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Luglio 2014 al Cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

In un mese che non ha fatto registrare particolari impennate in sala, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie si aggiudica la nostra preferenza quale esponente di spicco. Ma vediamo cosa ne è del film meno convincente

pubblicato 31 Luglio 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 23:29

È estate e non ce n’eravamo manco accorti. Mentre novembre, geloso, imperversa su buona parte del nord Italia, la sala (si spera) diventa quel luogo attraverso cui sublimare l’amarezza per questa intercambiabilità delle stagioni. Certo, non che al cinema ci sia stato granché in questo periodo, ma qualcosa si trova pur sempre. Ecco allora tornare, dopo una breve interruzione, la rubrica che segnala le sorprese e le delusioni del mese in corso.

Cosa abbiamo scelto quale miglior rappresentante di questo luglio che oramai ci saluta lo si comprende agevolmente, mentre sul fronte opposto il dibattito è aperto. Tra chi ritiene di aver optato per il film peggiore in assoluto di questi trentuno giorni e chi, invece, aderisce di più al concetto di Flop, inteso come delusione rispetto alle aspettative, alle premesse o semplicemente al buon senso (!). Ad ogni modo, ciò trovate di seguito è quanto. I Top e Flop tornano a settembre.

Federico

  • TOP: 22 Jump Street ed Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie – quando i sequel superano l’originale, evento assai raro in quel di Hollywood. Generi differenti eppure risultati straordinari in entrambi i casi. Perché se 22 Jump Street è demenzialità allo stato puro, con meravigliose spruzzate di action, cinecitazioni e omaggi alle indimenticabili slapstick comedy degli anni ’80, con Apes Revolution si vira in direzione fantascienza. Adulta e coraggiosa, nel cedere metà del proprio tempo a disposizione al ‘silenzio’ delle scimmie, ma soprattutto spettacolare dal punto di vista visivo, con una motion capture mai tanto credibile nell’interazione con esterni ed umani. Ad uscirne trionfante, neanche a dirlo, non solo l’appagato spettatore ma l’industria hollywoodiana tutta, che ha scoperto/confermato 3 talenti di assoluto spessore. Ovvero la strana coppia Phil Lord – Christopher Miller e il sempre più capace Matt Reeves.
  • FLOP: Transformers 4 – L’era dell’estinzione – far peggio del 2° capitolo era praticamente impossibile, ma era forse lecito attendersi uno scatto d’orgoglio rispetto al 3° zoppicante e conclusivo episodio della prima trilogia. Peccato che con Transformers 4 Michael Bay non abbia fatto altro che esaltare pregi e soprattutto difetti della propria filmografia, tralasciando ancora una volta la sceneggiatura per soffermarsi sui soliti roboanti effetti speciali. Se non fosse tutto già visto, anche se ingigantito all’ennesima potenza, per una saga che non conoscerà la parola fine con l’Era dell’Estinzione. Per la gioia delle casse Paramount e dei tanti fan della prima ora che preferiscono barattare un minimo di coerenza e credibilità cinematografica con rumorosi e giganteschi robottoni parlanti.

Antonio

  • TOP: Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie – tocca anche a me menzionare il sequel de L’alba del pianeta delle scimmie quale film del mese. Complice un luglio un po’ avaro, oltre al fatto che di scegliere il film di Sergio Leone a ‘sto giro non me la sento (che bisogno c’è?). Attenzione, rientro tra quelli che il film l’hanno gradito e, come ho scritto in recensione, c’è almeno una cosa (computer grafica) che mi ha proprio convinto. Resta però una saga nella saga dal cui terzo mi aspetto, se non il medesimo trattamento, qualcosa di simile anche su altri fronti: scrittura in primis. Però in fondo non mi dispiace inserirlo alla voce TOP, e probabilmente sarebbe pure un tantino ingeneroso limitarsi a dire che di concorrenti semplicemente non ce n’erano.
  • FLOP: Anarchia – La notte del giudizio – classico esempio di quando esci amareggiato dalla sala, ma anche mentre ci sei ancora dentro. La premessa è dignitosissima, solo che, alla luce dei fatti, tutto si era esaurito col primo. Al cui interno, tra l’altro, pulsavano battiti da horror, qui totalmente attenuati se non addirittura espunti. Mal gliene colse ad Hollywood quando cominciò a credere che le strutture narrative di un videogioco si prestassero, pari pari, sul grande schermo. Risultato? Macchiette tragicomiche o solo comiche, sviluppo banale etc. Non sono nemmeno troppo sicuro che in termini di intrattenimento consegni chissà cosa; film di questo tipo vanno approcciati con un altro piglio, perché a priori, estremizzando la tematica in premessa, può e deve dirci di più sull’attualità e, perché no?, sull’immediato futuro, per lo più probabile. Invece Anarchia punta a smussare gli angoli e fare di un prodotto che già non era certo di nicchia, per usare un eufemismo, un’opera su larga scala. Ma il progetto non tollera un simile trattamento, dunque paga salato tale distorsione.