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Arancia Meccanica: censura e curiosità del cult di Stanley Kubrick

Censura e peculiarità che rendono Arancia Meccanica un capolavoro visionario e innovativo, nel 1971 come oggi

di cuttv
pubblicato 14 Luglio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:16

«Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra-violenza e Beethoven»

La tagline di Arancia meccanica (A Clockwork Orange) resta la sintesi perfetta del tessuto narrativo della ‘meccanica dell’arancia’, ma non certo dell’anima del capolavoro innescato da Stanley Kubrick nel 1971, per far riflettere le generazioni a venire sulla natura sociale dell’uomo, il libero arbitrio (della Cura Ludovico) e gli effetti del condizionamento psicologico e culturale.

A più di un quarantennio della sua uscita, di fatto, il trattato scioccante, innovativo e provocatorio sul moto del mondo delineato da Kubrick (illuminante e attuale nel 1972 come oggi), rischia ancora di essere frainteso a causa dell’estetica violenta utilizzata come strumento narrativo ideale a sviare le attenzioni della censura dal tema principale.

Un tema ben chiarito dalla genesi del nome del film, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess del 1962 e ancora nel 1986 con il saggio dello scrittore “A Clockwork Orange Resucked“.

[quote layout=”big” cite=”Anthony Burgess]“Nel 1945, al ritorno dal fronte, in un pub di Londra ho sentito un cockney (espressione usata dagli inglesi per distinguere un londinese,ndr) ottantenne dire di qualcuno che era sballato come un’arancia meccanica. L’espressione m’incuriosì per la stravagante mescolanza di linguaggio popolare e surreale. Per quasi vent’anni avrei voluto utilizzarla come titolo per qualche mia opera: ne ho avuto poi l’occasione quando ho concepito il progetto di scrivere un romanzo sul lavaggio del cervello.
Quindi Arancia meccanica è inteso come qualcosa di puramente naturale (arancia) al quale vengono imposte regole statiche, come se essa fosse, appunto, meccanica. 
Questo è contro natura. Più di ogni altra cosa, nella mia storia, volevo dire che Dio ha dato all’uomo la libertà di scegliere fra bene e male, e che si tratta di un dono meraviglioso”. [/quote]

A trasformare in cult l’Arancia meccanica di Kubrick, contribuirono la geniale e visionaria scrittura, tecnica e partitura musicale, l’impatto visivo di scenografie (mobilio antropomorfo e sculture falliche) e costumi, ma anche la censura e le reazioni disturbate scatenate dalle sue creature ridotte a meri “congegni caricati a molla da Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente”, pronti a far scattare la propria violenza.

Arancia Meccanica: Censura e reazioni furiose

“Arancia Meccanica” ottenne alla sua uscita la classificazione “R” costringendo il regista a tagliare diverse scene.

In seguito, lettere minatorie e minacce di morte ricevute da Kubrick e la sua famiglia, lo costrinsero anche a chiedere e ottenere dalla Warner Bros il ritiro della pellicola dalle sale inglesi, dove il film non fu più proiettato fino alla morte del regista, avvenuta nel 1999. 

Nella maggior parte dei paesi del mondo, dalla Spagna alla Corea del Sud, il film è stato vietato ai minori di 18 anni per le numerose scene di efferata violenza, divenendo uno dei bersagli preferiti della censura.

Il divieto ne impedì per legge anche la messa in onda sul piccolo schermo, fino a quando nel 1998 un ricorso della Warner Bros, accolto da una sentenza del Consiglio di Stato ne sbloccò il divieto, abbassandolo ai minori di 14 anni.

Nonostante questo, solo la tv a pagamento Tele+ lo trasmise nel 1999, fino a quando Telecom Italia Media ne acquisì i diritti per trasmetterlo finalmente in chiaro su La7, il 25 settembre 2007, preceduto dal documentario La meccanica dell’arancia condotto dal regista Alex Infascelli, mentre nel 2011 ha festeggiato i suoi primi 40 anni sul grande schermo del Festival di Cannes.

