Home Notizie Luchino Visconti, Mario Garbuglia, Piero Tosi… talenti intrecciati

Luchino Visconti, Mario Garbuglia, Piero Tosi… talenti intrecciati

Il 18 gennaio apre alla Casa del cinema di Roma una Mostra importante dedicata a qualcosa di cui non si parla, o si parla poco: il cinema e la collaborazione tra registi, costumisti e scenografi

pubblicato 10 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:40

Ho accettato volentieri la proposta: Cinema e retroscena, fino alle convergenze artistiche che esplodono sullo schermo. Me lo hanno chiesto gli amici della Associazione costumisti e scenografi, e dalla Casa del Cinema, ovvero Lorenzo Baraldi, Alida Cappellini, Giovanni Licheri, Alessandra Di Fiore. Un’occasione rara, molto interessante. Che accade nel momento in cui il cinema sta esplodendo, una miscela di grande interesse tra il lavoro artistico e il lavoro tecnologico. La situazione è intricata ma promettente, è in pieno corso.

Il cinema, ma sarebbe meglio dire le immagini, vivono un movimento continuo che non è solo quello della pellicola o dei supporti nuovi. Pochi se ne sono accorti. Il lessico dei giornali e delle narrazioni dedicate alle immagini sono legate per tradizione all’autorità dell’autore, ovvero del regista, dichiarato da tempo al centro della realizzazione.

Tutto si aggira su un nome solo al comando, da quando la nouvelle vague inventò a fine anni Cinquanta la “politique des auteur”; e da allora nei festival, sui giornali, le tv, etichettano la storia del cinema, e degli audiovisivi, a favore di un demiurgo, al di sopra della mischia di addetti, attori, tecnici, e così via, nella vita dei set che per fortuna sono sempre aperti in cerca di un nuovo destino.

677full-bellissima-screenshot.jpg

Il destino, per riassumere, della cosa più preziosa nella creazione artistica: il talento. Talento, una parola sempre meno usata. La Mostra “Talenti intrecciati: Visconti, Garbuglia, Tosi” entra in un racconto della lunga avventura delle immagini, immagini in armonia, punto di forza, con sonori e gusto visivo, tutto quanto serve a creare suggestioni e anche allucinazioni, sulla scia dei maestri del passato. I nomi nel titolo della breve ma importante iniziativa alla Casa del cinema, e della associazione di scenografi e costumisti, parlano chiaro, con immediatezza.

Luchino Visconti, il regista che più di altri ha sostenuto i talenti nei suoi filmi: grandi ed efficaci interpreti; ma anche scenografi e costumisti, forme di collaborazioni, fedeli, estese negli anni, per testimoniare intese, sintonie, suggestioni, ricerche. Mario Garbuglia e Piero Tosi sono tra i collaboratori che hanno vissuto insieme a Visconti lunghe esperienze da coautori in una stimolante gara fra influenze reciproche, sguardi confluiti nei set come mondi da inventare, proposte agli occhi, create partendo dalla conoscenza dei tempi trascorsi, per andare oltre.

Visioni inedite, sorprendenti, nate da sintesi inventive capaci di ricavare dai materiali- carta, stoffe, architetture, arredamenti, eccetera- un incanto riprodotto, più avanti di quanto lo spettatore conosce o cerca di riconoscere. Le scene, i costumi sono il frutto di scelte e compromessi che germinano dal confronto profondo in team creativo che abbraccia la vita del film molto prima del ciak. E’ in questo passato breve, costruito in giorni intensi, che si determina la vicenda di realizzazione di un’opera, anche un’opera che nasce dalle cose o che queste cose le riproduce, rendendole vive, potenti. Visconti con Garbuglia e Tosi; e Garbuglia e Tosi con Visconti hanno inventato tutto quanto serviva per far rivivere personaggi e storie.

683full-senso-screenshot.png

La Mostra propone un breve ciclo di proiezione per rendere evidenti, splendenti sul grande schermo, i segreti, le intese, i risultati tra i “talenti intrecciati” tra il rigore evocativo del neorealismo alla magia dell’epica storica, umana, un percorso cronologico che va al di là delle date, e lascia segni forti con immagini da brividi da “Ossessione” (1943), “Giorni di gloria” (1945), “La terra trema” (1948), ”Bellissima” (1951), “Senso” (1954), “L’innocente” (1976). Un viaggio nel tempo, macchine del ricordo, ingranaggi di talento, intrecci, emozioni, commozione, stupore. Essenze del nostro cinema, quando era, quando è grande.Ci sarà anche un documentario realizzato da uno del “mestiere”: Mario Garbuglia, scenografo storico di Visconti fino a “L’innocente”.