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Elle, Paul Verhoeven a Roma per presentare il film con Isabelle Huppert

Paul Verhoeven nella Capitale per il lancio di Elle, miglior film straniero dell’anno ai Golden Globes. Dal 23 marzo al cinema.

pubblicato 10 Marzo 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 01:06

Presentato in Concorso all’ultimo Festival di Cannes, vincitore di due Golden Globe (miglior film straniero e miglior attrice protagonista) e di due Cesar, Elle di Paul Verhoeven arriva finalmente anche in Italia grazie alla Lucky Red, il prossimo 23 marzo.

Per l’occasione il 78enne regista olandese, ultimo presidente di giuria al Festival di Berlino nonché regista di cult passati come Robocop, Total Recall e Basic Instict, ha incontrato la stampa romana per il lancio della pellicola, meritatamente acclamata dalla critica. Un thriller erotico, conturbante e malato, quello diretto con straordinaria maestria da Verhoeven ed interpretato con sublime magnificenza da una Huppert mastodontica. Tratto dal romanzo “Oh…” di Philippe Djian, Elle avrebbe dovuto prendere vita negli Stati Uniti d’America, per poi trovare patria nella ‘sua’ Francia. Fortunatamente, potremmo aggiungere, perché ad Hollywood, probabilmente, non avrebbero mai permesso a Verhoeven di realizzare simile meraviglia.

[quote layout=”big”]”Da qui la scelta di uno sceneggiatore americano, con la prospettiva di spostare la storia da Parigi a Boston o a Chicago. E con un cast tutto americano. Ma dal punto di vista finanziario, e anche artistico, era complicato: ci siamo resi conto che nessuna attrice americana avrebbe accettato di recitare in un film così amorale. Anche per quelle che conosco bene sarebbe stato impossibile accettare un ruolo così. Mentre Isabelle Huppert, che avevo incontrato nella fase iniziale del progetto, era pronta a girare il film. Perciò dopo sei mesi Saïd mi ha detto: «Perché ci stiamo battendo per fare questo film negli Stati Uniti? È un romanzo francese. Siamo davvero stupidi!» Aveva ragione. Con il senno di poi, mi rendo conto che non avrei mai potuto realizzare negli Stati Uniti questo film con la stessa autenticità”.[/quote]

Nella pellicola Isabelle interpreta Michèle, donna imperturbabile a capo di una grande società di videogiochi che gestisce gli affari come le sue relazioni sentimentali: con il pugno di ferro. A cambiarle la vita un uomo incappucciato che l’aggredisce in casa, violentandola. Algida, Michèle cerca di rintracciarlo. Una volta trovato, tra loro si stabilisce uno strano gioco. Un gioco che potrebbe sfuggire loro di mano da un momento all’altro. Una donna che non conosce paura ne’ vergogna, creata da Djian e ‘rivisitata’ da Verhoeven insieme allo sceneggiatore David Birke.

[quote layout=”big”]”Questa donna rifiuta di essere una vittima, rifiuta di essere vista come tale. Quando ho letto il libro sono rimasto affascinato dal personaggio di questa donna dal carattere inaffondabile. Chiunque di noi reagirebbe in modo diverso, rispetto alle reazioni di Michèle, ma lei è unica anche nel modo in cui cancella determinate situazioni, evitando di cadere nel vittimismo”.[/quote]

Come spesso capitato in passato a Verhoeven, c’è chi potrebbe ‘criticare’ Elle per poi rivalutarlo con il tempo. Tante donne, soprattutto, anche se il regista si è detto stupefatto dalla reazione generalmente positiva suscitata.

[quote layout=”big”]”Con Starship Troopers – Fanteria dello spazio e Showgirls venni massacrato, ci fu una reazione critica ovunque, mentre con Elle, sorprendentemente, ci sono stati molti meno atteggiamenti negativi. Probabilmente molte meno persone dovranno ‘rivalutarlo’ con il tempo”.[/quote]

Importante e deciso l’adattamento di David Birke, che ha aggiunto molte novità rispetto al romanzo di Philippe Djian, ampliandone la storia, la prospettiva e perché no, anche la morbosa tensione di fondo.

[quote layout=”big”]”Diverse scene sono state aggiunte in sede di sceneggiatura. L’obiettivo era quello di non dare troppe risposte chiare allo spettatore, intrecciando realtà e gioco. Un’ambiguità voluta. È una delle cose che mi ha detto Isabelle Huppert quando ha visto il film: «L’aspetto più interessante è questa continua ambiguità». Effettivamente è sempre ambiguo. È difficile capire completamente questa donna, ogni cosa fluttua, le trame si mescolano… L’avevo già fatto in altri film. In particolare in Atto di Forza, con un registro completamente diverso, mescolando sogno e realtà. Alla fine non si sa bene cosa pensare, non è chiaro. Mi piace moltiplicare le ipotesi. Come nella vita, non sappiamo mai cosa si nasconda dietro un volto sorridente….”.[/quote]