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I migliori film del 2016 secondo Cineblog

Il meglio dei film proiettati nelle sale italiane nel corso del 2016 secondo i redattori di Cineblog

pubblicato 24 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:22

La fermata è quella giusta, dunque è tempo di scendere. Dopo aver vagliato il peggio, pratica non proprio edificante, finalmente è tempo di rievocare i momenti più piacevoli passati in sala nel corso dell’anno. Alcuni visti magari prima del 2016, a qualche Festival, già allora immaginando il momento in cui avremmo potuto finalmente inserirli in questa classifica.

E, vivisezionando questi dodici mesi, di cose interessanti ne sono venute fuori; in alcuni casi, opere che ci porteremo d’appresso per chissà quanto tempo ancora. Mettere a parte voi lettori di tutto ciò è qualcosa che va oltre il solleticare il nostro narcisismo, sebbene quest’ultimo abbia un suo peso, va detto: è un po’ come farvi entrare in casa nostra, offrirvi virtualmente qualcosa da bere e raccontarvi brevemente una storia, quella di un viaggio durato dodici mesi, talvolta anche di più.

Perciò accomodatevi, fate come foste a casa vostra e concedeteci pochi minuti. Natale è tempo di storie, quelle belle, che ci piacciono anche se la nostra dura cervice c’induce a dubitare che siano vere. In fondo anche le nostre, quelle di noi redattori qui su Cineblog, non sono diverse da tante altre. Buon Natale e buone feste a voi tutti!

FEDERICO

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10) Il caso Spotlight e The Hateful Eight: ovvero le due migliori sceneggiature della scorsa stagione cinematografica americana, sbarcate nelle sale d’Italia solo nel 2016.
9) It Follows e The Witch: i due horror più incredibili di stagione, tanto diversi nella costruzione eppure così spaventosamente affascinanti ed originali nella loro realizzazione.
8) Sing Street: uno dei colpi di fulmine del 2016, tanto adolescenziale eppure così irresistibile. Un trionfo musicale che arriva dritto al cuore.
7) Kubo e la spada magica e La mia vita da Zucchina: sono i due migliori lungometraggi animati di stagione e non a caso sono in stop motion. Americano, fantasioso e travolgente il primo, svizzero, adulto e commovente il secondo. Due gemme.
7) Perfetti sconosciuti, Lo chiamavano Jeeg Robot, La pazza gioia e Indivisibili: un poker tutto italiano per sottolineare il peso ritrovato della cinematografia nazionale in questo ricco 2016. Non solo i premiatissimi Genovesi e Mainetti ma anche la solita conferma targata Virzì e la folgorante sorpresa Edoardo De Angelis, che avrebbe onestamente meritato di correre agli Oscar 2017 in nome dell’Italia.
5) Carol e Paterson: il grande ed immeritatamente sconfitto della scorsa stagione dei premi, anche se così elegantemente sublime, e il papabile grande sconfitto della stagione dei premi in arrivo, straordinariamente poetico nella rappresentazione della quotidianità.
4) Neruda: il biopic forse più spiazzante mai visto in sala, che neanche a dirlo conferma l’incredibile talento di uno dei più grandi registi di questi ultimi 10 anni. Pablo Larrain.
3) Weekend e Laurence Anyways: il primo è del 2011 e il secondo è del 2012, è vero, eppure i capolavori LGBT di Andrew Haigh e Xavier Dolan sono arrivati in Italia solo a marzo e a giugno del 2016. E allora è onestamente impossibile non menzionarli, perché dopo tutti questi anni ancora meritatamente sugli scudi.
2) Il figlio di Saul: l’abbiamo visto in tutte le salse, l’Olocausto, eppure László Nemes è riuscito a pensare e a realizzare un film incredibile, che ti prende a pugni dalla prima all’ultima inquadratura.
1) Revenant – Redivivo: il mio personale premio Oscar 2016, sconfitto in volata da Spotlight. Uno di quei titoli che nel corso dei prossimi decenni ricorderemo con estremo piacere. Inarritu e DiCaprio una spanna sopra tutti.

