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Suite francese: trailer italiano, clip e featurette del film di Saul Dibb

Arriva al cinema “Suite Francese”, la storia d’amore tormentata basata sul celebre romanzo di Irène Némirovsky

di cuttv
pubblicato 12 Marzo 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:01

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Videa ha reso disponibili nuovi contenuti in italiano di Suite Francese, il dramma basato sul celebre romanzo di Irène Némirovsky nei cinema italiani dal 12 marzo.

Ambientato in Francia nel 1940, il film narra della bellissima Lucile Angellier (interpretata da Michelle Williams) che nell’attesa di ricevere notizie del marito prigioniero di guerra, vive un’esistenza soffocante insieme alla suocera, donna dispotica e meschina i cui panni sono indossati da Kristin Scott Thomas. La vita di Lucile viene stravolta quando i parigini in fuga si rifugiano nella cittadina dove vive e la città viene invasa dai soldati tedeschi che occupano le loro case. Inizialmente Lucile ignora la presenza di Bruno (Matthias Schoenaerts), un raffinato ufficiale tedesco che è stato dislocato nella loro abitazione. Ma dopo un’iniziale indifferenza, Lucile “si risveglia” e inizia a esplorare sentimenti sepolti che la porteranno inevitabilmente verso Bruno…

Del cast fanno parte anche due tra i più apprezzati giovani attori britannici, Sam Riley (già in Control, On The Road, Maleficent) e Ruth Wilson (fresca di Golden Globe per la serie The Affair).

Il film è stato scritto da Dibb con Matt Charman (autore della serie BBC “Our Zoo” e di un thriller sulla Guerra Fredda diretto da Steven Spielberg in uscita nel 2016). Il direttore della fotografia è Eduard Grau (A Single Man di Tom Ford, nomination ai Goya per Buried), la scenografia di Michael Carlin (nomination all’Oscar® per La Duchessa) e i costumi di Michael O’Connor (premio Oscar, BAFTA e Costume Designers Guild Awards per La Duchessa). La colonna sonora originale, alla quale ha partecipato con un brano anche il pluripremiato Alexander Desplat, è del compositore emergente Rael Jones.

Note di produzione – Il cast di Suite francese

Il cast internazionale è stato “costruito” intorno all’attrice americana tre volte candidata all’Oscar® MICHELLE WILLIAMS, scelta fin dall’inizio per interpretare Lucile Angellier.

“Michelle Williams è un’attrice eccellente”, dice Dibb. “Volevo qualcuno che fosse in grado di trasmettere in modo sottile cosa significa vivere in uno stato oppresso. Michelle ha un’anima discreta e sa immergersi completamente nel contesto entrando totalmente nel personaggio.”

” È molto di più che una semplice storia di un amore proibito”, continua il regista. ” È la storia della radicalizzazione di una giovane donna. All’inizio Lucile è come un topo e alla fine della storia è diventata un topo che ruggisce. Mostra come il processo di un’occupazione possa spingere le persone a posizioni estreme ed è una condizione che si verifica in ogni parte del mondo. La storia d’amore è lo stimolo che la porta ad essere libera e la rende attiva spingendola a fare qualcosa di diverso.”

Clip – Preparativi per la cena:

MATTHIAS SCHOENAERTS, attore fiammingo divenuto popolare nel film fiammingo BULLHEAD e poi noto a livello internazionale con UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA (presentato a Cannes nel 2012), interpreta Bruno von Falk, il soldato tedesco del quale Lucile si innamora.

“Avevo visto Matthias in BULLHEAD e avevo pensato fosse un attore superbo; quindi l’abbiamo ingaggiato”, dice Dibb.

Matthias Schoenaerts rappresenta Bruno più come un artista che come un soldato.

“Bruno è cresciuto in una famiglia di militari, ma nel profondo è un compositore; nella musica sta veramente il suo cuore e la sua anima. Ma c’è la guerra e deve fare il suo dovere”, dice Schoenaerts. “Cerco di non vederlo come un tedesco, non lo guardo in questo modo. I costumi aiutano molto, non è necessario recitare la parte del tedesco, lo sei e basta. Però a parte questo, lui è semplicemente un essere umano.”

