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Boyhood: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Leggiamo insieme le recensioni Italiane e Americane del film evento di Richard Linklater

di carla
pubblicato 29 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:12

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E’ uscito la settimana scorsa il film Boyhood diretto da Richard Linklater e interpretato da Patricia Arquette, Ethan Hawke, Ellar Coltrane, Elijah Smith, Bonnie Cross, Tamara Jolaine, Libby Villari, Nick Krause, Steven Chester Prince, Jordan Howard, Evie Thompson, Sam Dillon, Lorelei Linklater, Marco Perella. Dopo aver letto la nostra entusiastica recensione, ecco arrivare il post con i commenti dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto il 99% di recensioni positive. Novantanove. A voi è piaciuto?

Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: La cosa più vicina ad una vita vissuta che il cinema di finzione abbia mai realizzato. Voto: 4/4

Tom Long – Detroit News: Linklater ha realizzato quello che potrebbe essere il film più geniale del secolo. Voto: A +

Steven Rea – Philadelphia Inquirer: E’ stupido dire: “Wow?” Non mi interessa. Wow. Voto: 4/4

John Hartl – Seattle Times: L’esperimento più accattivante, e forse il film più avvincente nella storia del genere. Voto: 4/4

Rene Rodriguez – Miami Herald: “Boyhood” capisce il tumulto dell’infanzia e dell’adolescenza, e gli ostacoli e la soddisfazione di crescere i figli. Voto: 4/4

Rafer Guzman – Newsday: Si tratta di un’esperienza unica nel suo genere. Voto: 4/4

Ty Burr – Boston Globe: “Boyhood” è una trovata, un poema epico, un home video, e una benedizione. Voto: 4/4

JR Jones – Chicago Reader: La scrittura di Linklater è calda e penetrante, e il cast è eccellente, tra cui Ellar Coltrane, eroe con i piedi per terra.

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: “Boyhood” non è solo un grande film, è una pietra miliare nel cinema. Voto: 5/5

Ann Hornaday – Washington Post: un film che osa onorare piccoli momenti e la vita, “Boyhood” non è solo un capolavoro. E’ un miracolo. Voto: 4/4

Randy Myers – San Jose Mercury News: “Boyhood” è un dono cinematografico, un dramma compassionevole e talvolta divertente sulla crescita e che estrae verità su quelli che sembrano essere i momenti più casuali della vita. Voto: 4/4

Richard Roeper – Richard Roeper.com: Una delle esperienze più notevoli che abbia mai avuto. Voto: 5/5

Christy Lemire – ChristyLemire.com: Linklater e il suo team hanno fatto qualcosa di incredibilmente difficile e lo hanno fatto sembrare senza sforzo. Il risultato è uno dei migliori film dell’anno. Voto: 4/4

Peter Rainer – Christian Science Monitor: Ho sempre sostenuto che Richard Linklater è il regista più dotato e audace della sua generazione. Il suo nuovo film, Boyhood, è una splendida riconferma. Voto: A

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Un meraviglioso ed epico film. Voto: 3/4

Andrew O’Hehir – Salon.com: Non c’è nient’altro di simile nella storia del cinema.

Claudia Puig – USA Today: “Boyhood” è un capolavoro epico. Voto: 4/4

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: In rare occasioni un film sembra incanalare il flusso della vita reale. “Boyhood” è una di quelle occasioni.

Chloe Schama – The New Republic: Il film è lungo – quasi tre ore – e senza molta trama, ma mi sono sentita rapita per ogni minuto.

Richard Corliss – TIME Magazine: “Boyhood” mostra come una vita ordinaria può essere riflessa in un film straordinario.

Lou Lumenick – New York Post: Un’esperienza inebriante. Voto: 3.5 / 4

Peter Travers – Rolling Stone: è il miglior film dell’anno che guadagna il suo posto nella capsula del tempo culturale. Voto: 4/4

Stephanie Zacharek – Village Voice: un film che cede al tempo piuttosto che cercare di piegarlo alla sua volontà.

Peter Debruge – Variety: “Boyhood” ricorda il lavoro di quei registi europei che Linklater ammira tanto: Fassbinder, Bergman, Bresson.

 boyhood- film

Fulvia Caprara – La Stampa: (…) opera unica e appassionante (…) Arquette sfida le sue colleghe di tutto il mondo, impegnate da sempre, nel timore di scomparire, a cancellare i segni degli anni che passano. La vittoria è lì sullo schermo, nel ritratto di una madre finalmente più vera del vero.

Maurizio Acerbi – il Giornale: E’ una delle rare volte che un film così lungo voli via senza guardare l’orologio. Merito di una storia solo apparentemente ordinaria, nella quale in tanti finiranno per riconoscersi (…) un “cogito ergo sum”che rivitalizza il morente grande schermo.

Roberto Escobar – L’espresso: Inaspettato, intelligente, coinvolgente.

Roberto Nepoti – la Repubblica: un film di quasi tre ore, affascinante e imperfetto, che permette di vivere tante “prime volte” attraverso gli occhi di un ragazzo. Elogio della banalità quotidiana? Un’opera toccante ed emozionante, invece. Dove, con tocchi lievi e senza giudizi, il regista mostra come sia cambiata la nostra vita negli ultimi vent’anni, tra avvenimenti storici (l’11 settembre, l’Iraq, Obama…), mutamenti sociali (il ruolo delle donne, la crisi della coppia…) e affermazione del digitale.