Home Valerio Mastandrea Giffoni 2016, Valerio Mastandrea: “Quanto ho rosicato per i David? So’ romanista, so’ abituato”

Giffoni 2016, Valerio Mastandrea: “Quanto ho rosicato per i David? So’ romanista, so’ abituato”

L’attore romano è il primo talent cinematografico del Giffoni 2016.

pubblicato 15 Luglio 2016 aggiornato 18 Gennaio 2024 16:20

Prima conferenza stampa per il Giffoni 2016, che inaugura suoi appuntamenti con i giornalisti Valerio Mastrandrea. Un 2015 segnato dalla coproduzione del film di Caligari, un 2016 che lo ha visto tra i protagonisti del grande successo di Perfetti Sconosciuti e ora qui, Destinazione Giffoni.

Che idea si è fatto del Giffoni?

Creare luoghi d’aggregazione per i ragazzi, dare degli stimoli, è fondamentale. Credo sia un Festival che possa quasi ‘simulare’ dei genitori che indirizzano, che lanciano dei semi perché possano poi crescere.

Prendendo spunto dal tema di quest’anno, qual è la destinazione di Mastrandrea?

Ognuno c’ha il suo percorso, ma penso che i tempi che corrono non sia importante tanto parlare del particolare, quanto della situazione. Vediamo quel che succede intorno a noi: con un flusso ininterrotto di informazioni, si rischia di assuefarsi alle continue tragedie di chi muore un mare perché cerca una destinazione migliore.

Il pensiero corre anche a Nizza.

Penso anche a Nizza, ma è difficile parlare di quello che è successo ieri sera perché sta succedendo anche oggi. Penso a Baghdad, dove muoiono centinaia di persone praticamente ogni giorno. La soluzione, per me, è nell’integrazione, nell’inclusione sociale, non nella guerra. La situazione francese poi è particolare: ricordo, senza far nomi, un Ministro degli Interni, poi diventato Presidente (parla di Nicolas Sarkozy, ndr) che definì i rivoltosi delle banlieue “solo feccia”. Magari tra loro c’era qualche bambino di 10 anni, che l’ha recepita come una condanna e ora ne ha 30…

Inevitabilmente c’è chi gli chiede della delusione ai David per Non essere cattivo, di Caligari, che ha prodotto.

Quanto ho rosicato per i David? Si dice che non se ne può parlare male fino a quando non li hai vinto. L’ho vinto (tre, ndr) quindi… Beh, su 16 nomination ha vinto un premio per il Miglior Fonico doppiatore in presa diretta. Come dire… tifo Roma, sono abituato a queste cose. Però se si vanno a vedere i dati, il film era secondo in tutti gli spogli.

Per Marco Bellocchio, Mastandrea ha girato Fai Bei Sogni, tratto dal romanzo autobiografico di Massimo Gramellini, nel quale racconta il suo percorso per superare il lutto per la perdita della madre a nove anni:

Mi interessa il nucleo di quel film. Quel film è karmico per molti motivi: lo è stato per Bellocchio che voleva fare pace con la perdita della mamma, lo è stato anche per me, per tanti motivi. Sono davvero contento di aver fatto, dopo questi primi 23 anni di carriera, prima il film di Caligari e subito dopo Bellocchio.

E poi in sala per incontrare i bambini: “Più che parlare, sono curioso di ascoltarli” ha detto, ma si è lasciato trascinare dai ragazzi, che lo hanno ‘interrogato’ su immigrazione, diritti civili, omosessualità.

“Faccio fatica a pensare che ci sono paesi in cui l’omosessualità è punita con la morte. In Iran ad esempio non si può amare chi si vuole. Ecco, io faccio fatica anche a vedere il nostro Premier andare in Iran a parlare di cultura…”

aggiunge Mastandrea, che non le manda a dire.

Valerio Mastandrea