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Roma 2015 – Eva No Duerme: Recensione in Anteprima

La scomparsa del corpo imbalsamato di Evita Peron al centro di Eva no Duerme, straordinario film di Pablo Agüero

pubblicato 21 Ottobre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:40

Un quarto di secolo racchiuso in poco meno di 90 minuti, all’ombra di una salma a lungo scomparsa e al centro di un film disturbante nella sua profonda bellezza. Eva No Duerme di Pablo Agüero, 9 anni fa premiato al Festival di Cannes con il Premio della Giuria per Primera nieve, ha confermato la sempre più dirompente potenza visiva e di scrittura dell’attuale cinema sudamericano, Argentina in testa, sbarcando alla Festa del Cinema di Roma. Perché da anni, ormai, nessuno è in grado di guardarsi allo specchio per affrontare il proprio tumultuoso passato come i sudamericani, che non a caso fanno man bassa di premi in ogni dove. Seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady d’Argentina dal 1946 fino alla prematura morte nel 1952, avvenuta per un tumore a soli 33 anni (come Cristo), Eva Peron divenne quel 26 luglio di 63 anni fa una ‘santa pagana’ che riuscì a ‘detronizzare Dio’.

Venerata dal popolo come mai era accaduto prima, dopo anni di battaglie a favore dei diritti dei lavoratori e dei più poveri, ‘Evita’ divenne leggenda un secondo dopo il suo decesso, a causa di una salma scomparsa per 25 anni. Ed è su questa incredibile e dai più poco conosciuta verità che si sofferma la pellicola di Aguero, che prende vita il giorno della sua morte e finisce la notte in cui venne finalmente sepolta. In patria.

Un pezzo di storia cupa e quasi a tinte ‘horror’, quella diretta dal regista argentino, che da subito, sotto una battente pioggia e con 5 losche figure sullo sfondo che come ‘drughi’ si avvicinano allo schermo, indirizza l’opera con una precisa impronta stilistica, tra chiaroscuri e colori desaturati. Alle incredibili immagini di repertorio legate a quei tumultuosi anni, fondamentali soprattutto per rimarcare la travolgente popolarità della Peron, inneggiata, pianta, rimpianta e venerata da centinaia di migliaia di persone, Agüero affianca 3 momenti storici fondamentali: la sua imbalsamazione, con una tassidermia durata la bellezza di quattro anni; il sequestro della salma voluto dalla Marina militare e portato a termine dal colonnello Koenig, che commise ‘l’errore’ di non distruggerla bensì di spedirla in Italia, dove grazie all’aiuto vaticano venne sepolta con il nome di Maria Maggi de Magistris nel cimitero Maggiore di Milano; ed infine l’uccisione del generale Aramburu ad opera di un gruppo di estremisti di sinistra che proprio al luogo della sepoltura della Peron volevano arrivare. Solo nel 1976, ovvero pochi mesi prima del colpo di stato che portò alla sanguinosa dittatura di Videla, ancor peggiore della precedente, Evita tornò in patria (per essere sepolta sotto metri di cemento).

Tecnicamente ed esteticamente straordinario, con lunghi e complicati piani-sequenza tesi come corde di violino e dall’impostazione registica teatrale, Eva no Duerme pennella 25 anni di storia argentina con impetuosa forza, tanto visiva quanto emotiva, facendo di fatto rinascere colei che ancora oggi viene considerata la ‘madre dell’insurrezione’. Affidatosi all’uso costante della voce-off, Aguero ha ripercorso 1/4 di secolo di ‘peronismo’, tra repressione, (in)giustizia sociale, culto dell’immagine e rivoluzione. Quella donna, quella voce, quella figura tanto amata dal popolo argentino doveva essere rimossa, cancellata per sempre e mai più nominata. D’altronde bastava solo pronunciare il suo nome per far tremare neoliberisti e militari, riaccendendo automaticamente il furore popolare.

Oltre 2 milioni di persone si misero in fila quel 26 luglio del 1952, giorno dei funerali, per poterla vedere, attendendo fino a 7 ore, mentre altrettanti l’accolsero al suo ritorno, nel 1976, dopo decenni di ricerche. A seppellirla, paradossalmente, ‘il guardiano della civilità occidentale e cristianaEmilio Eduardo Massera, capo di Stato Maggiore della marina militare e tra i maggiori responsabili del colpo di Stato del 1976, nonché tra i più crudeli repressori del dissenso nel paese, qui interpretato da un Gael Garcia Bernal che inizia e chiude la pellicola. Perché furono proprio loro, i nemici storici del peronismo, a far tornare la Peron in patria dopo l’assassinio del generale Aramburu, contribuendo di fatto alla sua eterna venerazione. Viva o morta, per sempre Evita.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8.5″ layout=”left”]

Eva no Duerme (Argentina, 2015, storico, drammatico) di Pablo Agüero; con Gael Garcia Bernal, Denis Lavant, Daniel Fanego, Imanol Arias, Sofia Brito, Nicolas Goldschmidt, Sabrina Macchi, Ailin Salas

Festa del Cinema di Roma