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La Scelta di Michele Placido: Recensione in Anteprima

Michele Placido torna ad ‘omaggiare’ Luigi Pirandello 11 anni dopo Ovunque Sei. Esce al cinema La Scelta

pubblicato 31 Marzo 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:02

Luigi Pirandello e Michele Placido, atto II. Undici anni dopo l’epocale Ovunque Sei, fischiato alla Mostra del Cinema di Venezia e liberamente tratto dalla breve commedia “All’Uscita”, il regista di Romanzo Criminale si è nuovamente ispirato ad una commedia drammatica del drammaturgo, scrittore e poeta italiano, l’Innesto, per il suo undicesimo film. La Scelta. Un’opera che fece scalpore nel 1919, trattando il tema della maternità con strumenti per l’epoca decisamente ‘inediti’.

I protagonisti della storia sono due giovani innamorati, sposati, professionalmente appagati e sentimentalmente legati. Ma senza figli. Laura e Giorgio provano da tempo ad avere un bambino ma la lieta notizia proprio non vuole arrivare. Fino a quando un crimine non sconvolgerà la vita di entrambi, con lui, offeso nella sua morale, chiamato a scovare una soluzione, e lei, donna che con coraggio si assume la responsabilità di diventare madre, pronta a sfidare il perbenismo della morale comune. Nel mezzo un paio di quesiti che aleggiano sulle teste di entrambi: è davvero tanto importante il legame biologico con il proprio figlio? E soprattutto, a cosa si è disposti a rinunciare per amore?

Temi un tempo ‘scabrosi’, come detto, ma oggi, nel 2015, decisamente meno sconvolgenti. Ed è qui che si fa spazio la madre di tutte le domande, ovvero: perché realizzare un film del genere? Trovare una risposta degna di essere considerata tale, visto il risultato finale, diventa sinceramente complicato. Perché Placido, e dispiace davvero accanirsi nei confronti di un regista che proprio non ha nelle sue corde il genere ‘drammatico’, ha dato vita ad un pastrocchio indifendibile. Nei toni, nella scrittura, nella regia, nel montaggio, nell’evoluzione della trama e in particolar modo nei suoi due protagonisti.

Ambra Angiolini e Raoul Bova. Da tempo non si vedeva un casting tanto improponibile sul grande schermo. Perché dal momento stesso in cui inizia ‘il dramma’ di coppia, sia l’ex stellina di Non è la Rai che l’ex belloccio diventato attore impegnato deragliano totalmente, portando a fondo l’intera pellicola. Per la 4° volta sullo stesso set nel giro di 4 anni (in cui lei ha girato 13 film e lui 10), Ambra e Raoul non avevano e non hanno tanto la forza quanto la credibilità per poter portare avanti due personaggi così ‘rischiosi’, suscitando involontaria ilarità quasi ad ogni sfuriata, ad ogni confronto, ad ogni effusione. L’incidente shock da metabolizzare, che Placido e la sceneggiatrice Calenda trascinano attraverso dialoghi al limite del surreale, diventa di fatto secondario dinanzi ad alcune astruse scelte di regia. Eccessivo, forzato e poco credibile in ogni sua svolta, La scelta vive di momenti inavvertitamente ‘scult’, come non se ne vedevano dai tempi dell’indimenticato E la chiamano estate di Paolo Franchi.

Laura, perennemente solare, adorabile zia, dolce sorella, amabile figlia e innamorata moglie fino al momento topico della pellicola, reagisce con modalità borderline al suo arrivo, passando continuamente e nel giro di 30 secondi dal pianto al sorriso ai momenti di totale mutismo con fuga improvvisa, mentre lui, il bello, romantico, dolce e aitante maschio di casa, viene travolto da fisime improvvise che lo porteranno sull’orlo di una crisi di nervi. Il tutto condito da scene sempre oltre le righe, in cui la Angiolini guarda nel vuoto e Bova le parla solo e soltanto di spalle, sussurrando. Persino in casa, da soli. Loro litigano sussurrando, mentre la madre Monica Contini non riesce a dare credibilità ad uno straccio di battuta e la sorella Valeria Solarino vive inspiegabilmente con due uomini. Da una parte il padre delle sue due figlie con cui non riesce più a far sesso e dall’altra un cinquantenne con cui invece fare follie. Gratuità di scrittura nel cavalcare pseudo-modernità familiari, inutili rallenty (vedi l’ultima inquadratura), personaggi secondari privi totalmente di peso e difficoltà enormi nel palesare i punti di vista dei due protagonisti, tra la donna che si trincera dietro un insano silenzio e l’uomo che esagera nell’accettare l’ipotetica verità. Persa la misura dopo una ventina di minuti, in cui sia Laura che Giorgio sembrano vivere in una sorta di protetto Paradiso Terrestre in cui tutto è perfetto, Placido non solo non riesce più a riacciuffarla ma finisce quasi per deriderla, appesantendola con no-sense purtroppo per lui comici.

Seminando dubbi sui fatti realmente accaduti all’insopportabile personaggio di Ambra, in quanto mai mostrati su schermo, con un colpo di spugna finale Michele finge di aver quasi ‘scherzato’ con il fuoco, lasciando al suo instabile personaggio di denunciare finalmente quanto accaduto, trovare il colpevole e metabolizzare una volta per tutte il dramma patito. Temi come quello della violenza sulle donne, dell’umiliazione della denuncia, della maternità ‘inaspettata’, della disintegrazione di coppia, delle famiglie ‘allargate’ e dell’aborto sono qui stati presi, frullati ed affidati ad attori incapaci di sopportare una simile responsabilità e ad autori che nel doverla rappresentare hanno evidentemente perso la bussola cinematografica. Una ‘scelta’, quella del titolo, che la Angiolini e Bova finiranno finalmente per condividere, dopo averla inseguita con toni inavvertitamente demenziali per poco meno di 90 minuti.

Voto di Federico: 3
Voto di Antonio: 3

La Scelta (drammatico, 2015) di Michele Placido; con Raoul Bova, Ambra Angiolini, Michele Placido, Valeria Solarino, Manrico Gammarota, Monica Contini, Gennaro Diana, Marcello Catalano, Mejdi El Euchi, Vito Signorile, Tina Tempesta, Vito Lopriore, Anna Castellaneta, Antonello Marini – uscita giovedì 2 aprile 2015.