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Drum: alla 31 Settimana Internazionale Della Critica di Venezia 2016 senza Keywan Karimi

Drum, in concorso alla Settimana Internazionale Della Critica, arriva al Lido di Venezia 2016 senza il suo regista Keywan Karimi, condannato a carcere e frustrate per offesa all’Islam

di cuttv
pubblicato 13 Agosto 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 07:45

La 31 Settimana Internazionale Della Critica è pronta ad affiancare e completare il programma della 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, come fa oltre tre decenni da sezione autonoma e parallela, con i film selezionati dalla sua commissione (composta da Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino e Massimo Tria) e dal Delegato Generale, Giona A. Nazzaro.

Tra questi, insieme a Le ultime cose di Irene Dionisio che ci rappresenta con una produzione tra Italia, Svizzera e Francia, c’è anche il franco-iraniano Drum, del filmmaker iraniano di origini curde Keywan Karimi.

Un noir urbano metafisico ed espressionista, (o)scuro come il suo bianco e nero, sospeso tra lo spazio filmico e quello mentale, lontano mille miglia dalle convenzioni del realismo sociale iraniano, in una Teheran che si distingue da personaggi e luoghi senza nome.

Un avvocato come tanti lavora e vive solo nel suo appartamento, che è al contempo il suo ufficio e la sua abitazione. Un giorno freddo e piovoso, un uomo vi fa irruzione, tiene un discorso breve e disordinato, e gli consegna un pacchetto che stravolgerà la sua vita.

Questa è la stringata sinossi del film girato clandestinamente per le strade di Teheran, sfruttando l’autorizzazione ottenuta per un documentario, del giovane regista già arrestato e tenuto in isolamento per due settimane a causa del documentario Writing on the City (2015) dedicato ai graffiti dei muri di Teheran, dalla rivoluzione islamica del 1979 alla rielezione di Mahmoud Ahmadinejad nel 2009. Condanna commutata a sei anni di carcere e 223 frustrate con l’accusa di “offesa alla sacralità islamica” nell’ottobre 2015, a un anno di carcere, 223 frustate e il pagamento di 20 milioni di rial, nella sentenza definitiva del febbraio 2016.

Per queste ragioni, il primo lungometraggio di finzione sceneggiato e diretto da Keywan Karimi, prodotto da François D’Artemare (Les Films de l’après-midi) e realizzato con la complicità del cast che conta Amirreza Nader (Daryouche), Sara Gholizade (Parvâneh), Akbar Zanjanian (Mohsen), Elyas Rasoul (Morâd), con Hushang Honaramooz, Ardalan Haji Rahim, Ahmad Ghoorchi, Ali Farschchi e Mohammad Safajouyi, arriverà al lido senza il suo regista.

Via | 31. Venice Critics’ Week