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Un Bacio di Ivan Cotroneo: Recensione in Anteprima

Tre adolescenti ‘emarginati’, esclusi perché ‘diversi’ da quel che la società tutta considera ‘normalità‘. Esce Un Bacio di Ivan Cotroneo.

pubblicato 23 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 07:39

Cinque anni dopo il felice esordio con La kryptonite nella borsa, titolo che lo portò a ricevere 3 nomination ai Nastri e 5 ai David, Ivan Cotroneo torna al cinema in qualità di regista con un altro dei suoi romanzi, anche se forse dovremmo chiamarlo racconto. Un bacio, edito nel 2010 da Bompiani e nella sua versione cinematografica distribuito dalla Lucky Red, con produzione Rai Cinema e Indigo.

Un titolo molto atteso perché quanto mai attuale, visto il tema trattato. Protagonisti tre ragazzi di sedici anni, tre emarginati perché ‘diversi’ da quel che la società tutta considera ‘normalità‘. Lorenzo, Blu e Antonio, tre adolescenti che frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città friulana, con alle spalle una famiglia che li ama ma anche, se non soprattutto, quella doverosa ricerca della felicità nel loro caso frenata dalla gratuita cattiveria altrui. Un film costruito e pensato per gli adolescenti, quello realizzato da Cotroneo, sulle prime volte vissute, sul bullismo che si fa spesso omofobia e su quei modelli preimpostati che di fatto impediscono ai giovani di oggi di essere sereni con i rispettivi io, finendo in alcuni casi per deragliare in modo drammatico.

Se Antonio è un portento del basket, fisicamente statuario e dal volto ammaliante, ciò che nasconde è una profonda insicurezza dattata dalla morte prematura del fratello maggiore, più intelligente di lui e da tutti amatissimo; Blu, invece, paga a caro prezzo una notte di eccessi con il proprio fidanzato più grande, che l’ha di fatto costretta a far sesso con altri tre suoi amici. Va da se’ che i muri della scuola sono pieni di scritte che la deridono, dandole apertamente della ‘donna facile’. A chiudere questo curioso triangolo Lorenzo, orfano piombato in provincia direttamente da Torino con tutta la propria ostentata stravaganza. Perché Lorenzo è sfacciatamente omosessuale e nulla fa per nasconderlo. Anzi. Lo ostenta, utilizzando il tutto come scudo di protezione. Tre amici che si ritrovano quasi per caso l’uno al fianco dell’altro, cose se attratti da un’invisibile forza magnetica pensata e realizzata solo per loro. Se non fosse che a rompere l’idillio arrivi un sentimento esplicitato, un bacio di troppo scoccato, che finirà per rimarcare la tragicità dell’omofobia.

Un’opera pop nel pieno senso della parola, quella realizzata con genuini difetti da Cotroneo, che da subito disorienta nel disegnare un mondo, quello di Lorenzo, colorato e fantasioso. Il ragazzo fugge infatti dalla triste e dura realtà quotidiana trincerandosi dietro ai propri sogni, fortificati da un sorriso che cela una piena considerazione di se’. Stereotipato nei suoi glitterati eccessi, Lorenzo non è altro che l’adolescente gay tipo deriso e bullizzato solo perché non conforme agli standard sociali. Nel dar lui tanta forza, che cede solo dinanzi al rifiuto sentimentale, il regista prende una precisa posizione nel rimarcare l’assoluta serenità con cui i ragazzi di oggi dovrebbero vivere il proprio orientamento sessuale. Una serenità che dal punto di vista espressivo prende la strada del ‘musical’, che in qualità di sceneggiatore Cotroneo aveva già dimostrato di saper trattare con la fiction Rai Tutti pazzi per amore.

Grazie alle coreografie di Luca Tommassini, Rimau Grillo Ritzberger, la sorprendente Valentina Romani e Leonardo Pazzagli ballano tra i banchi di scuola, interrompendo così la loro gravosa quotidianità adolescenziale in sella ad uno slogan che Lady Gaga ha tramutato in manifesto pop: born this way. Al fianco dei tre ragazzi, di fatto uniti dal filo invisibile dell’emarginazione, prende vita un mondo, quello degli adulti, a sua volta variegato tra chiusure ed aperture mentali. Dinanzi ad una professoressa che caccia Lorenzo dalla classe solo perché entrato in aula con le unghie pittate, ecco farsi strada un padre adottivo, l’ottimo Thomas Trabacchi, che difende senza se’ e senza ma qualsiasi scelta da lui intrapresa, per un rapporto genitori-figli costruito sulla scarsa interazione tipica dei nostri tempi. Cotroneo, che con questo film manda un preciso messaggio generazionale ai ragazzini di oggi che proprio non capiscono quanto male possano fare con una sola parola, parla così indirettamente anche a quegli adulti che tramite determinati comportamenti, esplicitati o semplicemente evitati, generano in loro esplosioni di rifiuto sociale nei confronti di chi non rientrerebbe in determinati parametri. Step che il regista, tra una colorata fantasia di Lorenzo, una chiacchierata con il fratello deceduto da parte del poco equilibrato Antonio e una serie di forzate estremizzazioni, vedi l’altrettanto delinquenziale replica social dei tre ‘etichettati’ ai bulli della scuola, amalgama a fatica, fino all’arrivo di quel doloroso finale che sottolinea la pericolosità della paura nel ‘diverso’, che ovviamente diverso non è.

Scelte difettose e discutibili nella caratterizzazione di alcuni personaggi che vanno ad incrociare uno stile ‘teen’ dal punto di vista registico che soprattutto nella prima parte onestamente spiazza, tanto positivamente quanto negativamente parlando, complicando quel doveroso giudizio critico qui in perenne bilico tra pellicola generazionale indirizzata ad un preciso tipo di pubblico e drammatica piaga sociale talmente attuale da meritarsi una pagina cinematografica tutta sua. Visibilmente imperfetta, come la mamma televisiva dello stesso Cotroneo, ma quanto mai necessaria.

[rating title=”Voto di Federico:” value=”6″ layout=”left”]

Un Bacio (Ita, drammatico, 2016) di Ivan Cotroneo; con Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli, Thomas Trabacchi, Susy Laude, Giorgio Marchesi, Simonetta Solder, Sergio Romano, Laura Mazzi, Eugenio Franceschini – uscita giovedì 31 marzo 2016.