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Special Forces – Liberate l’ostaggio: la recensione in anteprima

Sugli schermi italiani questo venerdì, l’opera prima di Stéphane Rybojad

di simona
pubblicato 9 Maggio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 01:51

Afghanistan: la corrispondente di guerra Elsa Casanova viene presa in ostaggio dai talebani, assieme all’amico ed interprete Amin, dopo aver filmato la testimonianza a volto scoperto di una giovane donna vittima di abusi. Per evitare la sua imminente esecuzione da parte del leader Ahmed Zaief, viene inviata un’unità delle forze speciali per liberarla. Ha inizio un’incessante inseguimento tra i rapitori che non hanno alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire la loro preda e un gruppo di soldati che rischiano la vita per raggiungere il loro unico scopo: portarla a casa viva, superando il confine fra il Pakistan e l’Afghanistan. Una donna forte, indipendente e un gruppo di uomini d’onore messi insieme e costretti ad affrontare situazioni di grande pericolo, legati indissolubilmente in modo emotivo, violento e intimo…

Di storie di questo genere ne sono state raccontate tante, sia sugli schermi cinematografici che – purtroppo – sulle pagine di cronaca e nei servizi dei telegiornali. Special Forces – Liberate l’ostaggio è una storia di grande attualità e allo stesso tempo, come ha affermato il regista stesso, è una storia vecchia come il mondo. Ci sono sei valorosi cavalieri che salvano la principessa catturata dal Principe cattivo e che, per riuscire nella loro missione, devono attraversare la foresta del male mettendo in pericolo la loro vita.

Rispetto ad altri film dello stesso filone Special Forces, opera d’esordio nella fiction del documentarista Stéphane Rybojad, ha il pregio di non ridurre tutto ad uno spettacolare film d’azione dove, fra un’esplosione e l’altra, il soldato buono vince sul talebano cattivo…magari con un sorriso sornione sulle labbra ed una battuta di spirito. Oltre ad essere un buon prodotto, molto ben confezionato, offre uno sguardo inusuale alla dimensione umana dei protagonisti, alternado sequenze adrenaliniche ad altre più introspettive e profonde.


Foto, sinossi ufficiale ed intervista al regista di Special Forces (Forze Speciali - Dentro le linee nemiche)

E’ un film forte, tecnicamente ineccepibile, che si spinge un po’ oltre la superficie delle cose. I personaggi principali sono tutti ben caratterizzati e realistici nel loro essere fallibili e limitati; calati in un contesto culturale e religioso ben tratteggiato. Perfino lo spietato Ahmed Zaief non è il solito integralista religioso, ma un uomo colto che ha studiato in Europa e preferisce parlare in inglese piuttosto che nella propria lingua.

Certo, lo script (la prima stesura porta la firma di Stéphane Rybojad, che ha tratto ispirazione dal proprio documentario sulle Forze Speciali dell’esercito, ma è stato poi revisionato dalla giornalista Emmanuelle Collomb e dallo sceneggiatore Michael Cooper) non è del tutto priva di pecche e inciampa qua e là in facili stereotipi, ma l’ottima prova attoriale dell’intero cast, le atmosfere tese e la bellezza mozzafiato degli aspri paesaggi del Tagikistan (le scene in alta montagna, però, sono state girate sul Monte Bianco), conferiscono al film la giusta dose di suspense e tengono alta l’attenzione dello spettatore.

Voto di Simona: 7/8

Special Forces – liberate l’ostaggio (Forces spéciales – Azione, Drammatico – Francia 2011) Regia di Stéphane Rybojad, con Diane Kruger, Djimon Hounsou, Benoît Magimel, Denis Menochet, Raphael Personnaz, Alain Figlarz, Mehdi Nebbou, Morjana Alaoui, Raz Degan, Tchéky Karyo. Nelle sale da venerdì 11 maggio. Qui il trailer italiano.