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Stasera in tv: “Un matrimonio da favola” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Un matrimonio da favola”, film commedia del 2014 diretto da Carlo Vanzina e interpretato da Stefania Rocca, Emilio Solfrizzi, Adriano Giannini, Giorgio Pasotti, Ricky Memphis, Paola Minaccioni e Max Tortora.

pubblicato 27 Dicembre 2019 aggiornato 28 Agosto 2020 11:00

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Cast e personaggi

Stefania Rocca: Luciana
Emilio Solfrizzi: Giovanni
Adriano Giannini: Luca
Giorgio Pasotti: Alessandro
Ricky Memphis: Daniele
Paola Minaccioni: Paola
Max Tortora: Zio di Daniele
Luca Angeletti: Roberto
Andrea Osvart: Barbara
Ilaria Spada: Sara
Riccardo Rossi: Fabio Rocchetti
Stephan Käfer: Michael
Gabrielle Scharnitzky: Ludmilla
Francesco Cataldo: Cerimoniere
Pia Engleberth: Brunella
Teco Celio: Casimiro
Roberta Fiorentini: Iole Capozzi

 

Trama e recensione

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Cinque compagni di liceo, inseparabili a scuola, si ritrovano vent’anni dopo la
maturità. Daniele (Ricky Memphis), l’unico ad aver fatto carriera, invita tutti al
suo matrimonio a Zurigo con Barbara (Andrea Osvart), la figlia del noto
banchiere svizzero per cui lavora.

Gli ex compagni accettano entusiasti: è l’occasione per una rimpatriata,
anche se per loro la vita non è stata altrettanto generosa: ognuno aveva mete
e sogni ma nessuno è riuscito a realizzarli.

L’affascinante Luca (Adriano Giannini), che voleva viaggiare per il mondo si è
ridotto a fare la guida turistica al Colosseo, seducendo le belle straniere.
Giovanni (Emilio Solfrizzi), che voleva diventare agente di Borsa ora invece
ha un negozio di borse ed è sposato con l’arcigna moglie Paola (Paola
Minaccioni), avvocato divorzista, che minaccia di metterlo in mutande se lo
dovesse beccare con un’altra, non sapendo che Giovanni ha una tresca con
Sara (Ilaria Spada) che a sua volta ignora che lui sia sposato. Alessandro
(Giorgio Pasotti) è stato costretto a seguire le orme del padre e si è dedicato
alla carriera militare che lo costringe a tenere nascosta la sua vera natura, è
gay e convive con il fidanzato Roberto (Luca Angeletti). Luciana (Stefania
Rocca), l’asso della squadra di calcio del liceo, per un incidente ha dovuto
abbandonare definitivamente lo sport e si è sposata con il perito della sua
assicurazione, il pignolo Fabio (Riccardo Rossi).

Rivedendosi i cinque amici ritrovano il calore e la complicità di un tempo ma
si trovano anche a rimettere in gioco le loro vite e le loro aspirazioni. Durante
quel lungo week end in Svizzera avranno modo di raddrizzare i loro destini, in
una girandola di equivoci, situazioni comiche e rocamboleschi colpi di scena
in cui i cinque faranno saltare i loro precari equilibri ed ognuno finalmente
troverà il coraggio di esprimere la sua vera natura.

Il matrimonio di Daniele non sarà esattamente “da favola”, ma i cinque ex
compagni si ritroveranno dopo vent’anni come il giorno della maturità, pronti a
ricominciare le loro vite…

 

 

Intervista a Carlo Vanzina

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Come è nata l’idea di questo film?

Un giorno ho letto “La simmetria dei desideri”, un bel libro di un autore israeliano che parlava dell’amicizia di quattro ex compagni di scuola che si rivedevano ogni quattro anni per assistere in TV ai campionati del mondo di calcio. Come in una sorta di rito facevano il punto sulla loro vita e scrivevano su dei bigliettini quelli che erano i loro desideri e le loro aspirazioni per l’immediato futuro per poi aprirli a distanza di quattro anni e verificare l’esito dei pronostici. Partendo da questa idea abbiamo pensato all’ipotesi di far ritrovare a distanza di 20 anni dalla loro maturità un gruppo di amici di scuola inseparabili che al liceo giocavano insieme a calcio mettendo in scena una specie de “Il grande freddo” dove però a differenza del celebre film di Kasdan i personaggi non si riuniscono in occasione di un funerale ma di un matrimonio. Quando abbiamo iniziato a pensare a caratteri e situazioni tutto per fortuna si è “incastrato” bene e quando abbiamo fatto leggere il soggetto la prima volta ai produttori (Fulvio e Fe derica Lucisano e Rai Cinema) loro ne sono stati subito entusiasti e ci hanno esortato ad andare avanti velocemente. Abbiamo coinvolto allora lo sceneggiatore Edoardo Falcone che aveva scritto con me e mio fratello “Mai Stati Uniti” e che anche questa volta ci ha aiutato a vivacizzare un po’ la materia con varie battute e trovate”.