Dibb voleva evitare i ritratti stereotipati del “tedesco buono” o del “tedesco cattivo”. “È molto facile demonizzare subito la gente”, dice. “Il difficile è presentare questo insieme di persone e ciò di cui sono parte. Bruno era entrato nell’esercito e credeva in certe cose; allo stesso tempo però i suoi ideali vengono messi in discussione dalle esperienze che vive. Attraversa un processo di disillusione quando inizia a comprendere le conseguenze delle azioni del suo esercito su quelle persone.”

Featurette – Il Romanzo:

Il film e il romanzo sono entrambi ambientati in un momento molto particolare della guerra. La Némirovsky smise di scrivere il libro nel 1941, poco prima che i tedeschi iniziassero a far pressione sulla popolazione francese. Inizialmente, la forza occupante aveva cercato di collaborare con il popolo francese. Nel suo romanzo, la Némirovsky non si riferisce mai ai soldati tedeschi definendoli nazisti.

“Sono persone che devono convivere in una situazione molto complessa”, dice Dibb riferendosi ai soldati tedeschi. “Volevo ritrarli ad un livello molto umano, così come aveva fatto Irène Némirovsky.”

KRISTIN SCOTT THOMAS, celebre attrice britannica che vive e lavora in Francia, recita correntemente sia in inglese che francese e quindi era la perfetta Madame Angellier che Dibb voleva.

“Quando ho letto il libro, ho subito immaginato Kristin perfetta nel ruolo di Madame Angellier “, sottolinea il regista. “Sapevo che avrebbe portato sfumature e livelli di empatia ad un personaggio dal carattere apparentemente molto duro. Alla fine si è portati ad avere a cuore questa persona che inizialmente appare così meschina.”

“Nel libro è descritta come una donna estremamente religiosa, molto minuta e con i capelli bianchi; è abbastanza diversa da come abbiamo visto noi il suo personaggio”, dice Kristin Scott Thomas. “Volevamo che Madame Angellier desse l’impressione di una persona cupa, per questo indossa principalmente abiti neri. Volevamo trasmettere un aspetto della guerra più francese che fosse in contrasto con quello inglese o americano.”

Featurette – Dietro le quinte:

SAM RILEY, tra gli attori più interessanti del Regno Unito, i cui crediti includono CONTROL e ON THE ROAD, interpreta Benoit Labarie, un contadino che lavora la terra del Visconte de Montmort. Essendo zoppo non è stato chiamato al fronte ed è quindi uno dei pochi giovani francesi a restare a Bussy.

“Il mio personaggio rappresenta i moti della resistenza nascenti in città e il sentimento di umiliazione per la sconfitta di vedere questi bastardi andare in giro come se quella fosse casa loro,” dice Riley.

La moglie di Benoit, Madeleine Labarie, è interpretata da RUTH WILSON, una delle giovani attrici inglesi più richieste e di talento. Un soldato tedesco chiamato Kurt Bonnet, interpretato da TOM SCHILLING, va a vivere con i Labaries e i loro tre bambini e costantemente provoca Benoit flirtando insistentemente con Madeleine.

“Ama il marito e cerca di mantenere la pace tra Benoit e Bonnet”, dice Wilson. “La posta in gioco è molto alta. Sa che la situazione può precipitare in qualsiasi momento.”

La Wilson e Dibb hanno voluto dare al personaggio di Madeleine una tridimensionalità che non era presente nel romanzo.

“Abbiamo reso più complessa la sua relazione con Benoit”, spiega Wilson. “Abbiamo enfatizzato quelle scene per mostrare come ciò che sta succedendo in casa di Madeleine intacchi tutto il suo mondo. Non è stato semplice da realizzare, non potevamo allungare le scene.”

Riley, Wilson e l’attore tedesco Tom Schilling che interpreta Bonnet, hanno avuto un buon rapporto sul set. ” È stato divertente”, dice Wilson. “Siamo stati ingaggiati tutti rapidamente senza far le prove e in pratica è stata tutta una questione di andare in scena con fiducia reciproca.”

Astro nascente australiano MARGOT ROBBIE, che ha recentemente recitato in THE WOLF OF WALL STREET, interpreta Celine Joseph. Lei è la terza donna in un trio di personaggi femminili che comprende anche Lucile e Madeleine, che illuminano i diversi modi in cui le donne francesi affrontatano uomini tedeschi che vivono nelle loro case.

“Celine è l’incarnazione del rifiuto dell’idea categorica “o bianco o nero” per cui i tedeschi sono cattivi e noi siamo buoni”, dice Robbie. “Lei porta in primo piano l’idea che sono persone come noi. Se ami qualcuno, che differenza fa da dove vengono? Ed è proprio lei, con questa riflessione, ad insinuare il dubbio nella mente di Lucile.”

