Home Torino Film Festival Ogni maledetto natale: Recensione in Anteprima

Ogni maledetto natale: Recensione in Anteprima

Commedia folle corale per la banda di Boris, che con Ogni maledetto natale provano a scardinare certi format consolidati offrendo una variante grottesca e irriverente, ma con criterio

pubblicato 20 Novembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 20:22

La notte di Natale. «Ah perché, ora vuoi dirmi che il natale c’entra con la religione…», dice più o meno Pannofino ad un certo punto. Ogni maledetto natale, cosa rara, non asseconda un format (non un genere, attenzione) specifico; eppure rappresenta uno di quei fenomeni, più unici che rari in sala, di film-collage riusciti. Vuoi per il cast, vuoi perché non ci si preoccupa più di tanto di assecondare taluni pregiudizi, in positivo e in negativo, di chi teme le uscite di produzioni italiane in questo periodo.

Il gruppo di Boris si gioca allora le proprie carte, che sono quelle di una comicità, al di là dei contenuti, apparentemente sofisticata ma per tutti; popolare ma con criterio. La storia di due innamorati, Massimo (Cattelan) e Giulia (Mastronardi), che, loro malgrado, bruciano le tappe, ritrovandosi a condividere il giorno di Natale, a partire dalla Vigilia. Seguendo un canovaccio, questo sì, decisamente convenzionale, quello della coppia impossibile perché lui/lei troppo ricco/a per l’altro/a. Nonché proponendo certi schemi d’avanspettacolo, su tutti, quello che vuole i protagonisti sdoppiarsi in due tipologie di personaggi, non necessariamente speculari.

La Vigilia la si trascorre dai parenti di lei, in un paesino nel viterbese che conferma la maggior parte delle peculiarità che possono venirvi in mente. Soprattutto le più cattive, certo. Perché l’impronta satirica non manca affatto in Ogni maledetto natale, anzi; già in premessa il film si abbevera a quella fonte, motteggiando certe commedie sentimentali di cui il sottobosco italico è pieno. La vittima, per così dire, è dunque trasversale, partendo dal cinema senza però farsi confinare da un discorso troppo compiaciuto, nonché sterile, sullo stato della nostra industria (?).

Certo, qualcuno osserverà il film di Ciarrapico, Torre e Vendruscolo difetta essenzialmente di una sceneggiatura solida. Non a torto. Eppure ci sembra opportuno osservare come in questo caso non lasciarsi imbrigliare troppo da tale logica possa essersi rivelato fruttuoso; e qui ci ricolleghiamo a quanto scritto sopra in merito all’operazione-collage. La trama, povera e sgangherata, si regge infatti su quei momenti in cui sono i singoli ad emergere con battute e uscite degne di nota. Mastrandrea giganteggia in entrambi i ruoli, mentre Giallini e Guzzanti fanno uno a uno.

In Ogni maledetto natale c’è dunque il piacere di far divertire per il solo gusto di intrattenere, scherzando sopra alcune delle cose che stanno più a cuore nell’ambito de “er dibattito” quotidiano, senza però anche solo tentare la critica sagace e costruttiva. Il film della banda di Boris, semmai, è distruttivo, non curante di regole e regolette, senza però atteggiarsi ad anticonformista di turno. I siparietti si collocano a cavallo tra l’esilarante ed il grottesco andante, sebbene, meglio ripeterlo, è un tipo di comicità che non tutti apprezzano; ma alla quale più spettatori possibile dovrebbero avere accesso.

Non riuscire perciò a godere dei singoli episodi, dell’irriverente stilizzazione di certi tipi, di un Giallini che per venti minuti non fa altro che parlare del luculliano pranzo di Natale, di Mastrandrea che s’incazza a un gioco di carte che non esiste e cose simili, rischia di far pendere troppo l’ago della bilancia verso una parte sola.

Ma più di ogni altra cosa, stiamo dalla sua parte perché Ogni maledetto natale propone un modo di fare commedia che per lo più latita dalle nostre parti, ma a cui si è fatto ampiamente ricorso in territorio anglofono, ovvero la commedia folle. Corale per giunta. Quella dove non significa che tutto è concesso, perché anzi, pure lì, permangono degli equilibri ancora più fragili; dove basta un niente per far crollare tutto. Qui i tre registi ci pare che invece si barcamenino discretamente, offrendo una variante che prende giusto spunto dal filone sopra evocato, rivedendolo in chiave locale. Che è l’esatto contrario di provinciale.

Voto di Antonio: 6½
Voto di Federico: 6½
Voto di Gabriele: 3

Ogni maledetto natale (Italia, 2014) di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo. Con Alessandro Cattelan, Marco Giallini, Corrado Guzzanti, Alessandra Mastronardi, Valerio Mastandrea, Laura Morante, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Andrea Sartoretti e Stefano Fresi. Nelle nostre sale da giovedì 27 novembre.

Torino Film Festival