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Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario: Recensione in Anteprima

Stop-motion e attori in carne ed ossa per Paolo Gaudio, debuttante in sala con Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario

pubblicato 13 Novembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:07

Anche in Italia, Paese che da anni affoga nel mare di commedie trite e ritrite, è possibile far altro. Con passione e fatica, neanche a dirlo, come avvenuto con l’opera prima del 34enne Paolo Gaudio, a breve in sala con Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario, film a tecnica mista che ha già partecipato ad oltre 20 festival in giro per il mondo, vincendo il premio Mario Bava all’ultimo Fantafestival romano. Nato dal fallimento di un corto del 2009, sul set nel 2010 e ‘concluso’ nel 2012, il film di Gaudio è poi andato incontro ai soliti problemi produttivi nostrani, in cui se non punti alla risata facile nessuno sgancerà mai un soldo. Rare eccezioni escluse.

Ha così preso vita questo film fatto di attori in carne ed ossa e pupazzi di plastilina, incredibilmente accumunati da una tecnica in certi frangenti utilizzata per entrambi: la stop-motion. Il titolo di Gaudio presenta tre personaggi di tre epoche diverse, legati tra loro da un sogno di libertà e da un piccolo romanzo incompiuto: Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario, per l’appunto. Da una parte Jean Jacque Renou, suo autore che vive nel 1876, in un angusto seminterrato, tra malinconici ricordi e bottiglie d’assenzio da mandar giù. Senza più un soldo, vecchio e disperato, inizia a scrivere un romanzo di formazione che è anche un ricettario fantastico, grazie anche all’aiuto di un Necromante. C’è poi Theo, giovane laureando dei nostri tempi quasi ossessionato dai libri incompiuti. Tra i tanti capitatigli tra le mani si fa spazio proprio quello di Renou. Innamorato da quanto letto, Theo decide di voler realizzare la ‘Fantasticheria n° 23’, quella che conduce in un luogo straordinario chiamato Vacuitas. Un luogo che ha come 3° ed ultimo protagonista un bimbo smarrito in un bosco, volto principale del romanzo scritto da Renou ed ora letto da Theo.

Tim Burton ma non solo, vedi Terry Gilliam, Harryhausen, Tippett e lo stesso Guillermo Del Toro. Ci sono decenni di fantasy cinematografico ed animazione claymotion nell’opera prima di Gaudio, che ha mantenuto un’estetica ‘artigianale’ per l’intero progetto, ambizioso nella sua costruzione e originale nella sua rappresentazione, anche perché economicamente limitato nella sua realizzazione. Tre piani temporali con tre tecniche di ripresa differenti.

Da una parta la cupa e burtoniana stop-motion, dall’altra il tradizionale live-action contemporaneo e nel mezzo l’incontro/scontro tra le due, tutt’altro che semplice da gestire eppure ben amalgamata dal giovane regista, autore di una malinconica favola sul senso di colpa e sul fallimento, che accomuna di fatto tutti i suoi protagonisti, ritrovatisi alla deriva per esplosioni familiari. Il realismo, com’è giusto che sia nell’universo fantasy, non è contemplato, lasciando spazio a quel ‘credibile’ che si fa incredibile dal punto di vista tecnico.

Boschi tanto affascinanti quanto inquietanti, ricettari fantastici, botteghe piene di meraviglie, nani e robot, mappe del tesoro, effetti speciali e fantasmi. Tutto l’armamentario di genere è finito nel calderone di Gaudio, capace nella cottura ma forse un po’ troppo avaro negli ingredienti, anche perché probabilmente esageratamente costosi. Quel che manca in Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario, vuoi o non vuoi, è un utilizzo più ricco e variegato del tempo, tendenzialmente dilatato per arrivare a quegli 83 minuti finali necessari per chiudere le 3 storie.

Ma pretendere di più, visti i tanti problemi produttivi riscontrati negli ultimi 5 anni dal regista, era forse chiedere troppo. Quel che rimane è un’opera prima inedita per il tendenzialmente ripetitivo panorama cinematografico italiano, in cui l’animazione cinematografica di fatto non esiste, il fantasy è una chimera e la stop-motion un sogno quasi irrealizzabile. Presunte ‘follie’ produttive e distributive qui prese e frullate insieme, dando vita ad una pozione tanto annacquata e casareccia quanto saporita e dall’innegabile incanto.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario (Italia, Fantasy, 2015) di Paolo Gaudio; con Alessia Alciati, Angélique Cavallari, Nicoletta Cefaly, Domiziano Cristopharo, Nancy de Lucia, Fabrizio Ferracane, Fabiano Lioi, Luca Lionello, Lorenzo Monaco, Luigi Ottolino, Paolo Ricci, Selene Rosiello, Erika Russo, Luca Vecchi, Claudio Vitturini – uscita giovedì 26 novembre 2015.

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