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10 Cloverfield Lane: recensione in anteprima

Più generi e tensione costante per quello che è non il sequel diretto bensì il successore spirituale di Cloverfield

pubblicato 28 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 12:02

Uno legge il titolo, sa grossomodo di che si tratta e si fa un’idea di cosa sia questo 10 Cloverfield Lane. Ed invece no, non lo sa. Perché il film di Dan Trachtenberg, come ha puntualizzato lo stesso J.J. Abrams, produttore del film, va per lo più considerato come un successore spirituale più che un sequel di Cloverfield. Non a caso siamo su tutt’altro terreno. Un esperimento, se è lecito definirlo tale, che mette in discussione l’annosa questione relativa al processo seriale che ha coinvolto parecchi fenomeni cinematografici, aggiustando il tiro quel tanto che basta per potenzialmente garantire a tale corrente altro tempo.

Michelle (Mary Elizabeth Winstead) esce di fretta da casa e si mette in macchina. Scura in volto, riceve una telefonata dal suo ragazzo Ben, il quale cerca di farla ragionare: «non si butta all’aria così un rapporto». Cosa sia davvero accaduto non lo sapremo. Ciò che c’interessa è piuttosto come mai, di lì a poco, l’auto di Michelle finisca fuori strada. Quando la ragazza si risveglia la troviamo rinchiusa dentro un’angusta stanza, con un tutore al ginocchio, incatenata al muro. È il primo dei bluff cui abbiamo modo di assistere nel corso del film; depistaggi strutturali, non semplicemente narrativi.

Il gioco su cui si basa 10 Cloverfield Lane non consiste infatti in semplici twist, bensì in veri e propri stravolgimenti che lo rendono di volta in volta una cosa ed il contrario di quella cosa. Fino all’ultimo segmento, quello finale, che stordisce e che può senz’altro lasciare interdetti. Quale che sia la reazione a tale svolta, però, nulla può oscurare l’abilità nel tenere desta l’attenzione fino a quel punto. Senza intontirci con chissà quale escamotage visivo, il film di Trachtenberg si serve di una serie di dispositivi inerenti ai generi al fine di tenere desta l’attenzione. Riuscendoci.

La tensione è infatti palpabile pressoché fino alla fine, malgrado il film si svolga all’interno di un piccolo appartamento. Tutto si regge sugli equivoci, veri o presunti, che fanno capo alle identità dei personaggi. Da spettatori adottiamo la medesima prospettiva di Michelle, che si ritrova in questo spazio ridotto ricavato sotto terra insieme ad altre due persone. Chi sono? Sono d’accordo fra loro? 10 Cloverfield Lane mescola costantemente le carte, scena dopo scena, impedendoci di giungere a qualunque conclusione, se non, per l’appunto, verso la fine.

Certo, alcuni passaggi risultano un pelo affrettati ma, più che a una pseudo-verosimiglianza, il film punta ad intrattenere nella maniera più “pura” possibile, giocando con lo spettatore. Di contro, non sempre si fida di quest’ultimo, e quando è il tempo di svelare qualcosa lo fa anche troppo per bene. Tuttavia riscoprire il gusto di coinvolgerci in questo senso è di per sé un traguardo, al quale tanti altri thriller per lo più hanno abdicato, consapevolmente o meno. Qui abbiamo un titolo che riesce a mantenere il riserbo circa la storia che racconta praticamente fino all’ultimo, al tempo stesso incalzandoci, mettendoci costantemente fuori strada: come Michelle all’inizio del film, una scena che ritorna più e più volte sotto altre forme.

Per questo, per quanto mi riguarda, non mi sento affatto contrariato dall’epilogo. 10 Cloverfield Lane è un miscuglio di generi, b-movie incluso, i cui codici padroneggia con discreta abilità. Lavorando per sottrazione, la sua semplicità di fondo rappresenta un valore aggiunto anziché il contrario. E pur volendo cogliere tutti i riferimenti che si vuole in termini di “significato”, mi pare sia più corretto recepirlo come uno degli esempi più riusciti di recente quanto a cinema di puro intrattenimento. Tanto che le eventuali imperfezioni, che ci sono, vengono più che compensate da un ritmo (questo sì) impeccabile ed un gusto non da poco nel mettere su una trama appassionante basandosi su quasi niente, giusto due/tre ingredienti contati.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”7.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”7″ layout=”left”]

10 Cloverfield Lane (USA, 2016) di Dan Trachtenberg. Con Mary Elizabeth Winstead, John Goodman, John Gallagher Jr, Mat Vairo, Cindy Hogan e Jamie Clay. Nelle nostre sale da giovedì 28 aprile.