Home Festival di Cannes Storie Pazzesche – Wild Tales (Relatos Salvajes): recensione in anteprima del film in concorso a Cannes 2014

Storie Pazzesche – Wild Tales (Relatos Salvajes): recensione in anteprima del film in concorso a Cannes 2014

Festival di Cannes 2014: un cult istantaneo. L’argentino Damián Szifron firma con Relatos Salvajes un film a episodi divertentissimo, folle e grottesco, a tratti violentissimo. Non ci sarà un film più divertente in competizione, come se fosse girato a quattro mani da Álex de la Iglesia e Pedro Almodóvar (che produce con El Deseo). E in molti si chiedono: ma perché è in concorso? Noi rispondiamo: ma perché no?

pubblicato 17 Maggio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 01:39

Pazzo, grottesco e spietato. Eccolo qui un bel filmetto che non ti aspetti, fuori di testa eppure controllatissimo, quasi come se il grottesco della vita fosse lasciato scaturire fuori da sé e tenuto per le briglie da un regista che ne sa una più del diavolo. Damián Szifron, argentino classe 1975, porta il suo quarto lungometraggio in concorso a Cannes 2014 ed è subito cult.

Si tratta di un film a 6 episodi, che man mano che si va avanti aumentano di durata rispetto al precedente, che uniscono commedia nera e violenza ad una mica troppo velata critica sociale. Il regista dice che si è molto liberamente ispirato alla serie tv Storie incredibili, ideata da Spielberg negli anni 80. Immagino che le influenze saranno state anche altre, e credo che un pizzico di Creepshow e de I racconti della Cripta ci sia lì in mezzo.

Si parte su un aereo con l’episodio d’apertura, quello più breve. Protagonista è un uomo interpretato da Darío Grandinetti che comincia a corteggiare una donna seduta vicino a lui. Una conoscenza in comune scatena un’esilarante reazione a catena che porterà dritto dritto ai titoli di testa, composti tutti da fotografie di animali non a caso selvatici. Pochi minuti e abbiamo già piuttosto chiaro come sarà il resto del film: un accumulo di “sorprese” tra humour e violenza.

Episodio 2: Julieta Zylberberg e Rita Cortese sono la cameriera e la cuoca di un umile diner in cui si ferma un losco figuro il cui passato ha a che fare con la prima, che inizia a meditare vendetta. Scorre il sangue, mentre l’atmosfera notturna, le luci sbiadite dei neon e l’ambiente sporco ricordano vagamente un Non aprite quella porta in versione “povera”.

Episodio 3: Leonardo Sbaraglia è un uomo che sta guidando per una strada deserta e si trova coinvolto in una specie di “lotta” contro un altro guidatore. Quello che all’inizio era un semplice insulto si rivela il motivo scatenante di una lotta senza esclusione di colpi, tra botte da orbi ed escrementi sul parabrezza. Una fonte di ispirazione? Direi Duel.

Episodio 4: il grandissimo Ricardo Darín è un ingegnere che si occupa di demolizioni. Un giorno, per colpa di una multa sbagliata che va a contestare, arriva tardi al compleanno della figlia, cosa che fa andare su tutte le furie la moglie. Inizierà a non andargliene bene manco una, pure al lavoro.

Episodio 5: Oscar Martínez interpreta un magnate che ha a che fare con un’oscura tragedia famigliare. Il figlio Santiago ha investito una donna incinta con la propria macchina mentre guidava ubriaco. L’uomo prova così a risolvere la situazione a suo modo, ovvero provando a comprare qualcuno perché dica di essere stato lui al volante al posto del figlio. Ma soldi chiamano soldi…

Episodio 6: Érica Rivas interpreta una donna che sta per sposarsi, ma la cerimonia di matrimonio è destinata al fallimento. La ragazza scopre infatti che il neo-marito se la spassa alle sue spalle con una delle ragazze invitate alla festa. Decide così di non annullare subito la festa, ma di trascinarla finché può minacciando il ragazzo in tutti i modi possibili.

Semplici barzellette? Forse: ma innanzitutto bisogna anche saperle raccontare. Szifron è uno di quelli da cui ci faremmo raccontare barzellette e storiacce per ore: consapevoli che alla fine rideremo di gusto, ma che soprattutto sarà il modo in cui racconterà storielle semplici che ci farà rotolare a terra per tutta la durata del racconto.

Aggiungiamoci però che dietro a queste storielle dove dominano risate, sangue, vomito e botte, c’è la descrizione di un’umanità allo sbando in cui si sono persi tutti i punti focali. Non funziona nulla, nel mondo che ci descrive Szifron. Se chiami la polizia perché un uomo ti sta assalendo fisicamente non arriva prima di un’ora, se vuoi far valere i tuoi diritti di cittadino non puoi, se vuoi salvarti la pelle devi avere soldi.

Il nucleo famigliare si può ricostruire solo dopo aver passato le pene dell’inferno, mentre l’amore sopravvive soltanto dopo essersi buttati addosso litrate di veleno, cattiveria e minacce. Inevitabilmente discontinuo per natura, visti gli episodi indipendenti l’uno dall’altro, Relatos Salvajes è comunque un film notevolissimo, anche dal punto di vista della confezione. Uscirete ridendo e pensando a qual è stato il vostro segmento preferito. Scommessa vinta!

Voto di Gabriele: 8

Relatos Salvajes [Wild Tales] (Argentina / Spagna 2014, commedia 122′) di Damián Szifron; con Ricardo Darín, Leonardo Sbaraglia, Darío Grandinetti, Erica Rivas, Julieta Zylberberg.

Festival di Cannes