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Magic in the moonlight: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Diamo un’occhiata alle recensioni Americane e Italiane sul film di Woody Allen, Magic in the Moonlight

di carla
pubblicato 9 Dicembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 19:56

Il 4 dicembre scorso è uscito in Italia Magic in the Moonlight, di Woody Allen e interpretato da Emma Stone, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Simon McBurney, Eileen Atkins, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Paul Bandey. Dopo aver letto la nostra recensione, oggi diamo un’occhiata ai commenti dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha il 51% di voti positivi. A voi è piaciuto? Per me è stata una vera delusione.

David Denby – New Yorker: abile, maestoso, piacevole.

Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: In gran parte grazie al paesaggio inebriante e alla splendida fotografia naturale-luce, “Magic in the Moonlight” tesse la sua magia. Voto: 2.5 / 4

Tom Long – Detroit News: Assomiglia ad una lezione troppo lunga sul potere della ragione e sul bisogno dell’uomo di fuggire. Voto: C-

Rene Rodriguez – Miami Herald: Woody Allen cerca di riempire 97 minuti con questo film sciocco e noioso: vi auguriamo di avere dei poteri magici per sparire dal cinema. Voto: 1/4

David Edelstein – New York Magazine / Vulture: inizia bene e finisce zoppicando, come un coniglio tirato fuori da un cappello e che risulta essere morto.

Peter Rainer – Christian Science Monitor: Colin Firth è efficace nella parte dell’insopportabile Stanley. Voto: B

Andrew O’Hehir – Salon.com: Ora possiamo smettere di cercare delle scuse per Woody Allen?

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Emma Stone è incantevole.

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Con “Magic in the Moonlight”, Woody Allen ha fatto un buon film di Woody Allen, con tutto quello che la frase implica. Voto: 3/4

Stephanie Buon – Washington Post: “Magic in the Moonlight” offre una piacevole vacanza dalla realtà, e cosa si può volere di più da un film d’estate? Voto: 2.5 / 4

Claudia Puig – USA Today: Una piacevole, ma dimenticabile sciocchezza. Voto: 2.5 / 4

AO Scott – New York Times: Mr. Allen ha avuto i suoi alti e bassi nel corso degli anni. Raramente, però, ha messo in piedi una storia sullo schermo con così poca energia, e poca curiosità per le idee e situazioni.

Ben Kenigsberg – AV Club: meno frizzante di quanto dovrebbe essere. Voto: C +

Rex Reed – New York Observer: Un colpo da maestro da uno dei pochi geni cinematografici legittimi del cinema moderno. Voto: 4/4

David Thomson – The New Republic: “Magic in the Moonlight” è terribile e inutile. Non c’è magia, non c’è chimica, e 98 minuti sembrano come un giorno e mezzo.

Randy Myers – San Jose Mercury News:
Nel pantheon generale di Woody Allen, “Magic in the Moonlight” cade da qualche parte nel mezzo. Voto: 2.5 / 4

Keith Uhlich – Time Out New York: Si tratta di una semplice premessa che Allen complica con l’esperienza di un illusionista. Voto: 4/5

Chris Nashawaty – Entertainment Weekly: divertente e perfettamente piacevole. Voto: B-

Jordan Hoffman – Film.com: è abbastanza buono e merita il vostro tempo e rispetto. Voto: 8.3 / 10

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Se si guarda a Magic in the Moonlight come a un’ulteriore commedia romantica di Woody Allen, resta difficile non catalogarla opera minore; per carità, firmata, godibile, lussuosamente ambientata nella cornice di un’incantata Costa Azzurra Anni ’20 e interpretata da un‘ottima coppia di attori, il carismatico Colin Firth e la deliziosa Emma Stone (…) un’opera che finge di ripercorrere i cliché del genere al solo scopo di andare dritto al cuore delle cose, ovvero la visione che ne è alla base. Una poetica che Allen ha espresso in ogni suo titolo, ma sublimandola in una macchina autonoma, distribuendola in maniera calibrata su figure e situazioni divertenti/amare; mentre qui acquista un carattere di urgenza che la impone al di sopra della forma.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Singolarmente, i due protagonisti sono bravi, ma tra di loro non si percepisce alchimia. Il film tranne qualche raro sorriso si perde nella noia, in particolare nella parte centrale. Parla di magia, ma il pubblico ne percepisce poca. E nonostante una colonna sonora alla Woody Allen è uno dei suoi film più anonimi.

Curzio Maltese – la Repubblica: Con l’ultimo film in uscita in Italia, Magic in the moonlight, il numero 44 della monumentale filmografia e forse anche il più inutile, si scopre che anche il genio di Woody Allen ogni tanto s’addormenta. E con quello, forse, anche qualche spettatore in sala. Il tema centrale del film è ben noto ai cultori del cinema alleniano. E’ l’eterno conflitto fra razionale e irrazionale, fede e dubbio, naturale e trascendente, realismo e magia. Come il suo maestro Ingmar Bergman, Allen l’ha sempre rappresentato senza prendere parte, mettendo in scena le certezze della ragione e la tentazione, il fascino, la possibilità di credere in un disegno superiore. La differenza è che in passato, in innumerevoli opere, i colori di questo conflitto, a volte comico, altre tragico (o entrambi), erano accesi e brillanti. Qui la fotocopia è venuta un po’ sbiadita, molto risaputa e con uno sfondo da cartolina d’epoca. (…) Aspettiamo, come per certi vini di grande prestigio, un’annata migliore.