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Anarchia – La Notte del Giudizio: Recensione in Anteprima

Dopo il boom del primo capitolo James DeMonaco torna al cinema con l’atteso Anarchia – La Notte del Giudizio

pubblicato 16 Luglio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 00:34

Fino al 2013 di fatto sconosciuto e mai visto in sala, James DeMonaco ha subito fatto centro con il suo primo film da regista, The Purge, costato 3 milioni di dollari e riuscito ad incassarne 90 in tutto il mondo. L’ennesimo colpo da maestro di Jason Blum e della sua Blumhouse Productions, riuscita in pochi anni a sbancare i box office con titoli low budget come Paranormal Activity, Insidious e Sinister. Futuristica, tendenzialmente apocalittica, politicizzata e a tratti geniale la trama de La notte del Giudizio, che vedeva Ethan Hawke ‘assediato’ nella sua casa da un branco di delinquenti, di fatto autorizzati dalla legge a commettere qualsiasi tipo di crimine. Solo una notte l’anno, per 24 ore, come deciso dai Nuovi Padri fondatori d’America che hanno così ripulito la nazione da barboni, criminali e ovviamente poveracci. Perché solo i più ricchi possono e sanno difendersi dalla furia omicida del genere umano.

Passato esattamente un anno, siamo nel 2023, la Notte del Giudizio torna ora a farsi largo nelle strade a stelle e strisce in un sequel che è andato incontro al più ovvio ma necessario ‘step’. Interamente ambientato in una casa, il primo capitolo ci aveva infatti mostrato il terrore quasi claustrofobico della ‘purificazione’ annuale, con una sola famiglia barricata tra 4 mura nello sfidare il ‘mondo esterno’. Inevitabile il ‘salto’ di scrittura e rappresentazione in questo The Purge 2, che ha visto DeMonaco interessarsi a tutto quel che non abbiamo ammirato lo scorso anno. Ovvero il terrore da ‘strada’. Quel che avviene fuori dalle abitazioni, dai palazzi e dalle villette a schiera, con migliaia di americani armati fino ai denti pronti ad uccidere per ‘pulirsi’ anima e coscienza e soprattutto ‘ripulire’ la società stessa da quella presunta ‘feccia’ che a detta di chi ci Governa non è altro che un peso. Vedi vecchi, poveri, clandestini, donne.

La sottotraccia politica, presente ed esplicitàta già nel primo capitolo, si è così fatta ancor più marcata in questo sequel, che vede il regista non solo puntare il dito contro la potentissima lobby delle armi ma anche se non soprattutto nei confronti dello stesso Governo, qui criminale nello sfruttare la baggianata della Purificazione di stagione solo e soltanto per fare vera e propria pulizia etnica/socio-economica. Per riuscire nell’impresa DeMonaco ha abbandonato l’idea di ‘famiglia’ del primo episodio per seguire più personaggi, inizialmente sconosciuti l’uno all’altro, per poi farli immancabilmente incontrare. Dalla coppia quasi divorziata che proprio la notte del giudizio rimane per strada a causa di un guasto all’auto fino a madre e figlia con nonno malato costrette a dover digerire maschilismo strisciante e asfissiante povertà, passando per il giustiziere solitario che ha un conto in sospeso da dover portare a casa (attenzione al lanciato Frank Grillo). Vite che si incrociano e si scontrano nella peggiore delle notti di tutto l’anno, perché in balia di una follia e di una violenza che lo stesso Stato permette e difende con le unghie e con i denti.

Palesi, cercati e voluti gli omaggi a John Carpenter (vedere Distretto 13 e 1997: Fuga da New York) e a Walter Hill (leggi The Warriors), per un sequel che uscendo dagli spazi angusti e claustrofobici della casa ha inevitabilmente perso punti dal punto di vista della tensione, anche perché frammentato da un montaggio che alterna troppi personaggi e troppe storie, per poi farli incontrare su inquietanti e disabitate strade che attendono con terrore violenza e sangue, morti e criminali. Paradossalmente trainato da un messaggio più che positivo, perché saranno il perdono, l’amicizia, la lealtà e il coraggio a trionfare ancora una volta, Anarchia – La Notte del Giudizio ha il merito di osare nel costruire una trama probabilmente irricevibile per i grandi studios di Hollywood, in quanto politicamente accusatoria e sempre più tranciante. Ma non sono sole rose e fiori, perché i personaggi disegnati da DeMonaco appaiono come terribilmente scontati e macchittistici, così come le presunte ‘svolte’ che li aiuteranno a superare i vari ‘livelli’ obbligatoriamente incrociati durante la lunga notte di paura. Cattivo dopo cattivo, morto dopo morto, sparatoria dopo sparatoria. Tanta, troppa carne al fuoco per un capitolo due che ha giustamente ampliato il proprio punto di vista per poi perdersi nei dettagli e nelle caratterizzazioni, inciampando tra i generi e in una sceneggiatura ‘costretta’ tra due incudini. Ovvero tra l’inevitabile confronto con il primo stupefacente capitolo e la ‘costruzione’ di una trilogia che con questo secondo ha presentato ricche basi per dar vita ad un ‘rivoluzionario’ terzo. Anche se Blum, il mese scorso a Roma per una master class, ha serenamente ammesso che il franchise The Purge potrebbe durare molto più a lungo. Ed è qui che si inizia a sudare freddo, perché tirare troppo a lungo la corda, anche se ‘giustificati’ da incassi milionari, non aiuta.

Voto di Federico: 6

Anarchia – La Notte del Giudizio (Usa, 2014, The Purge: Anarchy) di James DeMonaco; con Frank Grillo, Michael K. Williams, Zach Gilford, Kiele Sanchez, Carmen Ejogo, Nicholas Gonzalez, Zoe Borde, Edwin Hodge, Amy Paffrath, Keith Stanfield, Brandon Keener, Branton Box, Niko Nicotera, Carla Jimenez, Mike Jerome Putnam – uscita giovedì 23 luglio 2014.