CARLA

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– The Hateful Eight: violento e ironico, un gioco al massacro in puro stile Tarantino. Una grande Jennifer Jason Leigh, una sceneggiatura perfetta e le splendide musiche di Ennio Morricone.
– It Follows: una delle sorprese horror del 2016. Capace di spaventare senza mostrare niente.
– Perfetti Sconosciuti: bentornato bel cinema italiano.
– Il caso Spotlight: una storia vera e solide interpretazioni e un premio Oscar come miglior film. Meritatissimo.
– Deadpool: irriverente e divertente. Una delle sorprese dell’anno.
– Sully: la storia di un eroe modesto raccontata con stile asciutto e con un Tom Hanks perfetto.
– Florence: ancora una storia vera portata al cinema in modo divertente e commovente. Stupenda Meryl Streep, talentuosa stonata.
The Witch: il film con l’atmosfera più inquietante del 2016. Bentornate streghe, altro che il sequel di Blair Witch!
Goodnight Mommy: l’horror che non ti aspetti. I due gemellini sono indimenticabili.

ANTONIO

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10. Tom à la ferme: unico esercizio sul genere affrontato da Dolan fino ad ora, tendenzialmente sottovalutato o semplicemente meno conosciuto. Thriller tesissimo e per nulla avaro d’intuizioni notevoli, con un finale che ricordo amai a Venezia, malgrado non sia niente di urlato, anzi.
9. Il figlio di Saul: era indispensabile che qualcuno apportasse delle modifiche sostanziali al filone dei film a tema olocausto. Ed effettivamente d’ora in avanti dovrebbe esserci in tal senso un prima e un dopo film di Nemes.
8. La canzone del mare: il folklore che si fa animazione è sempre un evento, di quelli piacevoli e corroboranti. Quello di Moore poi è proprio un gioiello.
7. Anomalisa: la miglior scena di sesso di sempre in un film d’animazione (e forse pure qualcosa di più).
6. The Hateful Eight: una divertente giostra dedita all’amore per il cinema e per certi suoi meccanismi.
5. Le mille e una notte – Arabian Nights: un Gomes così va promosso e preservato. Il suo è un progetto selvaggio nell’accezione più profonda del termine.
4. Paterson: è stato scritto che l’ultimo di Jarmusch soffre di «troppa poesia». Io dico che chi dice questo soffre di totale mancanza di poesia, che è un male di gran lunga peggiore.
3. Il club / Neruda: lasciarne fuori uno mi pareva peccato. Neruda è di un’eleganza unica, Il club invece è intriso di rabbia e dolore. In entrambi i casi affiora un lirismo arduo a trovarsi altrove.
2. Knight of Cups: a descrivere l’abisso son bravi in pochi; a raccontarne pure la risalita ci riesce soltanto uno, e quello è Terrence Malick.
1. The Assassin: non esiste opera perfetta, ovvio. Qualora potesse esistere però…

Non ce l’hanno fatta per poco: Sully, The Witch, La mia vita da Zucchina, Lo & Behold, The Neon Demon, The Woman Who Left e Ave Cesare!.

GABRIELE

Weekend

Per molti motivi, la distribuzione italiana non mi rappresenta più per davvero. E anche questa classifica lascia per me il tempo che trova. Ma un gioco è un gioco.

01. Weekend: un capolavoro.
02. The Hateful Eight: dopo l’anno che l’America ha passato, la sua violenza ha ancora più senso.
03. Carol: un nuovo classico di Natale.
04. Il Club / Neruda: dal regista dell’anno (ma che lo era già per molti anni), in attesa di Jackie.
05. The Assassin: forse il film più ‘bello’ in senso letterale dell’anno.
06. The Witch: dedicato a chi ha sempre tifato sotto sotto per le streghe.
07. It Follows: da un regista che aveva esordito con un delizioso coming of age.
08. Il figlio di Saul: l’opera prima di un regista che pare già un autore affermato.
09. Quando hai 17 anni: che bella sorpresa questa collaborazione tra André Téchiné e Céline Sciamma.
10. Tom at the Farm / È solo la fine del mondo: i film più sottovalutati di Xavier Dolan.