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Cannes 2012 – Lawless: recensione in anteprima del film di John Hillcoat

Il Proibizionismo americano raccontato attraverso un grande cast ma non tutto funziona.

pubblicato 20 Maggio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 01:16

Siamo nel 1931, nel cuore dell’America e in pieno Proibizionismo. I tempi sono duri e i posti di lavoro sono scarsi ma a Franklin County, sui monti della Virginia, i tre fratelli Bondurant hanno dato vita ad un fiorente business locale, producendo e commercializzando un forte distillato di loro invenzione. Con l’arrivo del corrotto agente speciale Charlie Rakes da Chicago, nella Contea di Franklin i giorni del contrabbando sono destinati a finire. Rakes rappresenta una minaccia per tutto quello che i fratelli hanno costruito e rappresentano…

Si potrebbe incominciare a parlare di questo Lawless dicendo che, in fondo, è godibile. Come film postmoderno, si comporta in modo tradizionalissimo, mescolando però il gangster movie con il western. Con quest’ultimo genere, l’australiano John Hillcoat aveva già dimostrato qualcosa: l’ottimo The Proposition era un film di genere in piena regola. Dopo ha girato il post-apocalittico The Road, ed ora torna con una nuova trasposizione cinematografica di un romanzo, La contea più fradicia del mondo di Matt Bondurant.

L’autore ha romanzato le vicende dei suoi nonni e prozii, e infatti Lawless si apre con il cartello “Tratto da una storia vera”. Siamo in pieno Proibizionismo, e i tre fratelli Forrest, Howard e Jack hanno una loro azienda, e sono i più grandi contrabbandieri di alcool della zona. Lo producono in gran segreto mentre portano avanti un diner, dove assumono la bellissima Maggie, che viene da Chicago. Proprio come Rakes, che della ragazza sa qualcosa in più di tutti…

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Jack (Shia LaBeouf: non il migliore del cast) è dei tre fratelli quello più giovane. Ha ancora tanto da imparare, e in questa vicenda non mancherà certo occasione per farlo… S’invaghisce della giovane e pudica Bertha Minnix, figlia del pastore, e tenta in ogni modo di corteggiarla. Howard è sopravvissuto alla Grande Guerra, è buono e leale, ma se beve un po’ di più diventa pericoloso. Forrest (Tom Hardy: forse il migliore del cast) è invece colui che tiene in mano l’azienda, ed è un vero e proprio “mito” nella contea, visto che pare sia “diverso”, seriamente indistruttibile.

Che il perno centrale di Lawless sia quello della famiglia, non ci piove. Nella scena iniziale, i tre piccoli fratellini passano quasi attraverso un “rito”, ammazzando un maiale, ed entrando nel mondo della violenza che li accompagnerà per buona parte della loro vita. Tra questi, il vero e proprio protagonista è Jack, e Lawless in parte è un coming-of-age di un ragazzo che diventa grande, certamente in un contesto particolare come quello del violento Proibizionismo americano, e attraverso varie tappe, spesso vissute assieme all’amico Cricket, il garzone dell’azienda.

Hillcoat gioca parecchio (da buon artigiano postmoderno) con l’estetica e i modelli del periodo, un’epoca “mitica” degli Stati Uniti, un mix di inquietudine e fascino. Così come è un mix di inquietudine e fascino quello che prova Jack nei confronti del gangster Floyd Banner (Gary Oldman: poche scene, ma è il solito gigante). Il fatto che il ragazzino prenda da terra un bossolo, dopo che Banner ha appena ucciso per strada un uomo, potrebbe scatenare interpretazioni articolate in chi ama il gangster movie e l’epoca in cui il film è ambientato.

Ma, davvero, non bisogna scambiare Lawless per quello che (purtroppo) non è. Perché resta un puro prodotto medio, che trova gli unici guizzi in un bel po’ di sana violenza. Colpiscono duro alcune scene, come quella in cui Rakes picchia Jack ripetutamente in pieno volto, oppure quando Forrest “spacca” la gola ad un cliente, e tanto altro che non vale la pena svelare. Gli ingredienti per fare un grande film c’erano tutti, ma con questa prova Hillcoat non fa che confermare le idee di chi aveva già parlato male di The Road – accuse da cui all’epoca ci dissociavamo: è un illustratore.

Certo, un po’ di colpa ce l’ha anche Nick Cave, che come sceneggiatore aveva dato prova di ben altro spessore in precedenza. In questo caso ciò che ne esce fuori è un prodotto abbastanza godibile, anche se piattino e per niente emozionante, e da Hillcoat non ce lo aspettavamo. Di Lawless, che è in concorso a Cannes non si sa per quale ragione, resterà poco o nulla: oltre ad Hardy e a Oldman, ci ricorderemo del film per il nudo integrale di Jessica Chastain e per un vampiresco, inedito e azzeccatissimo Guy Pearce.

Voto di Gabriele: 5.5

Lawless (U.S.A. 2012 – Drammatico 115 minuti) di John Hillcoat con Tom Hardy, Jessica Chastain, Guy Pearce, Gary Oldman, Shia LaBeouf, Mia Wasikowska, Dane DeHaan, Noah Taylor, Jason Clarke, Lew Temple, Chris McGarry. Trailer e locandine.

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