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Race – Il colore della vittoria: clip e featurette in italiano del biopic su Jesse Owens

Race: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul dramma biografico di Stephen Hopkins nei cinema italiani dal 31 marzo 2016.

pubblicato 31 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 11:50

Eagle Pictures ha reso disponibili 5 clip in italiano e video interviste al cast del biopic Race – Il colore della vittoria, l’epica e straordinaria storia del pluricampione del mondo Jesse Owens che, nato povero ma con un dono atletico straordinario, alle Olimpiadi del 1936 lasciò Berlino e il terzo Reich senza parole vincendo 4 medaglie d’oro ed entrando di diritto nella leggenda.

Jesse Owens è un’icona mondiale. Ancora ai nostri giorni, in cui il successo fa fatica a durare, risuona forte la fama del quattro volte oro olimpico ai Giochi di Berlino del 1936. I suoi successi alle Olimpiadi di Berlino hanno letteralmente rischiarato il mondo. Ottant’anni dopo, Owens è e rimane uno degli eroi olimpici la cui immagine e il cui nome sono parte inscindibile della nostra eredità culturale.

Il produttore Luc Dayan, dopo aver prodotto e sviluppato il premiato corto “Tribute to Jesse Owens and Carl Lewis”, ha pensato a un film interamente dedicato alla storia di Owens. Il progetto è stato appoggiato dal produttore Jean-Charles Lévy, quindi dal regista Stephen Hopkins, e da un gruppo di registi internazionale,  a testimoniare l’impatto che ha ancora oggi la figura di Jesse Owens in tutto il mondo.

Realizzato in collaborazione con la Fondazione Jesse Owens e con la stessa famiglia Owens, Race – Il colore della vittoria è il primo film su Owens. Lévy commenta: “Prima di fare qualunque cosa, abbiamo incontrato le figlie di Jesse Owens e sua moglie, Ruth Solomon. Abbiamo raccontato loro cosa volevamo fare, quale sarebbe stato lo spirito del film e come intendevamo coinvolgerle. Ci sono state accanto in tutte le fasi di sviluppo e produzione del film.”

La sceneggiatura di Race – Il colore della vittoria, opera di Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, si concentra sugli anni più intensi della storia dell’atleta, dall’arrivo all’Ohio State University appena diciannovenne, ai successi di appena due anni dopo sul palcoscenico internazionale delle Olimpiadi di Berlino.

 

BREVE CRONISTORIA DI JESSE OWENS – GLI ESORDI

– Il ventunenne Jesse Owens esordisce nel mondo dello sport agonistico nel maggio 1935, stabilendo quattro record del mondo in quattro specialità differenti: le 100 yards (in 9”3), le 220 yards piane (in 20”3) le 220 yards ad ostacoli (in 22”6) e il salto in lungo (con 8.13 m).

-Grazie ai suoi successi viene convocato per rappresentare gli Stati Uniti ai Giochi Olimpici del 1936.

 

 

1936

– Ai Giochi Olimpici del 1936, organizzati dalla Germania nazista a Berlino con il chiaro intento di propagandare la supremazia della razza ariana, vince contro ogni aspettativa.

– Owens diventa così il primo atleta Americano a vincere quattro medaglie d’oro in una sola Olimpiade: i 100 metri, i 200 metri, i 200 metri salto in lungo e la staffetta 4 x 100.

– Durante le Olimpiadi Owens stringe un profondo legame di amicizia con l’avversario tedesco Carl Luz Long, sfidando così le ideologie naziste.

– Nel pomeriggio del 4 agosto 1936, di fronte alla vittoria di Owens, il Führer esce dallo stadio senza stringere la mano a Owens, scatenando un caso storico che verrà poi negato dallo stesso Owens nella sua autobiografia.

– E’ il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt, in quel periodo impegnato nelle elezioni presidenziali del 1936,  a rifiutare di congratularsi con Owens e a decidere di cancellare l’appuntamento alla Casa Bianca con il campione olimpionico.

 

 

DOPO BERLINO

– Il primo settembre 1939, la Germania invade la Polonia dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

– A causa della disobbedienza dimostrata all’ideale nazista, Carl Luz Long viene arruolato nell’esercito tedesco e inviato al fronte. L’amicizia tra Owens e Long prosegue nonostante le difficoltà e gli accadimenti storici, fino alla morte di quest’ultimo nel 1943 durante l’invasione della Sicilia da parte degli alleati.

– Owens, rientrato in patria, è accolto da un milione di persone. Nonostante il clamore suscitato, la vittoria alle Olimpiadi non procura inizialmente tangibili benefici economici a Owens, il quale, al suo ritorno negli Stati Uniti, intraprende diversi lavori per procurarsi da vivere, lavorando anche come rappresentante e consulente per enti e organizzazioni legate allo sport.

– Il padre di Owens, Henry, viene invece assunto come custode all’Ohio State University dopo anni di disoccupazione.

– Nello stesso periodo Avery Brundage, che nel 1936 ricopriva la carica di Presidente del Comitato Olimpico degli Stati Uniti e aveva rifiutato di boicottare i Giochi olimpici di Berlino, decisione che portò all’esclusione degli atleti ebrei e all’accusa di inclinazioni filonaziste, viene assolto da ogni accusa di collaborazionismo con il regime nazista.

– Nel 1952 viene eletto Presidente del Comitato Olimpico Internazionale e mantiene la carica fino al 1975, anno della sua morte.