 

Come mai hai scelto di girare il film a Zurigo?

Volevo allontanarmi per una volta da Roma, che pure amo moltissimo: molti registi ultimamente sostengono di avere filmato nei loro film “una Roma diversa” ma in fondo nel nostro cinema gli sfondi romani sono sempre quelli, a meno che tu non abbia il talento di Paolo Sorrentino.. In questo nuovo film il personaggio di Barbara, la promessa sposa di Ricky Memphis interpretata da Andrea Osvart, è la figlia di un potente banchiere e Zurigo essendo una città molto legata alla finanza rappresentava in questo senso un luogo ideale per l’ambientazione E’ una città dove negli ultimi anni ero capitato spesso per ragioni personali: la prima volta c’ero stato per girare alcune scene del sequel di “Eccezzziunale veramente” con Diego Abatantuono e già da allora avevo pensato che sarebbe stato bello potervi ambientare una storia intera. L’idea di usare Zurigo come location mi ha eccitato molto ma era complicata da mettere in pratica perché è una delle città più care e “impenetrabili” al mondo: ad esempio ho lottato moltissimo per ottenere il permesso di girare in uno degli alberghi più belli d’Europa, il Dolder Grand. C’ero stato per fare un piccolo sopralluogo e avevo notato nella hall una serie di opere impressionanti tra cui un quadro di Andy Warhol comprato recentemente dal proprietario per 99 milioni di dollari: ho pensato che se gli avessi proposto di “invadere” quegli ambienti per due settimane con una troupe italiana non mi avrebbe ascoltato nemmeno un minuto. Poi però ho scoperto che era diventato socio di un club esclusivo di Saint Moritz il cui presidente, un mio grande amico, lo ha poi chiamato chiedendogli la cortesia di acconsentire alle nostre richieste, ovviamente dietro il pagamento di una quota per l’affitto per le riprese . Il proprietario dell’hotel allora si è sentito in dovere di acconsentire alla sollecitazione del numero uno di un circolo così esclusivo e per me è stato un vero sollievo perché quell’albergo era determinante per il film da un punto di vista visivo: la parte moderna è stata realizzata dal celebre architetto inglese Norman Foster, somiglia a un castello di Disneyland…

 

Di che tipo di commedia si tratta secondo te?

E’ una super commedia all’italiana impaginata però con i suoi umori e la sua comicità in uno scenario diverso, Zurigo, una città chic ed elegante. Il titolo “Un matrimonio da favola” è ovviamente ironico, abbiamo cercato di ricreare un tipo di commedia che mi piace molto da spettatore pensando ad esempio a classici dell’umorismo come “Quattro matrimoni e un funerale” o i più recenti “Le amiche della sposa” e “Il matrimonio del mio miglior amico”. Qualcuno mi ha fatto notare che il film sembra ispirato anche ad una commedia dall’umorismo molto surreale intitolata “Tre uomini e una pecora”, dove vari amici si ritrovano “disastrosamente” in occasione del matrimonio di una ragazza australiana”.

 

Ricordi qualche episodio particolare della lavorazione?

E’ stato un film magico che non mi sono quasi accorto di girare. Mi sembra che sia venuto benissimo, è uno di quelli che negli ultimi anni mi ha dato più soddisfazione. Tutto è filato via liscio, la coesione allegra di tutti durante le riprese mi ha ricordato quella su cui abbiamo potuto contare a Cortina all’epoca del nostro primo “Vacanze di Natale”, nel 1983. Abbiamo trascorso le sei settimane e mezza di riprese divertendoci tanto grazie anche alle tante cene che ho organizzato cercando di creare l’atmosfera giusta nel cast. Dovendo dirigere dieci attori in scena insieme sarebbe stato tutto più complicato se loro non avessero familiarizzato davvero, era determinante “fare squadra” e tutto è andato oltre le più rosee previsioni perché i vari interpreti hanno addirittura creato nelle settimane successive alla fine del film un “gruppo Dolder”, dal nome dell’albergo, continuando a vedersi a Roma. Durante la lavorazione Ilaria Spada è stata raggiunta da suo marito Kim Rossi Stuart, un uomo delizioso ma notoriamente schivo e riservato. Siamo riusciti a portarlo in un club di tifosi della squadra della Roma a Zurigo dove si è entusiasmato assistendo alle partite insieme a noi e ad una serie di personaggi incredibili, tanti italiani che vivono lì da tempo che ci riconoscevano e ci festeggiavano.

 

 

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La colonna sonora

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  • Le musiche originali del film sono del musicista, compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore e produttore discografico Franco Godi.
  • Tra i lavori di Godi ricordiamo musiche per il film d’animazione di Bruno Bozzetto Vip – Mio fratello superuomo (1968) e Allegro non troppo (1976) e per le commedie Paolo il freddo (1974) e L’esorciccio (1975) entrambe dirette da Ciccio Ingrassia.
  • La colonna sonora include anche la hit “Mi Mi Mi” di Serebro che accompagna il trailer animato che trovate a seguire.

 

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