules – La leggenda ha inizio si poteva fare tranquillamente con la metà dei soldi, con in più dei ricchi banchetti giornalieri per tutta la troupe al posto del catering. Ma come si può proporre una lotta con un leone in CGI così ridicolo? Ma com’è possibile pensare che il pubblico di oggi non rida di fronte a dell’acqua creata vistosamente al computer o di fronte a silhouette ritagliate e appiccicate su uno sfondo?

I puristi vi diranno che il vero problema del film è il modo in cui tradisce la mitologia greca. Per carità, sbagliano di grosso: chi si aspettava anche solo un minimo di rispetto per gli eventi leggendari che tutti conoscono ha evidentemente sbagliato sala (e non ha imparato nulla da un Troy, produzione comunque di altro “livello”).

Il film inizia con un lungo prologo in cui Alcmena, moglie del re Anfitrione, viene avvisata da Era che avrà un bimbo da Zeus, Hercules, destinato a sovvertire il regime del marito (e la scena del “rapporto invisibile” è già scult). Alcmena partorisce il bimbo e tiene nascosto il suo destino a tutti, anche a Hercules stesso.

20 anni dopo, la bellissima Ebe – di cui il protagonista è innamorato – viene promessa in sposa al fratello Ificle dallo stesso Anfitrione, che ha sempre provato nei confronti di Hercules del risentimento. Non solo: per punirlo di un tentativo di fuga con la ragazza, il tiranno lo manda in guerra, convinto che il ragazzo non sopravviverà mai. Va da sé che si tratta di un semidio che ancora non conosce le sue origini e le sue vere potenzialità…

Harlin saccheggia a piene mani tutto l’immaginario “mitologico”, greco-romano & co. contemporaneo. Qui in mezzo troverete di tutto, da 300 a Il Gladiatore, passando per la serie tv Spartacus con una spruzzata di Game of Thrones. La cosa più delirante però è che Hercules e Ificle, soprattutto dal punto di vista “estetico”, sembrano la versione Asylum di Thor e Loki.

Harlin ci prova poi ad ammorbidire tutte le sfumature queer nel rapporto tra Hercules e Sotero, capo del gruppo mandato in guerra dal re. Dopotutto entrambi gli uomini, che si ritrovano da soli a dover combattere e sopravvivere fianco a fianco, devono tornare a casa da due donne (ed è meglio specificarlo subito, per carità!). Ma come in The Covenant, lo “sguardo” è tutto puntato sul corpo maschile, in questo caso il corpo del toro Kellan Lutz. Che, povero!, ha un’abbronzatura posticcia improbabile.

Inutile parlare di recitazione, anche perché tutto è scritto in maniera che non si può recitare. E quando Lutz prova a commuoversi in un paio di occasioni, viene quasi voglia di entrare dentro lo schermo e dirgli “tranquillo, nessuno potrebbe pronunciare cose del genere (figurarsi te)”. Il ritmo latita dopo la prima mezz’ora, il tutto diventa di lunghezza esasperante (eppure viaggiamo attorno ai 90 minuti…), il finale è incomprensibile e la chiusa “lunare”, sempre in CGI poverissima, è da mani nei capelli.

Voto di Gabriele: 1
Voto di Antonio: 2

Hercules – La leggenda ha inizio (The Legend of Hercules, USA 2014, azione 98′) di Renny Harlin; con Kellan Lutz, Gaia Weiss, Scott Adkins, Roxanne McKee, Liam Garrigan, Liam McIntyre, Rade Serbedzija, Kenneth Cranham, Mariah Gale, Luke Newberry, Jukka Hilden, Johnathon Schaech. Qui il trailer italiano. Dal 30 gennaio 2014 in sala.