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Oscar 2017, numeri e considerazioni: La La Land nella Storia, sorpresa Lion, fuori Deadpool, Rosi c’è

Gianfranco Rosi in corsa per l’Oscar al miglior documentario 55 anni dopo Romolo Marcellini con La grande Olimpiade.

pubblicato 24 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:16

Dopo essere entrato nella storia dei Golden Globe, con 7 vittorie su 7 nomination (mai successo prima), La La Land si è ripetuto anche agli Oscar. La pellicola di Damien Chazelle, che aprì trionfalmente l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, ha infatti strappato 14 nomination, eguagliando lo storico record di Eva contro Eva (di cui 6 vinti) e di Titanic (di cui 11 vinti). Miglior film, regia, sceneggiatura originale, attrice, attore, montaggio, colonna sonora, canzone originale (ben 2), fotografia, costumi, scenografie, sonoro e montaggio sonoro. Un en-plein clamoroso, che vede il musical tornare sul trono di Hollywood. Dietro La La Land tiene straordinariamente Moonlight, film d’apertura all’ultima Festa del Cinema di Roma. Ben 8 candidature per la pellicola indie di Barry Jenkins, autentica sorpresa di stagione e portavoce della rivincita ‘black’ dopo le polemiche dello scorso anno.

Sono infatti ben 3, i film ‘total black’ in corsa per la statuetta più importante: dietro Moonlight spazio anche per Barriere di Denzel Washington, candidato anche come miglior attore (ottava nomination), miglior attrice non protagonista (Viola Davis, prima attrice di colore ad aver ottenuto 3 nomination) e miglior sceneggiatura non originale, e Il diritto di Contare, che bissa tra le nomination grazie ad Octavia Spencer e per la miglior sceneggiatura non originale. Ancora attori e attrici di colore grazie a Ruth Negga e Mahershala Ali, senza dimenticare tra i doc I Am Not Your Negro, O.J.: Made in America e 13th. Ma in questa categoria non possiamo non celebrare Gianfranco Rosi, già Orso d’Oro a Berlino e trionfatore agli EFA, ora in nomination con Fuocoammare. Escluso dai migliori film stranieri, Fuocoammare ha strappato il ticket Academy grazie alla ‘sua’ sezione, replicando quanto fatto nel 1962 da Romolo Marcellini con La grande Olimpiade, purtroppo sconfitto da Le ciel et la boue di Pierre-Dominique Gaisseau. Un Oscar documentaristico, l’Italia, non l’ha mai vinto. Incrociamo le dita.

Per il resto ennesima candidatura, la 20esima (sempre più nessuno come lei), per la divina Meryl Streep, candidata grazie a Florence, con Manchester by the Sea e Lion: La strada verso casa di Garth Davis nominati a ben sei statuette. Tra queste ultime sei spicca la 4° personale di Nicole Kidman (come Michelle Williams). Prima nomination, invece, per Isabelle Huppert con Elle (fuori dalla corsa a miglior film straniero) e Andrew Garfield, con Viggo Mortensen, Casey Affleck, Ryan Gosling a quota 2 e Michael Shannon preferito ad Aaron Taylor Johnson (vincitore del Golden Globe) tra gli attori non protagonisti di Animali Notturni (tra le delusioni del giorno). Inattesa anche la doppia bocciatura di Amy Adams tra le migliori attrici per Arrival (8 le candidature per lo sci-fi di Denis Villeneuve) e Animali Notturni, mentre Silence di Martin Scorsese ha ottenuto una sola candidatura per la fotografia. A quota zero, ingiustamente, Paterson di Jim Jarmusch, con il bravissimo Adam Driver di nuovo snobbato dopo l’assenza ai Golden Globe. Exploit annunciato per Mel Gibson, letteralmente resuscitato da Hollywood grazie ad Hacksaw Ridge (6 candidature, regia compresa 22 anni dopo il trionfo di Braveheart), mentre Deadpool, inizialmente visto come potenziale sorpresa, è clamorosamente rimasto a quota zero. Bocciature sonore anche per Robert Zemeckis (Allied, 1 candidatura), Clint Eastwood (Sully, 1 candidatura), Ang Lee, i Coen (1 sola candidatura per Ave Cesare) e Steven Spielberg (Il GGG). Solo tre nomination per Jackie di Pablo Larraín (c’è Natalie Portman, alla sua 3° nomination), che l’Academy continua inspiegabilmente a fingere che non esista, mentre tra i migliori lungometraggi animati due saranno i titoli in stop motion, ovvero Kubo della Laika e lo svizzero La mia vita da Zucchina. Fuori dai giochi, ancora una volta, Xavier Dolan tra i migliori film stranieri con E’ solo la fine del mondo.

Sulla carta, pronostici alla mano, il 26 febbraio prossimo La La Land vincerà quasi tutto, se non fosse per l’incognita ‘black’ che dopo le polemiche dello scorso anno potrebbe sparigliare le carte in tavola portando Moonlight al colpaccio. Nel dubbio, applausi ai selezionatori del Festival di Venezia per l’incredibile exploit di questa stagione (La La Land, Hacksaw Ridge, Arrival: 32 nomination in totale) e a quelli di Roma per il buon ‘ripescaggio’ in giro per il mondo (Moonlight, Lion, Manchester by the Sea, Hell or High Water). Detto ciò, forza Gianfranco Rosi e forza Alessandro Bertolazzi, altro connazionale candidato per il trucco di Suicide Squad.