Home Notizie Franny, intervista in esclusiva di Blogo a Richard Gere – video

Franny, intervista in esclusiva di Blogo a Richard Gere – video

Richard Gere milionario solitario, ossessivo e ‘metanfetaminomane’ dal passato drammatico in Franny, dal 23 dicembre nelle sale d’Italia.

pubblicato 15 Dicembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 10:18

Gentile, disponibile, simpatico e affascinante. Anteprima romana delle grandi occasioni per Franny del debuttante Andrew Renzi, titolo Lucky Red in uscita il prossimo 23 dicembre. Motivo della ‘folla’ di giornalisti la presenza di uno splendido 66enne che da 40 anni fa battere il cuore a milioni di spettatrici: Richard Gere.

Lasciato lo studio domenicale di Che Tempo che Fa, il divo ha proseguito la promozione di Franny con un salto nella Capitale, concedendoci una breve intervista in esclusiva in cui spaziare tra presente, passato e perché no, persino eventuale futuro. L’attore ha accettato di prender parte all’opera prima di un giovane regista nonché sceneggiatore, il 31enne Renzi, bissando quanto fatto nel 2012 dall’allora debuttante Nicholas Jarecki con Arbitrage. Non una prima volta, in sostanza, per una decisione presa dopo aver passato non poco tempo insieme ad Andrew, promettente giovane riuscito a conquistare Gere grazie anche allo script. Un esordio ‘registico’ che Richard non ha mai preso in considerazione in 40 anni di carriera, perché essenzialmente poco convinto dall’idea di doversi concentrare per un anno e mezzo sulla realizzazione di un film. Tutto questo a causa di una vita particolarmente ricca e piena, oltre all’amore che Gere prova nei confronti della recitazione e ad una vera mancanza di progetti realmente interessanti a lui proposti. Nel caso in cui dovessero arrivare, quindi, perché non pensarci.

Esplosa nei primi anni 2000 e poi lentamente ‘calata’ dal punto di vista delle proprie apparizioni cinematografiche, Dakota Fanning, oggi 21enne, affianca Gere in questo drammatico titolo. Una Dakota incinta e ritrovata che Richard ha definito ‘coraggiosa’, nell’affrontare un simile ruolo, e incredibilmente brava. Una ragazza adorabile che ha lavorato duramente nel rendere credibile un personaggio complesso, anche perché sappiamo poco o niente di lei, tanto da conquistarlo a 360°. Nel futuro del divo, infine, potrebbe farsi spazio persino un cinecomic, anche se una volta terminata l’intervista Richard (tra un sorriso e l’altro) ha candidamente ammesso di non aver mai visto un film Marvel. Avengers, Thor, Iron Man, Captain America. Niente di niente, ma la porta ad un’eventuale collaborazione è rimasta aperta.

Pochi minuti prima, in una gremita Casa del Cinema, Gere aveva così spiegato l’evoluzione’ a cui è andata incontro la sua carriera, tra ruoli da homeless (Time Out of Mind) e personaggi ai margini della vita.

[quote layout=”big”]‘Più è difficile e più è divertente, oltre a Franny arriverà a breve un altro film indipendente, low budget: Oppenheimer Strategies. Anche questo girato in pochi giorni. Franny l’abbiamo girato in 31 giorni, si lavora più spontaneamente in questo modo, la reazione è più immediata. Mi piace lavorare così, sono apertissimo a lavorare in produzioni simili, che posso permettermi grazie anche ai diversi successi del passato. Perché faccio cose così difficili? Ma in realtà non c’è nulla di semplice nella vita, tutto ha delle sue complicazione. Qualsiasi personaggio che interpreto e che può sembrare semplice, in realtà non lo è’. [/quote]

