Home Festival di Cannes Cannes 2012: Mud – recensione e clip del film di Jeff Nichols

Cannes 2012: Mud – recensione e clip del film di Jeff Nichols

Due giovani ragazzini trovano un uomo nascosto su un’isoletta nel bel mezzo del Mississippi. Quest’ultimo, Mud, dice di aver ucciso un uomo in Texas e di essere per questo in fuga. I due ragazzini decidono quindi di dargli una mano a fuggire, e di dargli una mano a riunirsi con la sua ragazza, Juniper…

pubblicato 26 Maggio 2012 aggiornato 28 Agosto 2020 13:09

Aspettando che il Matthew Gordon di The Dynamiter o il Clay Jeter di Jess + Moss si facciano per bene le ossa e ci regalino qualche altro film, possiamo incoronare per ora “erede” di David Gordon Green, perso ormai per strada, un grande regista indipendente americano: Jeff Nichols. E mica solo perché Green gli ha prodotto il film d’esordio, lo splendido (ed ovviamente inedito) Shotgun Stories. E, a guardare bene, neanche troppo per le tematiche o lo stile.

Green, con i suoi indie, si è occupato infatti sostanzialmente di coming of age, mentre Nichols si è focalizzato su figure più adulte, inserite tra l’altro all’interno del nucleo familiare. Ma quel che ci fa comparare Nichols al primo Green è la qualità dei suoi lavori, che sono squisitamente “rurali”, dal sapore inquieto e western. Nonché la volontà di non scendere a nessun compromesso, e di restare un indipendente doc, per regalare allo spettatore una visione personalissima.

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Questo, in realtà, proprio fino a Mud. Che è il film che non ci aspettavamo, e che si ha spiazzato. Potrebbe essere un film di David Gordon Green, alla Undertow (questo e Mud sono rispettivamente i lavori numero 3 dei due registi!), ma si vede che è girato da Nichols. Che però, per narrare questa storia che lui ha definito un Mark Twain girato da Sam Peckinpah, per la prima volta si mette ad altezza bambino, con tutte le conseguenze del caso.

Chissà che, una volta smaltita la “sorpresa” della natura del film, Mud non diventi per davvero un cult infantile-adolescenziale. Ma detto ciò, dobbiamo ammettere che il film riesce, nonostante tutto, a toccare le corde del cuore, una volta focalizzato per bene ciò che il regista ci vuole dire, tra l’altro con estrema semplicità e sicurezza. Una sicurezza che, nonostante qualche lungaggine e qualche sbavatura di sceneggiatura, resiste abbastanza bene per più di due ore di pellicola.

Mud segna comunque un “ritorno” per Jeff Nichols: il ritorno a casa, in Arkansas, dove aveva già girato Shotgun Stories, mentre Take Sheler è girato in Ohio. Ma il sapore del film, nonostante tutto, si fa ancora più selvaggio che nel film d’esordio. Basta vedere dove abitano i protagonisti del film, delle casette/baracche su un fiume, o la quantità di animali ed insetti che abitano l’isola e i boschi (ce n’è per tutti, tra serpenti e ragni…).

Diretto, semplice, robusto e anche un po’ risaputo. Mud è talmente lontano dalla “complessità” – soprattutto emotiva – di Shotgun Stories e Take Shelter, che potrebbe essere definito come una parziale delusione. Di film minore si tratta, evidentemente, ma è chiaro che Nichols sfrutta il punto di vista del suo protagonista, ovvero Ellis, ragazzino quattordicenne che passa le sue giornate assieme all’amico coetaneo Neckbone.

Attorno a lui però la situazione è complessa. Uno dei punti focali del cinema di Nichols è il tema della famiglia. In Shotgun Stories, un padre abbandonava la famiglia per risposarsi e crearsi un nuovo nucleo familiare, scatenando al momento della sua morte una guerra infinita. In Take Shelter, il protagonista, sconvolto da incubi e visioni di una terribile tempesta incombente, finiva per mettere in difficoltà anche la moglie e la figlia. Eppure Nichols non è facilmente familista, e anche in Mud conferma questa visione.

I genitori di Ellis si stanno separando: questo comporterà anche una scelta da parte della madre, che vuole andarsene via per abitare in centro. Scelta che, per legge, comporta la distruzione della loro casetta sul fiume. Per Ellis è uno shock, perché da quel momento è sicuro che tutto non sarà più come prima. A 14 anni si sogna e si è infinitamente romantici, e la visione dell’amore di Ellis è, nonostante sia per certi versi già “maturo” per la sua età, piuttosto ingenua e pura: “Vuoi essere la mia ragazza?”, chiede ad un’amica conosciuta da poco e più grande di lui…

Per questo motivo Ellis decide di aiutare Mud, uomo che, nonostante l’aspetto poco rassicurante e la pistola sempre con sé, cerca solo di riunirsi assieme alla sua Juniper. Essendo però il film ad altezza ragazzino, noi spettatori non pensiamo nulla di male di Mud e della sua storia… Mud si presenta quindi come un coming-of-age capace di mettere a fuoco le idee di un ragazzino sull’amicizia e sull’amore, che capirà pian piano che è più crudele di quel che possa immaginare. Lì dove il film riesce a funzionare è perché inserisce questo percorso all’interno di un contesto sociale pennellato con astuzia, senza dire qualcosa di troppo sul background dei personaggi.

Molto funzionale, in questo senso, la presenza della figura di Tom Blankenship, un vecchietto che vive dall’altra parte del fiume rispetto alla casetta del protagonista e che avrà un ruolo fondamentale. Michael Shannon, protagonista nei precedenti due film di Nichols, qui ha il ruolo marginale di Galen, lo zio con cui vive Neckbone. Matthew McConaughey ormai si è ritagliato un ruolo in film “sporchi” e non convenzionali e funziona molto bene, ma il migliore del cast è Tye Sheridan, scoperto da Malick in The Tree of Life: il produttore dei film è lo stesso, il che ha permesso a Nichols di sceglierlo come protagonista.

Nel finale molti nodi vengono al pettine, e qualcuno potrebbe parlare anche di “buonismo spielberghiano”, per quel che riguarda certe idee narrative. A noi invece pare la chiusa migliore, anche la più “audace” e coraggiosa, e comunque quella che tocca le corde del cuore, se si è riusciti ad apprezzare il percorso del film. Mud è quindi un bel film d’avventura, adatto ancora a chi non vuole dimenticare film alla Stand By Me, e che riesce a narrare con una sincerità a tratti disarmante l’ingenuità adolescenziale e la necessità del cambiamento, le difficoltà e le problematiche dei figli. E, alla fine, soprattutto quelle dei genitori…

Voto di Gabriele: 8

Mud (Usa 2012 – Drammatico 130′) di Jeff Nichols con Reese Witherspoon, Matthew McConaughey, Michael Shannon, Sarah Paulson, Sam Shepard, Ray McKinnon, Joe Don Baker, Tye Sheridan, Paul Sparks, Stuart Greer, Michael Abbott Jr.

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