Featurette – Il cast

LAMBERT WILSON, che ha recentemente recitato nel pluripremiato UOMINI DI DIO, è l’unico attore francese ad interpretare un personaggio principale francese, il Visconte de Montmort.

“La cosa divertente che mi è stata continuamente ripetuta, è stata di evitare qualsiasi traccia di accento francese,” Wilson ridacchia. “Sono un attore francese, all’interno di una storia francese, sto interpretando un Visconte francese, ma devo avere un accento inglese perfetto. Eppure questa cosa ha senso: come attore desidero che la storia sia universale in modo da raggiungere un pubblico più vasto possibile.”

Il Visconte de Montmort è il sindaco di Bussy e insieme alla moglie, la Viscontessa, interpretata dalla celebre attrice britannica HARRIET WALTER, rappresentano l’aristocrazia disperatamente aggrappata a mantenere il suo status sociale e quindi pronta ad aiutare i tedeschi.

“Si aggrappa all’idea che lui è un Visconte, come se questo potesse salvarlo”, dice Lambert Wilson. “Tenta di mantenere la sua dignità e di tenere unita la gente del suo villaggio. Decide di fare la pace con i tedeschi. Dobbiamo tener presente che siamo all’inizio della storia, nessuno ancora sa veramente cosa sta accadendo. L’esercito francese ha appena capitolato, sono stati invasi e non hanno molta scelta a quel punto.

“Ci sono stati aristocratici che hanno rispettato e compreso la realtà della guerra, che hanno cercato di affrontarla senza necessariamente far proprie le nozioni del Führer e il suo odio verso gli ebrei e per tutto ciò che era straniero”, spiega Wilson. “Ho deciso che questo era il caso del Visconte. Essendo francese e avendo osservato queste persone nella realtà tra i miei amici e anche da bambino, ho intuito subito che tipo di un uomo fosse.”

Harriet Walter è meno indulgente in merito al suo personaggio. “Lei mostra gli aspetti peggiori dell’aristocrazia e il sentirsi più simili e vicini ai colti tedeschi che non alla loro gente di estrazione sociale inferiore,” dice la Walter. “Lei tiene unicamente a se stessa, alle persone simili a lei, a suo marito e alla sua progenie. E questo è il modo in cui realmente alcune persone vanno avanti.”

Suite francese: al cinema con Michelle Williams e Matthias Schoenaerts

Michelle Williams e Matthias Schoenaerts portano al cinema al travolgente storia d’amore della Suite francese di Irène Némirovsky, nella trasposizione cinematografica di Saul Dibb

Neanche la guerra e tutto l’odio dell’umanità, riescono a fermare i sentimenti che rendono preziosa anche la vita del nemico di turno. Questo almeno è quello che ho imparato da mia nonna sopravvissuta a due guerre e molte più forme di odi, attraverso i racconti di bombardamenti, fughe, occupazione e anche dopo, quando non mancava chi nascondeva gli ufficiali tedeschi fuggiaschi, come aveva fatto prima con i partigiani e gli ebrei.

Il punto di vista sulla guerra di una donna ‘civile’ (in tutti i sensi), come lo è stata Irène Némirovsky e la storia d’amore che anima il romanzo della sua celebre SUITE FRANCESE, pubblicata postuma nel 2004, sceneggiata da Saul Dibb con Matt Charman e portata sul grande schermo come una sorta di capsula del tempo tornata in superficie dopo 60 anni.

La prospettiva di una donna che non è vissuta abbastanza per vedere la fine della guerra o conoscere il destino della Francia ma ha fornito a Dibb il materiale per tornare nella Francia nel 1940 con al bella Lucile Angellier interpretata da Michelle Williams, alle prese con un’esistenza soffocata dall’attesa di notizie sul marito prigioniero di guerra e la convivenza con una suocera meschina e dispotica interpretata da Kristin Scott Thomas.

SUITE FRANCESE

Una vita stravolta dai parigini in fuga, dall’invasione tedesca della sua cittadina e dal raffinato ufficiale tedesco dislocato in casa, Bruno von Falk, interpretato dal Matthias Schoenaerts di Un sapore di ruggine e ossa e di Bullhead.

