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17 anni (e come uscirne vivi): Recensione in Anteprima

Accolto trionfalmente dalla critica americana, The Edge of Seventeen conferma la travolgente bravura della 20enne Hailee Steinfeld. Dal 30 marzo al cinema.

pubblicato 13 Marzo 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 01:03

Mai come in questi ultimi anni il cinema americano, soprattutto quello indie, si è interessato al coming of age e al malessere adolscenziale di una generazione particolare, perché cresciuta con Internet e i tablet, iper-connessa e portata a maturare in anticipo rispetto alle precedenti generazioni. Dal nulla, pochi mesi fa, è uscito negli States un film scritto e diretto da un’esordiente di 36 anni, tale Kelly Fremon Craig, costato 9 milioni di dollari ed accolto da eccellenti critiche.

The Edge of Seventeen il titolo, diventato 17 anni (e come uscirne vivi) per il mercato italiano e inspiegabilmente snobbato tanto in patria quanto dai premi che contano. Hailee Steinfeld, sua straordinaria protagonista, si è conquistata una più che meritata nomination ai Golden Globe come miglior attrice, eppure The Edge of Seventeen, presentato all’ultimo Toronto Film Festival, avrebbe meritato maggior fortuna anche al box office (5 milioni appena negli Usa).

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Protagonista una 17enne nata ‘strana’ e cresciuta peggio. Nadine è complessata, logorroica, crede di essere l’essere umano più sfigato del Pianeta Terra, ha perso l’adorato padre mentre era in auto insieme a lei e ora si ritrova a dover sopravvivere accanto all’insicura madre e al detestato fratello iper-palestrato, che è il suo esatto opposto perché bello, di successo e da tutti benvoluto. L’unica ancora di salvezza è la sua miglior amica Krista, la sola amica mai avuta da quando è nata. Si sono conosciute in 2° elementare, quando tutti le schivavano perché strambe, e da allora non si sono mai separate. Fino a quando l’impensabile diventa realtà, perché Krista, proprio lei, perde la testa per il fratello di Nadine. Tra le due qualcosa si rompe, immancabilmente, mentre il ragazzo dei suoi sogni si fa più avvicinabile, l’inusuale professore di inglese meno detestabile e il goffo compagno di banco, sempre deriso, l’inattesa via d’uscita dal crudele mondo del liceo.

Una 17enne aggressiva, depressa, distruttiva, apparentemente adulta fuori e visibilmente infantile dentro, cinica e strabordante nella sua ironia. La Nadine scritta con irriverente ferocia dalla Fremon disturba ed ammalia, diverte e commuove. Sarebbe enormemente riduttivo etichettare come ‘teen movie’ 17 anni (e come uscirne vivi), perché in realtà specchio di un mondo reale dove la comunicazione tra adulti e adolescenti si fa sempre più complessa e ambigua, con quel maledetto schermo del telefonino ad aggravare ulteriormente le cose. L’universo di relazioni costruito dalla regista in questo microcosmo liceale che mai trova pace è un concentrato di drammi più o meno grandi, di complessi e passioni, speranze e delusioni.

Merito di una scrittura brillante, mai banale e/o limitata dall’incubo ‘R-Rated’, divertente e al tempo stesso riflessiva, e di una regia perfettamente centrata sul proprio obiettivo. Hailee Steinfeld, appena 13enne nominata agli Oscar per Il Grinta dei fratelli Coen, è un tornado di emozioni che travolge tutto e tutti con frustate di parole. Pronti, via e la sua Nadine, sconvolta, entra in classe per annunciare all’annoiato professore (il solito grande Woody Harrelson) l’intenzione di volersi suicidare. Irresistibile la replica di colui che dovrebbe educare, motivare, controllare. Da subito la Fremon chiarisce la posizione della propria protagonista, incapace di vivere una vita che da sempre si trascina faticosamente, lamentandosi ossessivamente di tutto ciò che le ruota attorno.

Lavorando di cesello Kelly Fremon costruisce comprimari ben definiti (adorabile il dolce Erwin, tenera nella sua malinconia la vedova Kyra Sedgwick), pennellando sfumature mai esageratamente calcate e proprio per questo sincere, reali, credibili e concettualmente atemporali (tolti i cellulari, potremmo tranquillamente trovarci negli anni ’70 e ’80). Basta un semplice abbraccio tra fratello e sorella, alla regista, per ribaltare la condizione esistenziale della sua avvilita Nadine, finalmente pronta a guardare la vita con meno disfattismo. Rapido nella scrittura e dinamico nel montaggio di Tracey Wadmore-Smith, The Edge of Seventeen si fa presto film generazionale, riportando chi osserva a tempi vissuti e perché no difficilmente sopportati. Perché i 17 anni, che siano stati buoni o cattivi, si vivono una volta sola e sarà impossibile non ripensarci una volta riaccese le luci in sala. Con un sorriso da ebete stampato sul viso o un groppo in gola a complicarne la digestione, ma soprattutto con la nitida consapevolezza che quella fatidica età tutta paturnie e ormoni, vuoi o non vuoi, non ha davvero risparmiato nessuno.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

17 anni (e come uscirne vivi) (The Edge of Seventeen, Usa, commedia, drammatico) di Kelly Fremon; con Hailee Steinfeld, Woody Harrelson, Kyra Sedgwick, Haley Lu Richardson, Blake Jenner, Katie Stuart, Alexander Calvert, Christian Michael Cooper, Nesta Cooper, Daniel Bacon, Eric Keenleyside, Hayden Szeto – uscita giovedì 30 marzo 2017.