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Cineblog consiglia: Ero uno sposo di guerra

Ero uno sposo di guerra. Regia: Howard Hawks. Con: Cary Grant, Ann Sheridan, Marion Marshall, Randy Stuart. Usa 1949, b/n 105′.Catherine e Henry, ufficiali parigrado a Parigi sullo sfondo della seconda guerra mondiale, vorrebbero sposarsi. Una legge favorisce i matrimoni fra gli ufficiali americani e le donne francesi: peccato che Henry si trovi a militare

19 Luglio 2007 06:30

Ero uno sposo di guerra. Regia: Howard Hawks. Con: Cary Grant, Ann Sheridan, Marion Marshall, Randy Stuart. Usa 1949, b/n 105′.

Catherine e Henry, ufficiali parigrado a Parigi sullo sfondo della seconda guerra mondiale, vorrebbero sposarsi. Una legge favorisce i matrimoni fra gli ufficiali americani e le donne francesi: peccato che Henry si trovi a militare nell’esercito francese e, si sa, la burocrazia, non è abituata a considerare le eccezioni. Bisognerà trovare una soluzione…

Ero uno sposo di guerra è una delle più belle commedie del cinema americano del dopoguerra e, grazie al fascino senza tempo della regia di Hawks, sicuramente una delle più esilaranti di tutti i tempi. Non credo che si possa aggiungere molto altro. Chi scrive cerca solitamente di dare un giudizio il più possibile obiettivo, ma qui l’unico consiglio che vale la pena dare è: non fatevela scappare.

Detto questo si potrebbe parlare per ore della performance di Cary Grant, superlativo come in tutte le sue magnifiche prove d’attore. Chi vuole capire meglio la storia del bravissimo, e ammiratissimo, Johnny Deep, deve assolutamente recuperare i film (pochi ma significativi) di immenso attore. Una recitazione che è l’esatto contrario di quella che andava per la maggiore qualche anno fa: quella gigiona e di derivazione strasbergeriana, di colonne del cinema statunitense come De Niro o Al Pacino. Qui siamo in tutt’altro universo. Se performance come quella di Toro Scatenato facevano dimenticare l’uomo dietro il personaggi, attraverso una straordinaria coincidenza, anche fisica fra questi due estremi, qui si potrebbe arrivare a parlare di architettura: il materiale di base, la malta, è sempre quella, riconoscibilissima, ma come cresce, si espande, attraverso mossettine, tick, piccole sfumature, che si accavallano senza mai sommarsi, che danno un tutto mantenendo l’unità delle parti che lo compongono.

E’ straordinario notare come, anche attraverso una recitazione così esposta, dichiarata, i riultati non siano certo inferiori… anzi. Con Deep Grant condivide questi particolari, quasi da cinema muto (vedetevi anche “Intrigo Internazionale”), ma anche il gusto del travestitismo, un mascherarsi che non ha bisogno di trucchi troppo elaborati: pochi dettagli, e sono già qualcun’altro. Forse una delle tappe più alte del divismo, inteso come riconoscibilità dell’attore, che però non svilisce ne annulla la perfomance attoriale. Grant vestito da donna è da applauso, ma è meglio che vi scappi una risata. Così non fosse potrebbe esserci qualcosa che non va.
Oggi giovedì 19 luglio ore 16:30 su Rete4.