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Manchester by the Sea: recensione in anteprima del film di Kenneth Lonergan

Uno dei casi del cinema indipendente americano dell’anno (anche per il suo acquisto record da 10 milioni di dollari da parte di Amazon Studios), Manchester by the Sea segna il ritorno di Kenneth Lonergan dopo anni dalle controversie di Margareth. E, usando tristezza e ironia quando non te lo aspetti, il regista firma ancora una volta un dramma unico e imprevedibile.

pubblicato 3 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:19

Dura quasi due ore e mezza, ma Manchester By The Sea ne potrebbe durare facilmente anche una in più. Perché tutto fila via in modo così rilassato e allo stesso tempo in modo così coinvolgente che alla fine i suoi personaggi e quei luoghi ti sembra di conoscerli da una vita.

Kenneth Lonergan sta finalmente prendendo lo spazio che gli spetta nel regno del cinema indie americano che conta. Il suo esordio, il sempre troppo dimenticato Conta Su Di Me, vincitore al Sundance, è targato 2000. Il suo secondo film, Margareth, doveva uscire nel 2007, prima che il regista cominciasse una battaglia infinita con la Fox Searchlight sul final cut, con il risultato di un ritardo di 4 anni e due diverse versioni del film.

Da allora sono passati altri 5 anni, ma Manchester By The Sea rappresenta finalmente la rivincita di questo regista che sembra lavorare su cose già viste e dette in modi familiari, ma che in realtà ha una voce e una visione davvero uniche. Un autore che si prende i suoi tempi per raccontare i suoi personaggi e i loro ambienti, dai quali è evidentemente emozionato in prima persona.

Manchester-by-the-Sea è una cittadina di circa 5000 abitanti in Massachusetts. Qui ci viveva Lee prima che la sua vita andasse definitivamente a rotoli a causa di una tragedia che scopriremo durante il film. Lee, che ora vive da solo a Boston, è costretto però a tornare nella sua cittadina d’origine a cause della morte improvvisa del fratello Joe, forse l’unica persona a cui fosse ancora legato.

Tornare a Manchester-by-the-Sea per Lee significa innanzitutto essere costretto ad affrontare i fantasmi del passato, causa di un dolore che lo ha scalfito per sempre e lo ha reso l’uomo impassibile e burbero che è oggi. E potrà mai un uomo ridotto così dai dolori della vita trasferirsi di nuovo lì e in più prendersi carico del nipote Patrick, che il fratello gli ha lasciato in custodia?

Lonergan non ha nessuna intenzione di correre per rispondere a questa domanda. A tratti si può pensare addirittura che abbia scritto una una sceneggiatura talmente in punta di penna e da risultare ancora più forte a una seconda visione. Perché le scene-madre sono posizionate in modo strategico, l’ironia prende il sopravvento quando non sai se puoi ridere o meno, e la tristezza non diventa mai pesante nonostante la materia sia davvero tosta.

Ci sono diverse scene in cui, mi sembra, Lonergan sia particolarmente interessato a voler sottolineare il disagio, o l’imbarazzo a seconda della gravità del momento, che si instaura in un determinato contesto e all’interno di una certa scena. Ci sono almeno un paio di scene che ad esempio coinvolgono Michelle Williams, splendida nelle poche scene a lei dedicate, che a primo impatto non si sa come prendere. Che poi il suo personaggio viene introdotto mentre è a letto con la sinusite, e già questa è una scelta non poco curiosa che fa pensare a quanto sia particolare Lonergan come narratore.

Così descritto però Manchester by the Sea sembra più ‘sperimentale’ e ardito di quel che in realtà è. Ha una qualità quasi ‘operistica’ nella sua struttura, una andatura fluida e musicale come ce l’aveva dopotutto pure Margareth. Per questo è un film a suo modo anche piuttosto imprevedibile, che porta verso lidi che magari non ti aspetteresti e con un paio di sorprese che colpiscono al cuore.

Ma è anche un film che vola via grazie ai suoi due interpreti principali, Casey Affleck e il giovane Lucas Hedges, rispettivamente nei panni di Lee e Patrick. Il primo regala un’altra delle sue portentose interpretazioni, grazie all’espressività e alla voce con cui può fare quel che vuole. Il secondo è un’autentica rivelazione. I loro continui battibecchi e confronti sono il cuore pulsante del film, per molti motivi. Anche grazie a loro due ti pare alla fine che a Manchester-by-the-Sea ci sei vissuto davvero da una vita e di riconoscerne il profumo di mare.

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”9″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Federico” value=”9″ layout=”left”]

Manchester by the Sea (USA 2016, drammatico 135′) di Kenneth Lonergan; con Casey Affleck, Lucas Hedges, Michelle Williams, Kyle Chandler, Kara Hayward, Gretchen Mol. In sala dal 1 dicembre 2016.

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