A quanto pare ad arricchire i trascorsi critici del film contribuì anche la faida nata tra Stanley Kubrick e Gene Kelly, infastidito dall’usò fatto dalla canzone “Singin’ In The Rain”, nella celebre sequenza di Arancia Meccanica.

Diversi problemi nacquero anche durante la scena dello stupro. La prima attrice coinvolta cedette per lo stress, regalando la parte ad Adrienne Corri, che continuò a lamentarsi del perfezionismo esagerato di Kubrick, il quale proseguiva a rigirare la sequenza all’infinito.

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Arancia Meccanica: Trama

Nella zona della Grande Londra inglese vive il giovane eccentrico Alexander DeLarge (o Alexander Burgess, nei titoli di un quotidiano verso la fine del film) capo della banda criminale dei Drughi, con i quali compie rapine, omicidi, violenze sessuali, fino a quando finisce in carcere per il tradimento degli amici. Sottoposto alla cosiddetta ‘cura Ludovico’ tesa a inibire il sui istinto, Alex esce prima dal carcere, ma la vendetta delle sue vittime arriverà a spingerlo a tentare il suicidio, prima di guarire e collaborare con lo stato, in cambio del silenzio sugli effetti negativi della ‘cura Ludovico’.

Eccomi là. Cioè io, Alex, e i miei tre Drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il Gulliver per sapere che cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza

Arancia Meccanica: curiosità

Il Nadsat è lo slang artificiale derivato dall’inglese, con numerose influenze russe, inventato dallo scrittore Anthony Burgess e usato da Alexander DeLarge e dai suoi Drughi (dal russo Друг / Друзья: Drug / Druz’ja = amico/i). Lo stesso titolo inglese del film (A Clockwork Orange) sarebbe riconducibile a questo slang, visto che “Orange” significa “uomo” e il titolo tradotto diventerebbe “Uomo ad orologeria”, pronto a “esplodere” in qualunque momento.

Da principio il regista non era proprio interessato a girare il film e il romanzo originale scritto da Anthony Burgess che gli passò lo sceneggiatore Terry Southern, non gli piaceva, ritenendo il suo linguaggio poco adatto alla sua visione cinematografica. Qualche anno dopo cambiò idea, iniziando a considerare il protagonista Alex come una sorta di moderno Riccardo III.

Rispetto alla versione di 136 minuti, il primo montaggio preparato dal regista durava ben 4 ore, ma Kubrick fece bruciare il resto della pellicola tagliata da un suo assistente.

K. ha sempre pensato a Malcolm McDowell come interprete ideale per il suo Alex, mentre l’attore ancora sconosciuto ignorava anche chi fosse, arrivando a scambiarlo per Stanley Kramer.

La disponibilità dell’attore non gli risparmio una costola incrinata e l’abrasione delle cornee durante la scena della cura Ludovico.

Tra le semi-comparse del film, c’era anche David Prowse nel ruolo di un infermiere, molto prima di indossare il casco di Darth Vader sul set di Guerre Stellari.

Arancia meccanica esce una prima volta nel dicembre del 1971 nell’anteprima di New York, ma se l’accoglienza restò al di sotto delle aspettative di Kubrick e della Warner Bros, dopo le revisioni del regista il film costato 2 milioni di dollari è arrivato ad incassare 26 milioni solo negli Stati Uniti.

Il film ha ricevuto quattro candidature agli Oscar del 1972 (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio) e ha scosso la platea del Lido alla 33ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

