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Roma 2015 – The Walk di Robert Zemeckis: Recensione in Anteprima

Un sogno impossibile che si fa possibile, in bilico su una corda a poco più di 400 metri d’altezza. Il miracoloso The Walk conferma l’unicità di Robert Zemeckis

pubblicato 19 Ottobre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:43

Otto anni fa un funambolo francese conquistò il Festival del Cinema di Roma grazie a Man on Wire – Un uomo tra le Torri, documentario di James Marsh vincitore della sezione L’altro cinema – Extra e poi premiato agli Oscar con una più che doverosa statuetta. Un’incredibile impresa, quella realmente realizzata da Philippe Petit nel 1974, che torna ora d’attualità grazie a The Walk, attesa nuova fatica di Robert Zemeckis presentata proprio alla Festa del Cinema di Roma. Un ‘cerchio’ che si chiude per un’artista che esattamente 41 anni fa diede vita alla più incredibile e folle impresa artistica di tutti i tempi.

La mattina del 7 agosto del 1975 centomila newyorkesi si ritrovarono improvvisamente a testa in su all’ombra delle Torri Gemelle, da poco concluse e letteralmente ‘attraversate’ da un giovane e piccolo francese, riuscito nella notte a tendere un filo a 412 metri d’altezza e in grado di collegare i due edifici del World Trade Center, 26 anni dopo abbattuti da Bin Laden. Un sogno impossibile diventato quel giorno possibile ed ora meravigliosamente riportato in vita da uno dei più grandi registi americani degli ultimi 30 anni, Robert Zemeckis.

La favola di un uomo visionario, di un pazzo incosciente, di un colpo criminale, di un amore tenuto in piedi da un’illusione, di un’impresa senza precedenti e di fatto irripetibile. Questo e molto altro è The Walk, capolavoro ‘tecnico’ di un regista che nel corso dei decenni ha sfidato e battuto limiti tecnologici di ogni tipo. Dai trionfi futuristici di Back to the Future all’animazione live-action di Chi ha incastrato Roger Rabbit, passando per i ‘morti viventi’ de La morte ti fa bella, le interazioni fisiche con la storia di Forrest Gump e il trittico in motion capture dei primi anni ‘2000.

In questo caso Zemeckis era chiamato a far risorgere quel ‘cuore’ della Grande Mela abbattuto l’11 settembre del 2001 da due aerei di linea. Le Twin Towers. Quelle stesse Torri Gemelle che per oltre un decennio Hollywood ha di fatto ‘bannato’ da ogni produzione. Impossibile o quasi parlarne e mostrarle, quindi figurarsi ricrearle. Eppure sono proprio loro le vere protagoniste di The Walk, tanto dall’ipnotizzare, neanche fossero sirene, un ventenne parigino che dopo averle viste solo su carta, e ancora in costruzione, le tramutò nel sogno di una vita. Tratto da To Reach the Clouds dello stesso Philippe Petit, The Walk mette in mostra proprio la nascita di quel sogno. La sua evoluzione, le enormi difficoltà riscontrate nel renderlo possibile ed infine la sua inimmaginabile realizzazione.

Joseph Gordon-Levitt, strepitoso e credibile funambolo con tanto di accento francese, racconta a noi, pubblico incantato, la genesi di un’ossessione, portandoci prima per mano nella Parigi in semi b/n dei primi anni ’70, tra vecchi circensi e artisti di strada, per poi volare su New York con l’obiettivo di dar vita al ‘colpo del secolo’. Perché la leggendaria camminata sul filo di Petit fu anche, se non soprattutto, una follia nella sua meticolosa progettazione. D’altronde come portare al 110esimo piano delle due Torri l’enorme quantità di materiale necessario per renderla possibile, come evitare i controlli di sicurezza, le guardie, e infine dove trovare il coraggio necessario per compiere quel primo passo verso il vuoto e in bilico tra le nuvole?

Divertente, affascinante e al tempo stesso incalzante, lo script scritto a 4 mani da Zemeckis e Christopher Browne è perfettamente bilanciato tra i generi, prima di prendere la strada della meraviglia visiva. Da sempre maestro nell’uso degli effetti speciali, il regista ha qui sfruttato nel migliore dei modi quella terza dimensione negli ultimi anni stuprata da decine di produzioni hollywoodiane, tanto da lasciare a bocca aperta per il senso di profondità e il cambio di prospettiva impresso ad un’opera che ha il merito di portare chi osserva tra cielo e terra, in bilico su un filo ad oltre 400 metri d’altezza. Seduti sulla comoda poltrona di un cinema vi ritroverete improvvisamente a ‘danzare’ su una corda, provando uno straniante senso di pericolo, di terrore che si fa estasi. Perché in pace con voi stessi di fronte a cotanta bellezza. Vi sdraierete su quel fino insieme a Petit, lo sfiorerete con le dita, lo attraverserete con i piedi, assaporando la realizzazione di un sogno. Fedele riproduzione di quanto avvenne quella mattina del 7 agosto, The Walk è Cinema allo stato puro, finzione cinematografica che diventa realtà, passeggiando amabilmente sul sottile filo dell’illusione che si fa emozione.

Volutamente trainato da un senso di ‘leggerezza’ che caratterizza l’intero script, Zemeckis ha di fatto tracciato la sua linea retta tra la ricostruzione storica di un evento e il romantico omaggio a quel simbolo che sono state le Twin Towers, diventate ‘altro’ proprio quel giorno del 1974, 24 ore prima che Nixon annunciasse le sue dimissioni da Presidente degli Stati Uniti d’America. Perché fu proprio lui, quel 24enne francese anarchico e visionario, a tramutare le poco amate ‘Gemelle’ nella raffigurazione vivente del ‘possibile’, camminando con grazia nell’immenso azzurro del cielo.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]

The Walk (biopic, 2015) di Robert Zemeckis; con Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, James Badge Dale

Festa del Cinema di Roma