– Larry Snyder, storico allenatore di Owens, continua ad allenare con successo fino alla pensione gli atleti dell’Ohio State University. I suoi atleti hanno ottenuto 14 record mondiali, vinto 52 competizioni americane e 8 medaglie d’oro olimpiche. Nel 1960, si reca a Roma come capo allenatore della squadra olimpica americana di atletica.

 

 

FAMA POSTUMA

– La Casa Bianca non aveva mai riconosciuto alcun riconoscimento ufficiale ad Owens.

– La situazione cambia solamente nel 1976, quando Owens è invitato alla Casa Bianca dal presidente Gerald Ford per ricevere il primo vero riconoscimento per i suoi successi sportivi, ovvero la Medaglia Presidenziale della Libertà – il massimo titolo per un civile americano.

– Nel 1979, sempre alla Casa Bianca, Owens viene insignito del Living Legend Award.

– Il 31 marzo 1980 Jesse Owens muore a causa di un tumore ai polmoni, lasciando la moglie Ruth, le tre figlie Gloria, Beverly e Marlene e un ultimo record mondiale che viene battuto solo 25
anni dopo.

– Nel 1990, Owens è stato insignito della medaglia d’Oro del congresso, ormai postuma, come eroe olimpico e americano. Oggi numerose scuole, strade e parchi in America portano il suo nome, una sua statua campeggia a Fort Huntington Park, a Cleveland, mentre la sua Università, la Ohio State University, gli ha intitolato il palazzetto degli eventi sportivi e ospita centri ricreativi dedicati alla sua memoria.

 

Clip – Far parte della storia:

Intervista a Stephan James:

Intervista a Jason Sudeikis:

Intervista a William Hurt:

Intervista a Jeremy Irons:

 

 

Race – Il colore della vittoria: trailer italiano del biopic sportivo sul campione olimpico Jesse Owens

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Debutterà nei cinema italiani il prossimo 31 marzo Race – il colore della vittoria, biopic sportivo che racconta l’epica e straordinaria storia del pluricampione del mondo Jesse Owens (interpretato Stephan da James) che, nato povero ma con un dono atletico straordinario, alle Olimpiadi del 1936 lasciò Berlino e il terzo Reich senza parole vincendo 4 medaglie d’oro ed entrando di diritto nella leggenda.

Eagle Pictures ha reso disponibile il trailer italiano del film diretto da Stephen Hopkins (I segni del male) e scritto da Anna Waterhouse e Joe Shrapnel (Frankie & Alice).

Il cast di supporto include Jason Sudeikis nei panni di Larry Snyder l’allenatore e mentore di Jesse Owens; Jeremy Irons è Avery Brundage, il capo del comitato olimpico americano che ha combattuto affinchè le Olimpiadi del 1936 si svolgessero a Berlino; Carice van Houten è Leni Riefenstahl una regista della propaganda nazista e William Hurt è Jeremiah Maroney, presidente dell’Amateur Athletic Union che ha guidato un movimento per boicottare le Olimpiadi del 1936.

Il film è stato prodotto con il sostegno della famiglia Owens, la Fondazione Jesse Owens (Jesse Owens Trust) e il Gruppo Luminary. Le riprese si sono svolte a Montreal sede delle Olimpiadi estive del 1976.

 

 

Race: trailer del biopic sportivo sul campione olimpico Jesse Owens

La storia della vita del campione olimpico Jesse Owens arriva sul grande schermo nel dramma sportivo Race. Yahoo! Movies ha reso disponibile il primo trailer di questo biopic sportivo che vede protagonista Stephan James nei panni del leggendario atleta.

Basato sull’incredibile storia vera di Jesse Owens, la leggendaria superstar dell’atletica la cui missione per diventare il più grande corridore di atletica leggera nella storia lo proietta sulla scena mondiale delle Olimpiadi del 1936, dove oltre ai suoi avversari dovrà affrontare la folle visione di Adolf Hitler della supremazia ariana. Race è un film sul coraggio, la determinazione, la tolleranza e l’amicizia e un dramma sulla lotta di un uomo per diventare una leggenda olimpica. Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro durante le Olimpiadi del 1936 che si svolsero a Berlino.

Il cast di supporto include Jason Sudeikis come Larry Snyder l’allenatore e mentore di Jesse Owens; Jeremy Irons come Avery Brundage, il capo del comitato olimpico americano che ha combattuto affinchè le Olimpiadi del 1936 si svolgessero a Berlino; Carice van Houten come Leni Riefenstahl una regista della propaganda nazista; Amanda Crew come Peggy e William Hurt come Jeremiah Maroney, presidente dell’Amateur Athletic Union che ha guidato un movimento per boicottare le Olimpiadi del 1936. Il film è stato prodotto con il sostegno della famiglia Owens, la Fondazione Jesse Owens, il Jesse Owens Trust e il Gruppo Luminary. La produzione si è svolta lo scorso anno a Montreal sede delle Olimpiadi estive del 1976.

Poco prima delle Olimpiadi del 1936, Jesse Owens stabilì un tempo di 10,2 secondi nei 100 metri, un record del mondo che rimase tale per oltre 20 anni. Purtroppo la sua fiorente carriera sportiva fu interrotta dopo le Olimpiadi, quando il suo status di dilettante vene revocato rendendo così i giochi di Berlino la suo prima e unica competizione olimpica. Proprio come Jackie Robinson, primo giocatore afroamericano a militare nella Major League Baseball in epoca moderna, anche Jesse Owens lottò contro l’ostilità razziale dentro e fuori la pista.

Stephen Hopkins (I segni del male) dirige da una sceneggiatura di Anna Waterhouse e Joe Shrapnel (Frankie & Alice).

 

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Fonte: Collider