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Non si ruba a casa dei ladri: Cineblog intervista Fabrizio Buompastore

Una chiacchierata con Fabrizio Buompastore, nel cast della commedia “Non si ruba a casa dei ladri” dei fratelli Vanzina

di carla
pubblicato 20 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 04:49

Uscirà il 3 novembre la commedia Non si ruba a casa dei ladri diretta da Carlo Vanzina. Oggi abbiamo incontrato Fabrizio Buompastore. Ma prima la trama:

Il film racconta la riscossa di un cittadino onesto, Antonio (Salemme) che si vendica di Simone (Ghini), un politico disonesto. Antonio inizialmente vorrebbe denunciarlo, ma poi, conoscendo l’Italia, un paese nel quale l’iter della giustizia è lunghissimo e spesso incerto, decide di vendicarsi in un’altra maniera: scopre che il suo nemico ha nascosto in una banca svizzera i proventi delle sue malefatte e decide di organizzare un “colpo” per riprendersi quello che gli è stato rubato. Una grande truffa ai danni di un disonesto della politica. Per compiere l’impresa, perché d’impresa si tratta, Antonio mette su una piccola banda, formata da non professionisti i quali hanno in comune una sola cosa: anche loro sono stati truffati dalla politica corrotta. Il colpo si svolge a Zurigo dove ha sede la banca nella quale Simone ha nascosto i soldi. Con una serie di imprevedibili e divertenti risvolti, e con una buffa sostituzione di persone (Antonio e la moglie si fingono Simone e la compagna), parte un meccanismo comico ad orologeria. E il colpo ha inizio..

1. Ciao Fabrizio, benvenuto su Cineblog. Raccontaci del tuo ruolo
Tanto per iniziare ti ringrazio Carla e saluto tutti gli internauti che leggeranno questa intervista. In questo film interpreto il ruolo dell’onorevole Maronaro che decide di dover assolutamente aiutare un suo amico nel vincere un appalto. Questa presa di potere avrà non poche ripercussioni nella vita degli altri personaggi del film, ovvero il mio compagno di merende (Massimo Ghini) e l’imprenditore (Vincenzo Salemme) al quale questa decisione cade in testa come una ghigliottina. Mi sono divertito molto. Spero di aver contribuito al risultato finale.

2. Sei mai stato truffato nella vita? O derubato?
Non vorrei sembrare banale ma effettivamente no. Considera che la realtà nella quale sono cresciuto era la Bari degli anni 70 e ti faceva vivere sempre all’erta. Sono abbastanza scafato ma c’è sempre la prima volta!

3. Che atmosfera c’era sul set?
Per me questa è stata la prima esperienza con i Vanzina. Come spesso succede nel nostro ambiente si sentono mille storie, spesso leggende che aleggiano intorno a gente di questo calibro. Ti devo dire che la serietà e la completa dedizione al progetto da parte di tutto il cast tecnico e artistico mi hanno fatto molto piacere, e ti garantisco che non è sempre così. Se un po’ mi conosci sai che non ho molti peli sulla lingua, e se questa non fosse stata la mia sensazione… te lo direi! Il clima sul set era disteso e professionale. Carlo sa esattamente cosa vuole, gira quello che serve e pretende il 101% dagli attori e noi tutti siamo stati felicissimi di averci messo il massimo!

4. Carlo Vanzina: qual è il suo atteggiamento sul set?
Mi ripeto e mi fa piacere farlo: Carlo Vanzina è un grande professionista, pretende e fa benissimo, è professionale e sa esattamente quello che vuole. E’ un grande!

5. Descrivi il film con tre aggettivi.
Divertente, riflessivo, fotografico.

6. Perché dovremmo andare a vedere il film?
Ti risponderò spiegandoti gli aggettivi sopra. E’ un film divertente perché analizza in maniera tragicomica l’essere umano in tutta la sua paraculaggine e pochezza d’animo. E’ riflessivo perché, pur facendoti ridere, ti fa riflettere su cosa le persone di oggi sono disposte a fare e sulla superficialità in cui viviamo oggi. E fotografico perché alcune cose del film sono prese pari pari da alcuni fatti di cronaca e di conseguenza è una fotografia di ciò che viviamo oggi. L’ispirazione del film è “In nome del popolo Italiano”.

7. Nel cast ci sono due super-donne: domanda cattiva, chi preferisci tra Manuela Arcuri e Stefania Rocca?
Ti rispondo subito “Manuela Rocca” (Ride).

8. E tra Massimo Ghini e Vincenzo Salemme?
Vincenzo Salemme (vedi che non ho peli sulla lingua?)

9. Di quale tuo ruolo (cinema, tv o teatro) sei più orgoglioso?
Rispondo come rispose un grandissimo regista negli anni ’60 riferendosi ai suoi film: “Del prossimo”.

10. Film preferito?
“Regalo di Natale” di Pupi Avati è il film che in qualche maniera mi ha stregato e mi ha scaraventato in questo mondo complicatissimo che si chiama Cinema.

11. Hai partecipato anche ad una web serie italiana: “Innumerevoli Ombre“. Che esperienza è stata?
La ricordo con estremo piacere, ti voglio raccontare una piccola storia sulle web serie. Da quasi un anno mi alleno tutti i giorni nel box di crossfit del grande sportivo Roberto Cavallone. Tutti i giorni ci si allena per affinare la tecnica, la forza e l’istinto. Siamo una grande famiglia e tutti ci aiutiamo con professionalità. Tutto questo serve per poter arrivare in gara e fare un risultato ottimale, ma tutti i giorni si affronta l’allenamento come se fosse una vera e propria gara. Ecco: le web series sono come l’allenamento aspettando la gara: cioè il film. Ritengo che il modo migliore per fare sempre meglio questo mestiere è sperimentare attivamente e provare in continuazione, come se si stesse girando un capolavoro. In italia gli addetti ai lavori hanno un atteggiamento snob nei confronti di questi progetti, ed è sbagliatissimo. Noi attori, i registi e gli sceneggiatori dovremmo prendere esempio e stare maggiormente assieme per confrontarci e fare come si faceva quando il cinema italiano era imbattibile, quando attori sceneggiatori e registi stavano sempre insieme. Se ci pensi è davvero come per lo sport: se non ti alleni e ad un certo punto vieni chiamato a fare i mondiali credi davvero di arrivare primo? Comunque Dario Di Viesto, regista dell’episodio dove recito, è molto bravo e sa ciò che vuole.