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Vi presento Toni Erdmann: nuove clip in italiano della commedia di Maren Ade

Vi presento Toni Erdmann: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia di Maren Ade nei cinema italiani dal 2 marzo 2017.

di cuttv
pubblicato 20 Febbraio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 03:48

 

Disponibili due clip in italiano di Vi presento Toni Erdmann, la commedia tedesca vincitrice di 5 Premi EFA e candidata all’Oscar come Miglior Film Straniero in arrivo nei cinema italiani il prossimo 2 marzo.

Il film interpretato da Peter Simonischek e Sandra Hüller racconta il complicato ma tenero rapporto di una giovane donna manager, dedita solo al successo e alla carriera, con l’eccentrico padre, che fa di tutto per farle tornare il senso dell’umorismo e la leggerezza della vita.

In attesa dell’esito ai Premi Oscar è stato annunciato un remake americano del film che vedrà protagonista Jack Nicholson, l’attore tre volte premio Oscar, si sta preparando a tornare al cinema per impersonare Toni Erdmann (accanto a lui nel ruolo della figlia, l’attrice comica Kristen Wiig).

 

 

 

Vi presento Toni Erdmann: trailer italiano della commedia di Maren Ade

 

Cinema di Valerio De Paolis ha reso disponibile un trailer italiano di Vi presento Toni Erdmann, la commedia di Maren Ade che debutterà nei cinema italiani il prossimo 2 marzo.

Il film vincitore di 5 Premi EFA e candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero racconta il complicato ma tenero rapporto di una giovane donna manager, dedita solo al successo e alla carriera, con l’eccentrico padre, che fa di tutto per farle tornare il senso dell’umorismo e la leggerezza della vita. Quando Winfried irrompe nella vita tranquilla e ordinata della figlia Ines domandandole semplicemente “Sei felice?”, la sua incapacità di rispondere segna l’inizio di un profondo sconvolgimento. Il padre per aiutarla a ritrovare se stessa decide così di inventare il curioso personaggio di Toni Erdmann.

La regista Maren Ade ha incontrato la stampa italiana a Roma, svelando alcune curiosità di questa sua commedia emozionante che riesce a trovare un perfetto equilibrio tra malinconia e sorriso, confermandosi adatta ad un pubblico internazionale.

Come ha lavorato sull’umorismo e sull’imbarazzo, elementi centrali del film?

È vero che di solito non associamo l’umorismo alla Germania, ma vi assicuro che noi tedeschi lo abbiamo anche se spesso tendiamo a nasconderlo. In questo film, in particolare, l’umorismo è nel personaggio del padre che lo utilizza per nascondere se stesso o per liberare l’aggressività che avverte dentro di sé. Lavorando con gli attori abbiamo cercato di connotare l’umorismo, perché il film ha una base drammatica che poi si trasforma in commedia. Il personaggio del padre si trova davanti ad un vicolo cieco nel rapporto con sua figlia e cerca una nuova forma di comunicazione, che in fondo è la sua ultima speranza per creare un rapporto diverso con lei basato su nuove basi. Ma anche il personaggio di Ines non è esente dall’umorismo, anche se lo mostra più che altro nella parte finale quando lui non c’è e lei ha il suo spazio per esprimersi.

L’imbarazzo invece è il risultato di una serie di situazioni. Io credo molto nel sotto-testo, ovvero in quello che c’è oltre ogni scena. In superficie vediamo cose apparentemente banali, ma i rapporti tra le persone poi si giocano nelle cose non dette, nelle emozioni nascoste ed è tutto più complicato. La sofferenza degli incontri e relazioni, o la gerarchia dei rapporti di potere tra le persone, spesso non ci fanno sentire a nostro agio.

 

A Cannes già dai primi minuti la gente rideva e il film ha rotto il tabù di una commedia in un festival importante di cinema. Poi sono seguiti molti riconoscimenti. Come ha vissuto come ha interpretato questo?

Non avevo la consapevolezza di aver rotto un tabù per aver presentato una commedia, ma già al momento dell’annuncio della selezione ero al settimo cielo, perché come regista speri sempre di avere un film in concorso in un festival importante come Cannes. La reazione della stampa ha sorpreso anche me, non immaginavo tante risate e divertimento, anche perché in post produzione ho rivisto il film molte volte e per me è molto malinconico e pesante, con tematiche importanti e mi veniva quasi di dire: “Ora smettetela di ridere! è una cosa seria”, ma è stato venduto in molti paesi e non potevo aspettarmi di meglio.

 

Ha raccontato il problema del lavoro attraverso un conflitto generazionale: come è arrivata questa idea?