Il divo ha poi parlato del rapporto con il giovane regista Renzi, 31 anni appena, e sul modo in cui è intervenuto nel ritoccare la sceneggiatura:
[quote layout=”big”]
‘Credo di non aver mai lavorato ad un film in cui la sceneggiatura non sia poi cambiata in corso d’opera. Varia da film a film, si discute sull’evoluzione della storia con i produttori e con i suoi realizzatori. Son processi normali. Questo film si poteva girare in maniera differente, vedi stalking e dipendenza dai farmaci, mentre io volevo che avesse più aspetti, che fosse sfaccettato, con delle doverose dosi di humor. Perché nella vita tutto genera umorismo, anche le cose più tragiche. Rimane vaga anche la sessualità del protagonista. Nelle prime proiezioni che abbiam fatto in molti si chiedevano se fosse gay o etero, ma per noi è irrilevante. Non c’era bisogno che emergesse. Non volevamo mettere etichette di alcun tipo. Il fatto che non si sappia quale sia il suo orientamento sessuale è voluto’. ‘Andrew Renzi ha scritto anche la sceneggiatura, sapevo già con chi avevo a che fare. Aveva già diretto dei corti, quindi sapeva come muoversi dal punto di vista tecnico. Sul set mi convincevo sempre più di aver fatto bene ad accettare, la fiducia è cresciuta nel tempo. Lui era al debutto ma non io, quindi ogni tanto Andrew si è rivolto a me per chiedere consigli. Siamo diventati amici, ha molto talento e siamo contenti del progetto che abbiamo realizzato. Sapevo poi che stava raccontando una storia molto personale, sia per quanto riguarda i personaggi quanto la città e la casa, in cui aveva vissuto da piccolo. Tutto questo l’ha sicuramente aiutato nella realizzazione del film’.[/quote]

Ma Richard, un film in Italia, lo girerebbe?

[quote layout=”big”]’Certo, perché no. Sono apertissimo a lavorare in Italia, il casino non mi scoraggia. Ma sono tante le ragione per cui si finisce per prender parte ad un film. Per qualche motivo questa congiunzione astrale con l’Italia non si è mai verificata. Da sempre dico ai miei amici che vorrei prender parte al prossimo film di Bernardo Bertolucci, ma ci son tanti altri registi italiani con cui mi piacerebbe lavorare. Prima che dica addio alla recitazione spero di riuscirci’.[/quote]

Il divo ha poi provato a spiegare come mai, in 40 anni di carriera, non abbia di fatto mai preso parte a serie televisive.

[quote layout=”big”]
‘Non ho mai avuto piani da portare avanti nella mia carriera. Sono molto istintivo, tanto nel bene quanto nel male. Non mi sono mai prefissato degli obiettivi. Ho fatto scelte sia cattive che positive. Amo essere sorpreso. Ci sono film che voglio fare ed altri progetti che arrivano improvvisamente, mi conquistano e io me ne innamoro, tanto da volerli girare. Il 95% dei film che ho fatto sono arrivati così, a sorpresa. Quel che deve avere qualsiasi titolo che interpreto sono l’umanità e il rispetto nei confronti della complessità della natura umana. Ho una certa età, giro dagli anni 70 e sono abituato all’esperienza cinematografica. Al buio, in una sala e con degli estranei. Però è vero che la tv americana sta realizzando prodotti straordinari, a volte di gran lunga migliore del cinema. Ma io non voglio perdere l’esperienza della grande sala, anche se è palese che certe storie saranno sempre più prodotte solo per la tv. Ma non è paragonabile al vedere un film al cinema, che comporta varie azioni: uscire di casa, rinchiudersi in una sala, incontrare degli sconosciuti. E’ un’altra cosa e io la preferisco’.[/quote]

In Franny Gere interpreta un affascinante milionario che nasconde un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Non lavora e ha trovato nella beneficienza la sua unica ragione di vita. Quando dopo tanti anni incontra Olivia (Dakota Fanning), la figlia dei suoi più cari amici, sposata e in procinto di diventare madre, Franny non riesce a fare a meno di “aiutarla”. Offre così a Olivia e suo marito incredibili opportunità, cercando allo tempo stesso però di gestire la loro vita in modo sempre più invadente, fino a che il suo segreto riemergerà dal passato con conseguenze inimmaginabili…