SUITE FRANCESE

Un incontro che innesca nella giovane Lucile un “risveglio” di sentimenti sepolti durante il suo infelice matrimonio e turbamenti destinati ad entrare in conflitto con i sentimenti che nutre per il suo paese, vissuti in modo molto diverso da membri dell’alta società come il Visconte (Lambert Wilson) e la Viscontessa Montmort (Harriet Walter) che fanno affari con i tedeschi in cambio di un trattamento di favore, mentre il contadino Benoit (Sam Riley) diventa membro della Resistenza, così come sono diversi gli atteggiamenti ei confronti dei soldati di Madeleine Benoit (Ruth Wilson), Celine (Margot Robbie).

Suite francese (Suite française), girato interamente in esterni, soprattutto in Belgio, con alcune scene chiave in Francia, è una co-produzione europea tra Francia, Regno Unito e Belgio, prodotta da Andrea Cornwell e Michael Kuhn della Qwerty Films (stessi produttori de La Duchessa di Dibb), Xavier Marchand di eOne e Romain Brémond di TF, insieme ai produttori esecutivi Harvey Weinstein della The Weinstein Company e Christine Langan della BBC Films. L’uscita prevista a marzo in tutta Europa, parte proprio il 12 marzo 2015 delle sale italiane, dove sarà distribuito da Videa.

SUITE FRANCESE

Le origini di Suite Francese

La storia che c’è dietro la pubblicazione, nel 2004, del romanzo Suite Francese di Irène Némirovsky è di per sé tragica. Il romanzo fu ritrovato da Denise Epstein, figlia di Irène Némirovsky, molti anni prima che iniziasse la produzione del film e circa mezzo secolo dopo che sua madre Irène venisse deportata dai nazisti e morisse di tifo ad Auschwitz nel 1942.

La Némirovsky aveva affidato i suoi quaderni a Denise e a sua sorella Elisabetta, che morì nel 1996. Ma pur custodendo quelli che lei credeva essere i diari della madre, non li lesse fino agli anni ‘90, quando infine si dedicò alla prima lettura di quelle pagine scritte con la minuscola calligrafia di sua madre. Denise Epstein iniziò quindi faticosamente a trascrivere ciò che si rivelò poi essere le prime due parti di un romanzo strutturato in cinque parti.

Le due prime e complete novelle sono state intitolate Tempesta in giugno e Dolce. La prima raffigura lo straziante e caotico esodo dei civili da Parigi dopo l’arrivo dei nazisti nel giugno 1940. Dolce è invece ambientato in una piccola città alle porte di Parigi, chiamata Bussy. Descrive la vita dei suoi abitanti e del loro tentativo di far fronte sia all’afflusso dei rifugiati provenienti da Parigi, sia alle forze di occupazione dei soldati tedeschi. Al centro c’è la storia d’amore tra una giovane donna francese, Lucile Angellier, e un soldato tedesco, Bruno von Falk. Némirovsky aveva lasciato uno schema per la terza parte, che avrebbe dovuto essere intitolata Prigionia, ma per quanto riguarda le ultime due indicò solamente i titoli Battaglie e La pace. Acutamente aveva aggiunto dei punti interrogativi dopo entrambi i titoli; non visse abbastanza per vedere la fine della guerra.

Al momento della sua morte, all’età di appena 39 anni, Irène Némirovsky era già una nota scrittrice ucraina di origine ebraica. Visse a Parigi con il marito e due figlie prima che l’invasione tedesca li costringesse a rifugiarsi in un villaggio in Borgogna, che fu di ispirazione per la fittizia località di Bussy. Credeva che il paese fosse un luogo piuttosto sicuro e fu proprio mentre viveva lì che iniziò a scrivere il suo romanzo immaginandolo come una storia epica di un paese in guerra, evocativa di Guerra e Pace di Lev Tolstoj.

Denise Epstein portò il libro incompiuto ad un editore francese e le due novelle complete furono pubblicate in Francia nel 2004 con il titolo Suite Francese che diventò rapidamente un fenomeno editoriale internazionale. Si tratta di uno dei romanzi più famosi degli ultimi 10 anni in Francia; tradotto in diverse lingue costituisce e una delle “esportazioni letterarie” di maggior successo. La versione in lingua inglese è stata pubblicata nel 2006 e i precedenti romanzi della Némirovsky sono stati ripubblicati ottenendo tutti un grande successo.

