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Passengers: Recensione in Anteprima

Chris Pratt e Jennifer Lawrence alla dervia nello Spazio in Passengers di Morten Tyldum.

pubblicato 22 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:06

Persi per strada Gabriele Muccino e Keanu Reeves, fino al 2010 in sella al progetto, il fantascientifico Passengers è comunque riuscito a vedere la luce grazie a Morten Tyldum, regista lo scorso anno candidato agli Oscar per The Imitation Game, e ai lanciatissimi Jennifer Lawrence e Chris Pratt. Affidati loro 110 milioni di dollari, lo script di Jon Spaihts ha preso vita sotto forma di romantico sci-fi dalla trama surreale e dai ricchi effetti speciali. Una sorta di Titanic futuristico alla deriva a causa di un meteorite/iceberg che fa lentamente impazzire un’atronave teoricamente perfetta e indistruttibile.

La Lawrence (Aurora) e Pratt (Jim) sono infatti due normalissimi passeggeri a bordo di una nave colonia che trasporta 5000 persone verso un altro Pianeta da colonizzare. Abbandonata la Terra, i 5000 belli addormentati viaggiano nello Spazio più profondo per circa 120 anni, se non fosse che uno di loro, Pratt, si svegli con 90 anni d’anticipo a causa di un malfunzionamento al sistema della capsula di ibernazione. Solo soletto in una gigantesca astronave iper-tecnologica, con un unico androide barista con cui parlare, l’uomo si ritrova dinanzi al più gravoso dei dilemmi, ovvero se svegliare o meno una ragazza ibernata che da mesi lo ossessiona. Aurora è il suo nome, è una scrittrice, è bella, bionda e apparentemente intelligente. Jim legge tutti i suoi scritti e perde la testa, tanto da cedere alla tentazione dopo un anno di solitudine. Moderni Adamo ed Eva, i due imparano a conoscersi e ad amarsi, mentre la nave che li ospita perde pezzi ed è vicina alla distruzione, rischiando di stroncare sul nascere la più grande migrazione di massa della storia umana.

E’ facile intuire le potenzialità di un soggetto che ha innegabili e interessanti spunti, se non si fossero poi tramutati in una sceneggiatura confusionaria e piena di assurdità. Tyldum, letteralmente catapultato all’interno di un blockbuster dai dilemmi etici e morali, perde presto il controllo di un carrozzone milionario che ad ogni personaggio ‘aggiunto’ guadagna sconcerto. Dinanzi ad un Pratt inizialmente solo soletto, fatta eccezione per un Michael Sheen versione barista di Shining, Passengers somma lentamente volti, storie, intoppi, che puntualmente finiscono per colpire ai fianchi un’opera che con il terzo atto prende la strada dell’irrazionale. Scimmiottati Gravity e The Martian, Tyldum cucina un pot-pourri che vede prima il gigantesco Chris sventrarsi di fronte al dilemma se condannare una sventurata sconosciuta alla vita eterna all’interno di una nave spaziale, per poi lasciar strada al romanticismo spinto, imboccare la strada del disaster movie dopo aver ‘svegliato’ Laurence Fishburne, deviare verso il romantic-drama con annesso sacrificio sentimentale e non contento, al termine di 4 finali, piegarsi al più ruffiano degli happy ending.

A non funzionare, come già capitato in Allied con Brad Pitt e Marion Cotillard, neanche i due protagonisti, la cui alchimia rasenta lo zero. Se Jennifer Lawrence si limita ad un compitino recitativo dalla striminzita sufficienza, Pratt conferma tutti i propri limiti attoriali una volta estratto dal genere ‘action-comedy’. Grande, grosso e fregnone, il suo Jim si trasforma nel giro di pochi anni in un meccanico talmente geniale da poter riparare una gigantesca astronave alla deriva, mentre Tyldum e Spaihts perdono contatto con la credibilità cinematografica regalandosi svolte conclusive di dubbia accettazione e sopportazione. Un racconto epico di amore e tradimenti, vita e morte, quello inizialmente pensato dallo sceneggiatore di Prometheus, come spesso già capitato in passato poi perdutosi tra sterzate improvvise e inspiegabili ribaltamenti. Visivamente riuscito, anche perché costato una camionata di dollari, Passengers avrebbe dovuto e potuto concentrarsi su una storia più intima e minuta, evitando evoluzioni kolossal che bruscamente lo costringono ad abbandonare interessanti quesiti esistenziali dai risvolti sentimentali, soccombendo al Dio blockbuster che tutto divora e travolge. Come spesso capitato a tanti suoi illustri colleghi improvvisamente catapultati ad Hollywood, il regista di The Imitation Game ha pagato lo scotto della ‘sovrabbondanza’.

Un progetto sbagliato tanto per Tyldum, che ha subito cannato la prima grande occasione losangelina della propria carriera, quanto per la Lawrence e Pratt, negli ultimi anni tutt’altro che inclini al fallimento cinematografico. Ma ad Hollywood, è cosa nota, c’è una prima volta per tutti.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]

Passengers (Usa, sci-fi, 2016) di Morten Tyldum; con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen, Laurence Fishburne, Inder Kumar, Vince Foster, Barbara Jones, Aurora Perrineau, Kimberly Battista – uscita venerdì 30 dicembre 2016.