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Cannes 2012 – Reality: teaser trailer e recensione del film di Matteo Garrone

Recensione sull’unico film italiano in Concorso al Festival Francese. Dopo Gomorra Garrone arriva a Cannes 2012 e racconta il Grande Fratello.

pubblicato 19 Maggio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 01:17

Luciano è un pescivendolo che, per guadagnare più soldi rispetto alle sue poche entrate, tira avanti compiendo piccole truffe con la moglie Maria, vendendo “robot” per fare pasta in casa. Grazie alla sua simpatia, Luciano non perde nessuna opportunità per farsi notare dai clienti e dai parenti. Un giorno, incoraggiato dalla famiglia, fa un provino per il Grande Fratello. A partire da quel momento, la sua conoscenza dei reality non sarà più la stessa…

L’unico film italiano in concorso. Un ritorno dopo aver vinto proprio qui il Gran Premio della Giuria, nel 2008 con Gomorra. Reality sbarca sulla Croisette con un grosso peso sulle spalle, e con qualche anticipazione che forse gli ha addirittura nuociuto. Si parlava di un cambio di registro, dalle atmosfere secche e plumbee del film precedente a quelle più pungenti e grottesche della commedia. Vero, ma solo in parte.

Matteo Garrone parla di “fiaba”, sostantivo che si addice al film già dalla prima inquadratura. Reality si apre infatti con una veduta aerea, un pianosequenza elaboratissimo e vertiginoso che si ancora ad un calesse. La macchina da presa lo segue, accompagnato dalle musiche oniriche di Alexandre Desplat, e grazie al suo tragitto si infiltra ad un matrimonio super kitsch nel Napoletano. Invitato di eccezione, in questo grottesco insieme di maschere e orrori, è Enzo, “famoso” per essere stato dentro la casa del Grande Fratello per 116 giorni.

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Viene accolto come un eroe, e verrà accolto così ogni volta che apparirà nel film. E diverrà (controvoglia: forse lui pensa sia uno stalker, chissà) il “consigliere” di Luciano, che fa un provino per il casting del reality show quasi per caso, solo per accontentare le figliolette appassionate del programma. Peccato che, nonostante molti “segnali” ed ottime premesse – come quella di avere una storia “forte” alle spalle -, il programma cominci: nessuno lo chiama. Nemmeno quando vengono annunciati nuovi concorrenti da far entrare a programma iniziato…

Se ci si focalizza su Reality analizzandolo come una satira grottesca e citazionista (Totò, Fellini, il neorealismo) sul mondo della tv spazzatura, come ha fatto ad esempio Variety, bisogna dare atto ai detrattori: il film è banale. Se invece lo si guarda come il film perfetto per i tempi che corrono, allora Reality assume tutto un altro valore. Eccolo il vero “I mostri – Oggi”, visto che il film di mostri ne è pieno: di maschere e mascheroni, di creature abissali (vedasi la scena in discoteca), di personaggi a cui non ci si può credere, di fantasmi e di persone anonime che ti fissano.

Luciano, interpretato da un grande Aniello Arena in odore di premio, viene ossessionato da un’idea: quella di poter davvero partecipare al Grande Fratello. Ma un’idea porta ad un’altra idea, e poi ad un’altra, e se si viene illusi è difficile tornare indietro ed accettare la realtà, e anche se si prova ad accettarla quella tv resta accesa, e il programma va avanti… Insomma: Reality rielabora e descrive in maniera riuscita la mise en abîme di una persona che si fa metafora di un intero paese. Lo fa con grande stile, e con una regia spesso molto coraggiosa, internazionale ma personalissima, con una menzione particolare al sonoro.

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Facile, per Garrone, dichiarare che non vuole fare facili metafore, e che ognuno può trarre le sue conclusioni: non avrebbe senso spiattellare tutto ai quattro venti, visto che il discorso è già abbastanza “chiaro” di per sé, anche se non tutti forse l’hanno colto. Siamo diventati anche noi talmente assuefatti dai reality show che guardiamo solo il discorso più superficiale del film, dimenticando di analizzarlo in un contesto più ampio, più inquietante e minaccioso. Che nel film ritorni Ciro, il ragazzino di Gomorra, che ha partecipato ad un reality show!, mi pare tra l’altro mossa geniale.

Fiaba, satira, cinema dei corpi e del grottesco. Tutto bene, tutto giusto. Ma anche un horror che ride in modo spietato ed inquieto del suo mondo, e per questo risulta inafferrabile. Parlato in un napoletano spesso strettissimo, con alcuni momenti anche stonati (Luciano che viene “beccato” da Maria nello sgabuzzino a far finta di stare dentro al confessionale del GF), Reality è un film che va depositato dopo la visione, perché deve lavorare. Altrimenti si rischia di perdere anche il discorso sulla fede e sui segnali, che pure non manca, e che meriterebbe un approfondimento, magari dopo una seconda visione: conferma che la pellicola è più complessa di quel che si crede.

Quello di Reality è un paese in cui la gente ha rinunciato ad essere “onesta” perché ormai è così, un paese dove una buona parola ci sta sempre, dove un grillo potrebbe anche essere una telecamerina-spia, perché no. Un paese che ha rinunciato a guardarsi dentro seriamente, nonostante la crisi, il berlusconismo, e tutti i dibattiti e le parole parole parole. Perdendo così irrimediabilmente la sua identità, (auto)sotterrata dentro un mondo fittizio, che ha l’unico “pregio” di coprire tutto il marcio che c’è sotto. “Never give up”, è il motto di Enzo: questa sì, che è satira per davvero.

Voto di Gabriele: 8

Reality (Italia 2012 – Drammatico 115′) di Matteo Garrone con Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Nando Paone, Ciro Petrone, Aniello Arena, Nunzia Schiano, Loredana Simioli, Angelica Borghese, Raffaele Ferrante, Carlo Del Sorbo, Giuseppina Cervizzi, Arturo Gambardella.

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