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Steve Jobs: le recensioni Italiane e Straniere

I pareri dei critici su “Steve Jobs” con Michael Fassbender

di carla
pubblicato 26 Gennaio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:20

Giovedì 21 gennaio scorso è uscito in Italia Steve Jobs diretto da Danny Boyle, scritto da Aaron Sorkin e interpretato da Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Sarah Snook, Jeff Daniels, Katherine Warerson, Michael Stuhlbarg, Vanessa Ross, John Ortiz, Jackie Dallas, Perla Haney-Jardine, Adam Shapiro. Dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto l’85% di voti positivi.

Barry Hertz – Globe and Mail: Grazie all’interpretazione rivelatrice di Michael Fassbender, Steve Jobs si presenta come un mostro accattivante, un dittatore in un dolcevita nero che è impossibile da ignorare. Voto: 3.5 / 4

Ty Burr – Boston Globe: Suona emotivamente e drammaticamente falso. Voto: 2.5 / 4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: La recitazione è superba, non facile quando si cerca di recitare le parole di Aaron Sorkin mentre si cammina per i corridoi apparentemente infiniti. Voto: 4.5 / 5

Bruce Kirkland – Toronto Sun: Steve Jobs è stato un uomo complicato. “Steve Jobs il film” è complicato e emozionante. Voto: 4.5 / 5

Tony Hicks – San Jose Mercury News: È “Steve Jobs” l’ultima parola su Steve Jobs? E’ difficile da dire. Ma come il suo soggetto dovrebbe rimanere rilevante per gli anni a venire. Voto: 3.5 / 4

Peter Rainer – Christian Science Monitor: sarcasticamente interpretato da Fassbender, “Steve Jobs” sembra elegante e perfezionato come uno dei suoi computer. : B +

Rafer Guzman – Newsday: Un vorticoso tour attraverso l’età del computer con un essere umano imperfetto al suo centro. Voto: 3.5 / 4

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Per molti versi il film riflette la brillantezza del suo eroe. Si tratta di una costruzione scintillante, anche se a volte sembra come un lancio di un prodotto a sé stante.

Andrew O’Hehir – Salon.com: Questo è allo stesso tempo la sceneggiatura più soddisfacente di Sorkin e il lavoro più aggraziato di Boyle come regista.

Rex Reed – New York Observer: Steve Jobs e tutti i personaggi che lo circondano non sono persone reali; sono tutti hashtag. Voto: 1/4

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Si può essere un bravo ragazzo e un grande uomo? Steve Jobs è il caso in questione, e “Steve Jobs – Il Film” dice di no. Voto: 3/4

Christy Lemire – RogerEbert.com: L’energia è inarrestabile. Voto: 3.5 / 4

Peter Travers – Rolling Stone: Scritto, diretto e interpretato alla perfezione. Fassbender è davvero così bravo? Diavolo, sì. Voto: 4/4

A.O. Scott – New York Times: si tratta di un audace intrattenimento intellettuale, una potente sfida alle pigre convenzioni della narrazione di Hollywood e una festa per gli intenditori della recitazione contemporanea.

Kyle Smith – New York Post: è un luogo comune dire che Apple ha cambiato il mondo, ma come e perché è successo? “Steve Jobs” è robusto e divertente, ma la risposta che fornisce è incompleta. Voto: 3/4

Nick Schager – Village Voice: indaga il rapporto tra il mito e l’uomo.

Todd McCarthy – Hollywood Reporter: la regia di Danny Boyle integra caratterialmente lo studio in tre atti di Sorkin.

Justin Chang – Variety: Una performance coinvolgente di Michael Fassbender.

David Ehrlich – Time Out: Lo sceneggiatore Aaron Sorkin sorpassa il suo lavoro da “The Social Network”, con uno script ancora più nitido e selvaggio. Voto: 4/5

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) la storia si avvita troppo sulla privacy. Michael Fassbender è perfetto, fin troppo, non riesce ad emozionare con la frigidità ossessiva del carattere e del tutto assente è il discorso basilare sul cambiamento epocale che ha portato l’era del computer.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) Al centro di un ottimo cast – e citiamo almeno Kate Winslet, nominata all’Oscar nel ruolo secondario di Joanne che in realtà è principalissimo – svetta magnifico Michael Fassbender, temibile concorrente di DiCaprio nella cinquina miglior protagonista. Pur spingendo senza paura sui lati oscuri, l’attore riesce a conferire all’insopportabile antieroe una dolente nota umana, che, quando è in scena la figlia Lisa, si colora persino di tenerezza.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Hollywood si sta abituando a trasformare le classiche biografie in frammenti, istantanee, raccontando i personaggi attraverso pochi ma efficaci episodi.