La ricerca per scegliere l’ambito di lavoro di Ines è stata lunga e ho incontrato molte donne. Più andavo avanti in questo più mi rendevo conto che la mia decisione avrebbe avuto un impatto molto politico sul film. Quindi ho scelto di scoprire le persone della mia generazione e ho incontrato in un certo senso il “nemico”, perché mi dicevano: “ho studiato economia quindi è normale che decida di operare in un determinato settore, mentre tu sei un artista e hai più libertà di espressione”.

Erano consapevoli del lato disumano del consulente o del tagliatore di teste e ho capito la loro posizione. Ines ha due aspetti: come gestisce la sua vita professionale e personale; e la responsabilità come consulente che sottolinea che “è molto più importante salvare una società e renderla forte, piuttosto che salvare dei posti di lavoro”. Il film solleva tutte queste domande a cui non c’è una risposta in fondo. Il ruolo del consulente è spesso adottato nella mia generazione, perché è difficile capire il confine tra la sua responsabilità e quella dell’azienda che lo ingaggia.

 

Perché ha scelto di ambientare il film in Romania?

È stata una scelta in linea con il legame molto forte per l’economia tra Germania e Romania. Molte multinazionali si sono sviluppate lì e il capitalismo ha invaso il paese in modo brutale e rapido e ancora si vedono gli effetti. Poi conosco e amo il cinema rumeno e mi era familiare la città, mi sembrava di conoscere bene Bucarest e quindi non ho pensato di cercare un altro posto.

 

Qual è stato il punto di partenza per raccontare questa storia? Cosa c’è di autobiografico, come è il rapporto con suo padre?

Da tempo volevo fare un film su questa tematica pesante e melanconica come la famiglia. Capire cosa succede tra due persone che non si vedono da tempo e decidono di azzerare il loro rapporto. Parlando di questo tema è ovvio fare riferimento alla propria famiglia. Ho un padre con un vasto repertorio di battute e gag umoristiche, ma niente di quello che è accaduto nel film. Tuttavia mio padre usa i denti finti, che mi avevano dato quando avevo collaborato al primo film di Austin Powers. Gliel’ho regalati e lui ogni tanto se li mette, al ristorante o dal dentista, per vedere se lo prendono per la stessa persona. Nel film ha un piccolo ruolo, è il preside della scuola.

 

Vi presento Toni Erdmann: trailer della pluripremiata commedia di Maren Ade

 

Articolo pubblicato il 26 novembre 2016

 

I genitori non li puoi scegliere ma si può accettare il loro modo insolito di assottigliare le distanze, come accade ai protagonisti della commedia di Maren Ade, già vincitore del Premio Fipresci alla 69a edizione del Festival di Cannes, neo-vincitore del Premio Lux 2016, pluricandidato agli EFA con 5 nomination, candidato dalla Germania per gli Academy Awards.

L’originalissimo Toni Erdmann (Austria/Germania, 2016) scitto e diretto da Maren Ade, segue le vicende del 65enne Winfried (Peter Simonischek) è un insegnante di musica ex sessantottino, con una forte propensione per gli scherzi e l’amore per il vecchio cane con cui vive. Sua figlia Ines (Sandra Hüller) è una donna in carriera che che vive a Bucarest e viaggia in tutto il mondo per ottimizzare società in veste di consulente aziendale.

Due universi diversissimi e distanti che Winfried decide di avvicinare quando muore il suo cane, ma quando irrompe nella vita tranquilla e ordinata della figlia domandandole se è felice, l’incapacità di rispondere segna l’inizio di un profondo sconvolgimento.

Il padre per aiutarla a ritrovare se stessa e leggerezza, si trasforma nel curioso alter ego Toni Erdmann. L’uomo con parrucca, denti storti, abbigliamento bizzarro e nessun pelo sulla lingua che si presenta come un Coach nel campo professionale di Ines.

La figlia, pur scioccata dalla trasformazione, decide di assecondarlo e sarà il Toni Erdmann senza freni a rivelare quando più duramente si scontrano, più si avvicinano.

Toni Erdmann è prodotto da Maren Ade, Janine Jackowsi, Jonas Dornbach per Komplizen Film e KNM, in coproduzione con Coop99 Filmproduktion, Missing Link Films, in associazione con HiFilm, Komplizen Film, Coop99 Filmproduktion, KNM , sarà distribuito nelle nostre sale da Cinema di Valerio De Paolis, con il titolo Vi presento Toni Erdmann, dal 2 Marzo 2017.

Via | Film Press PlusCannes 2016

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