“È una sensazione straordinaria quella di aver riportato in vita mia madre”, disse Denise Epstein. “Dimostra che i nazisti non sono veramente riusciti ad ucciderla. Non è vendetta la mia, ma è una vittoria.”

Denise Epstein è morta in Francia nell’aprile del 2013, pochi mesi prima che iniziasse la produzione della versione cinematografica di SUITE FRANCESE.

Per Saul Dibb questo film ha rappresentato un’occasione molto allettante per fare un tipo diverso di film di guerra. “In innumerevoli occasioni abbiamo potuto vedere nei film ciò che la guerra rappresenta per gli uomini. SUITE FRANCESE è risolutamente focalizzato sull’esperienza delle donne, tratto direttamente dal lavoro di un’autrice che è stata uccisa, mentre lo scriveva, dalle forze di occupazione, di cui stava appunto scrivendo.”

Il romanzo di Irène Némirovsky è una descrizione contemporanea e vissuta in prima persona del modo in cui i Francesi vivevano sotto l’enorme pressione dell’occupazione tedesca. È questo spirito – l’onestà di documentare le dolorose verità di quello che è successo in una società così significativamente classista e rigidamente gerarchica – che l’adattamento cinematografico si impegna di catturare: le numerose denunce dei cittadini; l’enorme livello di collaborazione; le relazioni segrete e clandestine da cui sono nati circa 100.000 bambini alla fine della guerra.

Saul Dibb ha visto in questo adattamento anche un modo per onorare Denise Epstein. “Denise non voleva ricordare le difficoltà del suo passato, né tantomeno la morte di sua madre,” spiega Dibb. “Ma alla fine, ci si rende conto che questo libro è sopravvissuto e che è diventato un bestseller tale che, come dice Denise, è un vero trionfo.”

Dibb, che risede a Londra, tra i cui crediti ricordiamo l’acclamato film inglese LA DUCHESSA e BULLET BOY, è entrato a far parte del progetto fin dal 2007 quando la TF1 francese ha acquisito i diritti cinematografici del romanzo. Desideroso di fare il film in lingua inglese per rivolgersi ad un pubblico più ampio, la TF1 ha scelto di lavorare con un regista britannico. La visione di Dibb per SUITE FRANCESE, che prevedeva di unire le due novelle così diverse della Némirovsky in un unico lungometraggio, ha incontrato perfettamente le intenzioni della TF1.

“Quello che ho sostenuto è stato che si doveva creare questo nucleo al cui centro c’era il personaggio di Lucile,” ricorda Dibb. “A seguire dovevamo estrapolare alcuni elementi della prima novella per poi incorporarli alla seconda.”

“Il mio approccio è stato quello di prendere da Dolce l’ambientazione nelle campagne e di consentire ai profughi di Tempesta in giugno di attraversarla e inserirsi nell’essenza di Dolce, spiega Dibb. “Poi ho voluto sfruttare e incorporare le note che Irène aveva scritto per le parti successive del romanzo, affinché la fine del film risultasse più dura di quella del racconto Dolce. Sentivo che era ciò che Irène aveva progettato di fare.
Considerato la storia di quello che è accaduto in Francia e anche di ciò che Irène ha vissuto, il film non poteva essere un racconto “soft”, doveva contenere tutti gli elementi di cui lei aveva preso nota. Si può accettare un romanzo incompiuto, ma non un film senza conclusione.”

SUITE FRANCESE

La produzione

Il film inizia durante la caduta della Francia sotto la Germania nel giugno del 1940 con l’esodo da Parigi. La sconcertata popolazione della città di Bussy si sta preparando all’arrivo di un battaglione tedesco che vivrà nelle loro case. Lucile Angellier (Michelle Williams), lei stessa una rifugiata Parigina, vive con l’austera suocera, Madame Angellier (Kristin Scott Thomas), mentre il marito è stato fatto prigioniero.

Il giovane ufficiale tedesco, Bruno von Falk (Matthias Schoenaerts) viene alloggiato presso di loro. Lucile gradualmente “si risveglia” e inizia a esplorare sentimenti che la turbano e che aveva sepolto durante il suo infelice matrimonio. Inizia ad innamorarsi di Bruno e quindi a lottare con i sentimenti verso il suo paese per sentirsi infine disillusa.