[http://cineblog.admin.blogo.it/wp-content/mu-plugins/shortcodes-ultimate layout=”big” cite=”Mario Longardi contattato da Kubrick”]Alcuni giorni prima della proiezione al Lido cominciò ad agitarsi perché aveva saputo che il film sarebbe stato presentato alla stampa in due tempi nella sala dell’albergo Excelsior, allora tecnicamente poco attrezzata. Mi chiamò alle sei del mattino a Venezia e con voce cortese ma supplicante, mi chiese di impedire quell’assurdo intervallo. Con un certo imbarazzo gli feci presente che la mancanza di sale al Lido aveva obbligato gli organizzatori ad adoperare quella dell’Excelsior e che tutti i film venivano proiettati in quelle condizioni e per ovvie ragioni non si potevano fare eccezioni. Ma Kubrick non poteva accettare quella situazione e la sola idea era per lui insopportabile. Non c’era il minimo tono arrogante nella sua richiesta, ma autentica sofferenza.
Alla Mostra dirigevo quell’anno l’Ufficio Autori (ideato da Gian Luigi Rondi) che aveva proprio lo scopo di andare incontro alle varie esigenze dei registi. Parlai con Gian Luigi spiegandogli che non si trattava di un capriccio, ma del sincero attaccamento di un autore alla sua opera. Risolvemmo con molta difficoltà il problema e “Arancia Meccanica” venne eccezionalmente presentato ai giornalisti in un cinema del Lido tutt’altro che accogliente, ma in grado di proiettare il film senza interruzioni. Kubrick mi chiamò ancora, questa volta raggiante per la soluzione adottata. [/http://cineblog.admin.blogo.it/wp-content/mu-plugins/shortcodes-ultimate]

Il giorno stesso Kubrick inviò di nascosto Milena Canonero al Lido per cambiare le lenti del proiettore di quella sala con quelle del proiettore di casa sua per garantire una proiezione pulita.

Kubrick mette la colonna sonora di “2001” nel negozio di dischi dove si rifornisce Alex.

Kubrick chiese ai Pink Floyd di poter utilizzare la canzone Atom Heart Mother Suite ma visto che il celebre gruppo diede il permesso per alcune porzioni, ma Kubrick esigeva di avere un controllo illimitato, in quanto non sapeva bene nemmeno lui quali parti del brano avrebbe utilizzato. Stanco di queste pretese, la band britannica decise di rifiutare.

Arancia Meccanica: Colonna Sonora

Stando ad un’intervista televisiva rilasciata da Malcolm McDowell, l’utilizzo della canzone “Singin’ in the Rain” nel film fu del tutto casuale e improvvisata dall’attore, in seguito alla richiesta del regista di provare a cantare e ballare durante la scena del pestaggio e dello stupro a casa dello scrittore, per renderla più ‘convincente’. Di sicuro il dissacrante uso della canzone canticchiata da Alex canticchia mentre esegue lo stupro di una donna, contribuisce ad esasperare la visione della scena già disturbante, rendendola una delle sequenze più raccapriccianti della storia del cinema. 

L’ouverture de “La gazza ladra” di Rossini, usato come leitmotiv della violenza e accompagnamento catartico per la vendetta di Alex sui compagni, nella scena in cui ristabilisce la propria supremazia come capo banda, resta emblematico quanto l’ouverture del “Guglielmo Tell” velocizzata, in sintonia con le immagini accelerate dell’orgia nella stanza di Alex che regalano sfumature comiche all’erotismo della messa in scena.

Da Rossini a Beethoven, del quale l’Inno alla gioia, dalla Nona sinfonia, si attesta come celebre leitmotiv del film, in generale resta geniale l’uso della colonna sonora composta da brani sintetizzati di musica classica per accompagnare la narrazione come contrappunto ironico/grottesco di alcune scene memorabili.

Clockwork Orange, 1971
TrackList

1. Timesteps – Wendy Carlos

2. March From A Clockwork Orange – Wendy Carlos

3. Title Music From A Clockwork Orange – Wendy Carlos

4. La Gazza Ladra – Wendy Carlos

5. Theme From A Clockwork Orange (Beethoviana) – Wendy Carlos

6. Ninth Symphony : Second Movement (Scherzo) – Wendy Carlos

7. William Tell Overture, Abridged – Wendy Carlos

8. Orange Minuet – Wendy Carlos

9. Biblical Daydreams – Wendy Carlos

10. Country Lane – Wendy Carlos

Via | Archivio KubrickKinopoisk – Wikipedia

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