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Roma 2015 – Room: Recensione in Anteprima

Festa del Cinema di Roma, applausi a scena aperta per lo straordinario Room di Lenny Abrahamson, da marzo nelle sale d’Italia

pubblicato 17 Ottobre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:46

Jack è un bambino di 5 anni che non ha mai visto una strada, un cane, una macchina, un albero o anche semplicemente un altro essere umano che non sia sua madre. Jack e Ma’ vivono infatti in una Stanza di 10 metri quadrati. Lei da 7 anni, lui da sempre, essendoci nato. Un buco sporco e freddo, con un lucernaio da cui ammirare il cielo, una lurida vasca da bagno, un rubinetto, dei fornelli, un frigorifero, un letto, una televisione ‘magica’ e un armadio, dove Jack dorme. Qui, dalle ante del mobile, il bambino osserva con timore le visite di un uomo misterioso, ‘Old Nick’, che porta cibo ai due abitanti della stanza per poi fermarsi a far ‘compagnia’ alla madre. Fuori da quelle quattro mura c’è lo Spazio. Impossibile uscire, perché niente e nessuno esiste al mondo. Questo è quello che ha sempre saputo il dolce Jack, capelli lunghi come Sansone e un compleanno, quello dei 5 anni, da festeggiare con l’agognata e difficile verità da dover digerire. Perché fuori da quella Stanza c’è un mondo a lui sconosciuto proprio a causa di Old Nick, carceriere di entrambi.

Trasposizione cinematografica dell’omonimo best seller di Emma Donoghue, arrivato in Italia con il titolo ‘Stanza, letto, armadio, specchio’, Room ha trionfato al Festival del cinema di Toronto portandosi a casa l’agognato People’s Choice Award, premio spesso e volentieri ‘portafortuna’ per quelli che poi diverranno i ‘casi’ cinematografici di stagione. E lui, il film di Lenny Abrahamson presentato alla Festa del cinema di Roma, potrebbe serenamente diventare uno dei rari titoli del 2015 in grado di accontentare tanto il pubblico quanto la critica.

Regista di Frank, Abrahamson ha di fatto diretto due film in uno, diversi nei toni e nel genere eppure legati da un amore indivisibile. Quello di una madre per un figlio e viceversa. L’amore di una donna che ha ideato un universo parallelo pur di non svelargli la tragica verità e l’amore di un bambino pronto a tutto pur di salvarla. Un rapporto d’amore fatto di necessarie menzogne e devastanti rivelazioni, sviscerate con maestria dalla sua autrice.

Due figure in pochi metri di spazio, fianco a fianco 24 ore su 24 per 5 anni. Una ‘fusione’ psicofisica distruttiva che Abrahamson e la Donoghue, qui anche sceneggiatrice, hanno saputo raffigurare con drammatica e claustrofobica credibilità, raccontandoci un mini-mondo attraverso gli occhi di un bimbo forzatamente imprigionato in una realtà di plastica. Per poi evadere e rinascere, finendo così inevitabilmente in un Universo inedito e spaventoso, fatto di stimoli continui, luci, colori, oggetti, animali e persone. Ed è qui, nel momento stesso in cui Jack e Ma’ abbandonano la Stanza che li ha tenuti prigionieri per anni (scena da urlo), che Room diventa improvvisamente altro. Il thriller lascia strada al ‘drama’, regalandoci due personaggi ovviamente sconvolti dalla ‘banale’ normalità quotidiana. Perché se lei aveva da tempo dimenticato cosa fosse, lui non l’aveva proprio neanche mai sfiorata.

Brie Larson, lanciatissima dopo questo folgorante debutto da protagonista, è straordinariamente brava nell’indossare i lineamenti di una ragazza madre rapita, stuprata e privata della propria adolescenza, impaurita e affranta ma tenuta a galla dall’amore nei confronti di questo fantasioso e adorabile bimbo che mai ha visto la luce del sole con i propri occhi, se non attraverso una finestrella sul soffitto. Ed è proprio lui, il piccolo Jacob Tremblay, a lasciare di sasso. Perché trascinato da una spaventosa forza espressiva. Un ruolo di una difficoltà rara, perché perennemente in bilico tra lo stupore della prima volta, la paura del nuovo e sconosciuto, la nostalgia dei ricordi passati e il fascino della propria esplosiva fantasia.

Dagli angusti, limitanti ma paradossalmente ‘sicuri’ spazi della prima parte, Abrahamson e i suoi due protagonisti si ritrovano improvvisamente tra le inedite, misteriose, infinite e angoscianti strade di un mondo che da subito li mette sotto i riflettori, amplificandone il senso di smarrimento. Un’instabilità emotiva che mai abbandona la presa sui due protagonisti, senza però intaccare quel legame affettivo di fatto impossibile da soffocare.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”9″ layout=”left”]

Room (Usa, 2015, drammatico) di Lenny Abrahamson; con Brie Larson, Megan Park, William H. Macy, Jacob Tremblay, Joan Allen, Sean Bridgers, Tom McCamus, Amanda Brugel, Kate Drummond, Chantelle Chung, Cas Anvar, Jack Fulton, Randal Edwards, Joe Pingue – uscita giovedì 3 marzo 2016.

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