Sullo sfondo del villaggio si osserva come ogni personaggio vive e affronta l’occupazione tedesca. È una reazione che viene determinata dalla classe di appartenenza. Il Visconte (Lambert Wilson) e la Viscontessa Montmort (Harriet Walter) fanno affari con i tedeschi in cambio di un trattamento di favore, mentre Benoit (Sam Riley), un contadino che ha affittato la loro terra, reagisce diventando membro della Resistenza.
Il modo in cui gli abitanti del villaggio reagiscono è determinato anche dal sesso; i comportamenti della moglie di Benoit Madeleine (Ruth Wilson), di Celine (Margot Robbie) e di Lucile nei confronti dei soldati sono molto diversi.

“Ciò su cui volevo concentrare l’attenzione era il senso della guerra raccontata dal punto di vista di un civile e, in particolar modo, dal punto di vista di una donna”, dice Dibb.

La prospettiva unica della Némirovsky ha reso il romanzo particolarmente coinvolgente per la produzione e il cast. Il romanzo è un documento di storia vera, è stato scritto da una donna che ha visto e vissuto quegli avvenimenti e in quel preciso momento. Chi lo ha scritto non l’ha fatto in retrospettiva, con il senno di poi: non visse abbastanza per vedere la fine della guerra o per conoscere il destino della Francia.

“Il romanzo non è esattamente un reportage; è così ben scritto e costruito ma ha quello stesso senso di immediatezza”, dice Dibb. “Il mio background è nella realizzazione di documentari, quindi per me il fatto che fosse incredibilmente autentico, quasi come una capsula del tempo nascosta per 60 anni, è stato molto emozionante.”

Dibb assapora la sfida di trasferire sullo schermo la chiarezza del romanzo della Némirovsky, amato da milioni di persone.

“C’è sempre un senso di responsabilità quando si adatta il lavoro di qualcun altro”, riconosce. “E quando quella persona non è solo morta ma è anche stata uccisa ad Auschwitz, la cosa porta un ulteriore senso di responsabilità.”

La produzione ha dovuto scendere un po’ a compromessi durante l’adattamento cinematografico. “È un libro molto complesso e ci sono un gran numero di personaggi, troppi per un lungometraggio,” dice il produttore del film Andrea Cornwell. “Inevitabilmente alcune persone possono non essere d’accordo con le scelte di Saul, ma abbiamo sempre cercato di rimanere fedeli allo spirito del libro.

Nella ricerca dei personaggi e delle ragioni che li muovono, tutti quanti – e soprattutto Michelle Williams – abbiamo sempre tenuto a portata di mano il romanzo.”

SUITE FRANCESE è una co-produzione europea tra Francia, Regno Unito e Belgio. Il film è prodotto da Andrea Cornwell e Michael Kuhn della Qwerty Films, stessi produttori de LA DUCHESSA di Dibb, insieme a Xavier Marchand di eOne, e Romain Brémond di TF1. Produttori esecutivi sono Harvey Weinstein della The Weinstein Company e Christine Langan della BBC Films.

Il cast e la troupe hanno girato interamente in esterni, soprattutto in Belgio, con alcune scene chiave in Francia. Anche se fin dall’inizio si era stabilito di girare il film in inglese, si è discusso a lungo se fosse meglio che i personaggi recitassero in inglese ma con accento straniero. La produzione ha esaminato i film che hanno adottato questo approccio, come The Reader di Stephen Daldry, in cui i personaggi tedeschi parlano inglese ma con accento tedesco.

Alla fine si è deciso di far parlare personaggi francesi in inglese senza accento, in parte perché così il pubblico di lingua inglese avrebbe potuto sottilmente cogliere le differenze di classe tra i personaggi francesi.

“Abbiamo cercato di mantenere la sensazione di un film molto francese”, spiega Cornwell. “Ogni volta che si sente una radio è in francese. Ogni volta che vedrete qualcosa di scritto, che si tratti di giornali o lettere scritte a mano, è in francese. La segnaletica è in francese. È un richiamo costante che vuole sottolineare che non siamo in un paese di lingua inglese.”

Dibb ha deciso che i personaggi tedeschi avrebbero parlato tedesco con i sottotitoli in modo da sottolineare il loro essere stranieri.
“Abbiamo voluto veri attori tedeschi, per quanto possibile”, dice Cornwell. “Per Matthias, visto che è di madre lingua fiamminga, abbiamo avuto un coach, ma tutti gli altri ruoli dei tedeschi sono stati interpretati da attori di madrelingua tedesca.”


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